Festa Liberazione e la protervia del PD. Sala attacca violentemente Meloni

Milano

Sì alla festa, sì al corteo targato PD, sì ad un elenco ristretto di idonei a salire sul palco per le celebrazioni del 25 aprile a Milano. Mancava solo il tampone per la verifica di antifascista, quello vero, quello comprovato secondo la sinistra, naturalmente, perché gli altri non saranno mai antifascisti a sufficienza. Che retorica contorta se si pensa poi che molti comunisti partigiani desideravano la venuta del regime staliniano. Ma è politicamente corretto appartenere a quella categoria e svilire in tal modo l’insurrezione di molti italiani contro il regime nefasto nazi-fascista. Italiani che amavamo la libertà, semplicemente.

Parole con cui esigere dichiarazioni, professioni verbali ad escludendum, insulti al governo, becere dietrologie, con Sala protagonista  “Io non voglio essere critico ad ogni costo ma certe cose se si sentono bisogna dirle ad alta voce, mettendoci la faccia. La Meloni in alcune occasioni pubblicamente ha mostrato una faccia decisa, ha urlato certe parole e certi slogan e quello che dovrebbe fare è mettere la faccia e dire con chiarezza e in maniera definitiva: ‘siamo antifascisti’. Però se sono così io credo sia anche inutile continuare con questo balletto. L’importante è che noi lo sentiamo e spero che Milano continui a sentire questo spirito. Andiamo avanti e per noi quella della Liberazione è una festa”.

Anche per il premier Meloni che ha esaurientemente espresso in una lettera al Corriere il suo pensiero. Ma per Sala non basta e il suo è un attacco frontale, una sfida, da tribuno del popolo, che possiede l’indiscussa superiorità di chi sta a sinistra. “Parlo con rispetto della presidente Giorgia Meloni, però anche oggi la lettera cosa aggiunge? Cosa cambia rispetto a quello che abbiamo sempre sentito dire? Assolutamente nulla.” Auspicare l’unità, la pacificazione è un miraggio se neppure s’intende il contenuto di una lettera.

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