Io, cantautore impegnato , per la pace con il “crowdfunding” “Ecco il nuovo sistema per promuovere i propri dischi. Anche contro la guerra “

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Di Claudio Bernieri

CONTINUANO LE ADESIONI ALL’APPELLO LANCIATO DA MILANO POST  E  DAL  cantautore Umberto Napolitano (  che  scrisse Mille chitarre contro la guerra  nel  1967)  affinchè si  mobilitino i musicisti per la pace e contro la guerra.

Oggi interviene Renato Franchi  con la sua canzone: “Quando la guerra finirà”.

Quando la guerra finirà

Abbiamo chiesto al cantautore : “ Una canzone può fermare la guerra?”

Le canzoni contro la guerra e le sue atrocità, contro l’orrore, la morte e la distruzione che ogni conflitto porta con sé sono davvero tantissime: pensiamo a quelle, bellissime, che cantavano i soldati della prima guerra mondiale nelle trincee, a quelle della resistenza partigiana e di protesta, a quelle scritte da tanti gruppi rock e cantautori, da Bob Dylan a John Lennon. Nel bellissimo sito “antiwarsongs.org” – Canzoni contro la guerra” troviamo un’esaustiva raccolta composta da migliaia di brani provenienti da tutto il mondo, corredate da commenti dettagliati e documentati.
Detto questo, aggiungo che le canzoni, così come un libro, un film, un quadro ed ogni espressione artistica, assumono implicitamente la funzione di raccontare e la responsabilità di descrivere una storia o una situazione. Un valido testo, insieme ad una musica coerente, può creare un’emozione, rievocare ricordi, risvegliare la memoria, e questo vale a prescindere dall’argomento trattato. Dunque, a mio avviso, un brano che affronta il tema della pace può anche potenzialmente costruire le condizioni e suscitare riflessioni che permettono di creare una coscienza, anche collettiva, per la costruzione di una cultura pacifista.
Certamente il tema è molto complesso e richiede l’impegno di tante componenti, in primo luogo la politica e l’abbattimento delle logiche del potere, del profitto e dello sfruttamento delle persone e dei territori, la distribuzione della ricchezza, le questioni del disarmo, della produzione del petrolio, del traffico di stupefacenti… tutte cause profonde che stanno alla base dei conflitti.

Per queste ragioni non voglio banalizzare un argomento molto delicato e drammatico. Ma credo sia importante e necessario scrivere e cantare canzoni contro la guerra perché, come hanno fatto e continuano a fare numerosi musicisti, comporre brani che denunciano gli orrori di tutte le guerre è un’esigenza vitale, e come disse Victor Jara, cantautore cileno a cui il dittatore Pinochet fece spezzare le mani, a volte una canzone può vincere la confusione!

Stai per pubblicare un nuovo album, con una formula insolita, il crowdfunding. Ce ne vuoi parlare?

“Attimi di Infinito”, il nostro nuovo progetto discografico, è stato realizzato con la modalità di pre-order tramite il sito “produzionidalbasso.com”, specializzato in questo tipo di campagne, ed è stato preceduto dalla pubblicazione su tutte le piattaforme online da due singoli, Ballata della pioggia e delle rose e Emily. Prodotto dall’etichetta Latlantide e distribuito da Egea Music, sarà disponibile dal 25 aprile sulle piattaforme online e nei negozi di dischi.
Questa modalità non è, in realtà, insolita, ma anche in ragione del mutamento del mondo discografico, è una formula molto utilizzata da band e cantautori importanti nel panorama nazionale (citiamo, ad esempio, i Gang e i Modena City Ramblers, la cui campagna è attualmente in corso). È una modalità molto utile che permette una diffusione e una maggior visibilità dell’album e contemporaneamente permette di avere dei sostenitori e/o coproduttori che in anteprima lo acquistano, fornendo le opportune risorse per la realizzazione del progetto. Il sostegno ad “Attimi di Infinito” prevede inoltre varie possibilità: dalla donazione libera alla possibilità di ordinare una o più copie del CD e altre ricompense, come la pen drive contenente la nostra discografia completa o la t-shirt della band. Questo il link per aderire: https://www.produzionidalbasso.com/project/attimi-di-infinito/. È inoltre bene ricordare che il crowdfunding è  utilizzato per altre forme artistiche, dalla produzione di film alla pubblicazione di libri, nonché per il sostegno di iniziative sociali e solidali. La nostra decisione di utilizzare questa modalità, che anticipa la successiva distribuzione dell’album nei negozi, rientra a pieno titolo in queste logiche legate ai tempi che stiamo attraversando.

Vorresti presentarci i contenuti dell’album?

