Bandiera Nato il 25 aprile Milano? Tutti i partiti zitti…e Mosca

Milano

Nessuno dei partiti milanesi, neanche i più apparentemente pro Ucraina, ha accolto l’invito a portare la bandiera NATO al corteo del 25 aprile, inviato alla stampa pochi giorni fa da Giampaolo Berni Ferretti, consigliere Municipio 1 di Milano; Roberto Casalone, Analista e storico militare e Gianni Rubagotti, Segretario Associazione per l’Iniziativa Radicale “Myriam Cazzavillan”.
Quindi questo piccolo gruppo di cittadini farà da supplente alla politica cittadina sia la mattina alle 10.30 al Cimitero di guerra inglese dove riposano le vittime del Commonwealth sia il pomeriggio nel corteo, portando la bandiera NATO e quelle alleate.
“Putin può festeggiare.” dichiara Gianni Rubagotti  “Di fronte all’ANPI che non pone nessun problema per la presenza nel corteo degli attivisti pro Palestina, figli della grande tradizione del Gran Mufti di Gerusalemme buon amico di Adolf Hitler, ma li pone per la bandiera che riunisce le forze occidentali e democratiche che ci hanno liberato dal nazifascismo, i partiti milanesi hanno saputo rispondere con un robusto, deciso e sentito “Obbedisco”. Sarà interessante durante il corteo vedere gli esponenti di quei partiti gridare la loro vicinanza a chi non deve avere il coraggio di portare una bandiera ma di rischiare la vita per salvare la propria terra.
E si potrà anche chiedere loro perché portano bandiere di partiti nati dopo il 1945 in un corteo dove quella NATO non va bene perché è una alleanza creata dopo la seconda guerra mondiale (pare che quello sia il motivo per cui non sarebbe opportuna).”.
“Noi invece” dichiara Berni Ferretti “con orgoglio sfileremo con la bandiera della Nato che è nata per garantire la pace tra le nazioni democratiche dopo la guerra mondiale e per difendere dalle aggressioni esterne (Si Vis Pacem Para Bellum)”
Roberto Casalone ha commentato “In un momento dove l’Ucraina, supportata dalle altre democrazie del mondo libero, che hanno deciso di starle a fianco con aiuti a tutto tondo, anche militari, nella sua strenua azione volta a ricacciare l’invasore russo entro i confini precedenti al 2014, è di fondamentale importanza che l’Italia si ritrovi coesa e salda dalla parte giusta della storia e non in bilico tra simpatie, apertamente mostrate, da taluni ambienti politici, verso le autocrazie antidemocratiche e il processo di revisione della lotta di resistenza al nazifascismo, posta in essere dal nostro paese dal 1943 al 1945, che sarebbe stata assolutamente futile e sterile, senza il fondamentale supporto militare degli Alleati, grazie ai quali, e solo grazie ad essi, oggi possiamo ancora riempire le piazze parlando di “Resistenza” e di “Libertà”, senza farlo di nascosto in qualche rifugio sotterraneo o su qualche montagna. Vedere in un corteo sfilare le bandiere di stati sostenitori o fautori del terrorismo, metodo di lotta tipico di criminali e codardi, è un’offesa alla memoria di tutti coloro che hanno dato la vita per l’unità e l’alternanza politica e democratica, spesso criticata a torto, del nostro paese. Il 25 Aprile ci viene chiesto di non essere irriconoscenti verso la Memoria. Dimostriamolo, stando dalla parte dell’Ucraina affinchè possa riprendersi i suoi territori martoriati e insanguinati, con le armi in pugno e la volontà di stare fra i paesi europei, per la Libertà.”
La mattina del 25 aprile alle 10:30 Ferretti, Rubagotti e Casalone saranno al Milan War Cemetery dove non ci saranno cerimonie ufficiali, a ricordare il sacrificio di molti cittadini del Commonwealth che sono venuti a liberare l’Italia dai carcerieri fascisti e non per sostituirsi a loro.
Il pomeriggio alle 14:30 si uniranno al corteo del 25 aprile dell’ANPI insieme con altri amici sostenitori della causa come Alessio Alberti, già consigliere comunale e coordinatore della lista Desio Popolare.
Portando oltre alla bandiera NATO quelle degli Stati Uniti d’America, del Regno Unito, del Canada, dell’Australia e del Brasile, per ricordare il poco conosciuto contributo della Força Expedicionária Brasileira nella liberazione del nostro paese e non il vergognoso comportamento di Lula sull’Ucraina.

Giampaolo Berni Ferretti

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