Cosa resterà di San Siro (il quartiere)?

Milano

Con l’ipotesi di uno stadio distante dal Meazza (o addirittura due) cambierà molto per Milano. Una delle cose di cui si parla meno, però, è la riqualificazione di San Siro, il quartiere. Visto che ci pare un grosso buco nella discussione abbiamo chiesto un parere a Franco Vassallo, già consigliere di Municipio 7:

“Quando, a gennaio, il Comune approvò una delibera in cui si chiedevano più investimenti ai club in caso di nuovo stadio a fianco al Meazza, a me venne un brivido lungo la schiena. Mi pareva si stesse tirando troppo la corda. Chi troppo vuole, nulla stringe, dice il proverbio. Se poi ci aggiungiamo alcune dichiarazioni, tipo quelle riportate da Urbanfile:

Carlo Monguzzi: «La giunta ha deliberato un disastro ambientale con due alberelli in più. Stiamo regalando 280 mila metri quadrati di territorio dei cittadini a due fondi speculativi». Enrico Fedrighini: «La demolizione del Meazza anziché la sua riqualificazione, risponde a un evidente interesse non pubblico, ma privato. Di pubblico in questa vicenda esiste solo il luogo: il Meazza e l’area di San Siro di proprietà del Comune».

Capirete anche voi che c’era poco da stare tranquilli. In sostanza per tre cespugli manutenuti come lo sono ora, stiamo sacrificando un piano di riqualificazione per il quadrilatero, che molto ne avrebbe giovato. Guardate, io al Meazza ci sono cresciuto, non voglio prendere la cosa con leggerezza o sottovalutare i ricordi che la città ha, però dobbiamo essere pragmatici: se il Milano va a La Maura o, peggio ancora, fuori città, che ne sarà di San Siro?

Il Meazza costa una cifra vicino ai 10 milioni di manutenzione e mantiene un ecosistema che, senza il calcio, sarà difficile veder sopravvivere. Se dovesse divenire sede solo di concerti e forse atletica un quartiere già al limite si troverebbe con un buco nero che rischia di portarlo nell’abisso. E se uno dei primi problemi è proprio l’aspetto che lo rende un’enclave, cioè l’essere chiuso in se stesso, perdere la sua porta sul mondo sarebbe devastante.

Questi problemi non si risolvono con tre cipressi in più. Il Municipio 7 non è un cimitero, checché i Verdi Milanesi possano pensare o sperare. E se la città ha finito i soldi, e lo stato delle case popolari farebbe pensare proprio questo, bisogna tornare a essere pragmatici. I problemi di MM non si risolvono con iniziative come “Cara Casa”. Quelli di viabilità non passano con l’urbanistica tattica. Quelli di San Siro non si mettono a posto con uno o più parchi o giardini.

In tutto questo, dove le linee di faglia non sono partitiche, ma trasversali, servirebbe un manager che, fuori dall’ideologia, sappia fare sintesi. Vedere Sala fallire persino in questo sembra davvero un’amara presa in giro. Il Consigliere Monguzzi fa il suo lavoro e, mi pare, lo faccia con successo. Ma, Sindaco, è ora di tornare a bordo. Caspita!”

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