“Attimi di Infinito”, il nostro quattordicesimo disco, nasce dall’incontro tra il rock d’autore e particolari suggestioni e richiami letterarie poetici, ma non manca – come sempre nei nostri lavori – di rivolgere l’attenzione e lo sguardo verso la realtà che ci circonda ed i temi sociali.
Le nove canzoni presentano le nostre influenze tipiche, con un sound sospeso tra chitarre acustiche e elettriche, pianoforte, violino e ritmiche ben dosate in sonorità che vanno dalla folk ballad al rock. In due tracce ci sono ospiti speciali e prestigiosi: Marino Severini dei Gang e Vincenzo Zitello all’arpa celtica. Merita poi una citazione, in armonia con le tematiche del disco, la location del set fotografico in cui sono stati realizzati gli scatti per l’artwork della copertina del CD e per il booklet: il parco di San Vittore Olona, adiacente all’ex Opificio Visconti di Modrone, dove sono conservati angoli architettonici strutturali della fabbrica tessile ormai chiusa dal 1990. Questi elementi ricordano i lavoratori che qui spesero le loro giornate e costituiscono il coerente scenario visuale del progetto artistico.

Tu sei forse l’ultimo cantautore che parla con le ballate di problemi attuali…
Ci sono ancora spazi per la canzone d’autore, come si diceva una volta, impegnata? Radio e talent sono solo molto commerciali e stereotipati…

Ti ringrazio dell’apprezzamento al mio percorso musicale che, come ho già detto, è sensibile ai temi sociali, di conseguenza cerco sempre di proporre canzone “impegnate” evitando gli slogan e utilizzando immagini evocative. Devo però precisare che per fortuna non sono il solo, né l’ultimo nel panorama musicale del cantautorato e del rock italiano a cantare l’impegno e l’attenzione ai temi sociali, del lavoro, delle ingiustizie che ogni giorno la cronaca ci mette di fronte. Se un tempo c’erano Claudio Lolli, Guccini, De André, gli Area, Ivan della Mea, Paolo Pietrangeli, Giovanna Marini, solo per citarne alcuni, oggi troviamo i Modena City Ramblers, Cisco, la Casa del vento, i Gang, Alessio Lega e tanti altri ancora. Un patrimonio di proposte e cultura che andrebbe maggiormente valorizzato!

Come si produce oggi un cantautore? Le case discografiche esistono ancora? E i produttori? Si dice che “nessuno compra più dischi”…Andresti a “The Voice” ?

Penso di aver già in parte risposto a questa domanda, in alcuni passaggi precedenti. Le case discografiche ci sono ancora, come ci sono dei bravissimi artisti e musicisti preparati, ma in ragione della realtà odierna posso affermare che sono mutate “in peggio” le logiche e il mercato discografico. Sempre più musica “liquida”, sempre meno CD e la chiusura di storici negozi di dischi sono la prova tangibile di questo nichilismo culturale. Interessante, di contro, il fenomeno delle fiere del vinile, che crescono in modo esponenziale e vedono, insieme ai collezionisti, la presenza di molti giovani a curiosare tra gli scaffali pieni di album storici. Quanto ai produttori, sento e leggo che oggi alcuni famosi artisti del passato non troverebbero lo spazio che hanno avuto allora, resterebbero degli illustri sconosciuti e/o artisti di nicchia, per il semplice fatto che le case discografiche non investono più sul valore dell’artista. ma l’attenzione primaria e solo quella del profitto del ritorno economico immediato. Eppure tanti artisti, nel passato recente, hanno prodotto diversi dischi prima di avere un riscontro dal grande pubblico: oggi non sarebbe più possibile.

Sul fenomeno dei talent, rispondo con un no secco, non ci andrei mai, come mai ho fatto in tutti i miei anni di musica e canzoni!

Voglio, per correttezza, ribadire il mio rispetto alla speranza e anche al talento di diverse proposte. che transitano in questi format. Capisco che sia un modo per tanti giovani di avere una possibilità (forse troppo frettolosa e a volte illusoria) nel mondo discografico e musicale. Ammetto di aver visto un po’ di anni fa qualche puntata, ma è una realtà che non mi appartiene. Qualcuno dirà che sono tutte esperienze utili, e probabilmente è così, ma io mi tengo, con tutta la cautela necessaria, a debita distanza da questo mondo.

Vorrei concludere con la strofa di una canzone dell’ultimo album, Lungo la strada, che esprime molto bene la mia filosofia di vita e il mio pensiero:

Tutta la strada incontrata in questi anni
Ha fatto di te quello che ora sei
Ed ogni passo lungo il viaggio dei tuoi giorni
Ti ha condotto proprio dove tu ora sei
 

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