Anni fa il milanese che passava in piazza Scala guardava le luci accese a Palazzo Marino e pensava “Il sindaco sta lavorando anche per me”. Un’idea che accomunava il cuore dei cittadini con la volontà del primo cittadino. Roba mandata al macero senza ripensamenti, roba troppo romantica per un manager che si bea di grattacieli e piste ciclabili, ma mostra una visione così astratta delle esigenze reali della città che fa cadere le braccia.
Sala è riuscito a sposare categorie di umanità che, guarda il caso, appaiono come bandiere di marketing, desiderio di essere arbiter anche in politica, di essere sempre e comunque nel più giusto. E allora l’accoglienza indiscriminata degli immigrati e la difesa anche in Europa di quel noto registro dei minori figli di coppie gay. Già perché l’Italia ha un governo brutto e cattivo e quel registro non lo riconosce, dice lui.
“Chiedo il vostro sostegno, prima di tutto vengono i diritti dei bambini”, ha detto in conferenza stampa a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo. E ha aggiunto, sul “delicato tema” della maternità surrogata: “So che ogni singolo Stato ha il suo proprio approccio, ma per noi è fondamentale” affrontare la questione “perché non vedo ora un modo per risolverla”. Occorre quindi, ha aggiunto il sindaco di Milano, “spingere il governo Meloni ad essere molto chiaro: vogliono stare con la Polonia e l’Ungheria oppure vogliono avere un vero approccio europeo”?.
“Non possiamo – ha proseguito Sala – accettare di arretrare sul fronte dei diritti agli anni Settanta. Per questo – ha ripetuto – chiedo alle istituzioni europee di costringere il governo italiano ad essere molto chiaro, quindi di non rimandare la questione e di parlarne in Parlamento.” Diritti? Che diritti hanno i figli dei poveri, gli stessi poveri che ignora ogni giorno? Che rispetto ha per quei bambini abbarbicati ai vestito di un genitore nelle lunghissime file in attesa del Pane? Che diritti ha l’innocenza a cui viene imposta la rinuncia? E parla anche di emergenza senza voler notare lo squallore di certi quartieri, l’insicurezza dilagante, il degrado senza rimedio.
No, caro milanese, a questo sindaco interessano solo i diritti lgbt, non ha né tempo né voglia di fare il sindaco con il cuore.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano