Gli attivisti della Ong Louise Michel: “Ci impediscono di tornare in mare per recuperare migranti”
Nel porto di Lampedusa la nave Louise Michel, dell’omonima Ong, finanziata da Banksy, il noto street-artist, è in stato di fermo per aver violato le norme del nuovo decreto. “Ci impediscono di lasciare il porto e prestare soccorsi in mare”, riferiscono gli stessi attivisti. La guardia costiera spiega che l’Ong è stata bloccata perché “non ha osservato le disposizioni”.
Soccorsi barchini nel Mediterraneo
Prima di arrivare a Lampedusa sabato, la nave aveva soccorso alcuni barchini nel Mediterraneo, sui quali viaggiavano diversi migranti e i salvataggi erano stati effettuati anche da motovedette di capitaneria e guardia di finanza.
Guardia costiera: “Nave Bansky doveva andare a Trapani”
La nave Ong Louise Muchel “era giunta sabato nel porto dell’isola con a bordo 178 migranti, soccorsi su 4 diverse imbarcazioni, il primo evento avvenuto in aera SAR libica, i successivi 3 in area SAR maltese”, si legge in una nota della Guardia Costiera. “Il provvedimento – prosegue – è stato emesso a seguito degli accertamenti effettuati da IMRCC Roma – autorità coordinatrice dei soccorsi – in base al DL 1/2023, convertito nella legge 15/2023 e recante ‘disposizioni urgenti in materia di transito e sosta nelle acque territoriali delle navi non governative impegnate nelle operazioni di soccorso in mare’. L’unità, nello specifico, dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche, contravveniva all’impartita disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendo invece su altre 3 unità di migranti sulle quali, peraltro, sotto il coordinamento di IMRCC Roma, stavano già dirigendo in soccorso i mezzi della Guardia Costiera italiana”. In 48 ore, fa sapere la Guardia costiera, sono state soccorse, oltre 3.300 persone a bordo di 58 imbarcazioni.
“Ha complicato i soccorsi”
“Le disposizioni impartite alla nave Ong – prosegue la Guardia Costiera – valutate le sue piccole dimensioni, erano altresì tese a evitare che la stessa prendesse a bordo un numero di persone tale da pregiudicare sia la sua sicurezza che quella delle imbarcazioni di migranti a cui avrebbe prestato soccorso. La non osservanza delle disposizioni, inoltre, ha rallentato il raggiungimento di un porto di sbarco per i migranti salvati nel primo intervento, inizialmente individuato in quello di Trapani dal ministero dell’Interno, inducendo così a ridisegnare la decisione in modo da far convergere l’arrivo della Ong, per motivi di sicurezza e di urgenza, nel porto di Lampedusa, già peraltro sollecitato dai numerosi arrivi di migranti di questi ultimi giorni.
“Continue chiamate Ong intralcio ai soccorsi”
“A tale comportamento che già di per sé complicava il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi, si sommavano le continue chiamate dei mezzi aerei Ong che hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato”, si legge ancora nella nota della guardia costiera.
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