Migliaia di bambini senza posto. Nella città di Beppe Sala famiglie espulse come ospiti non graditi.
E su Tempi un invito: Giovedì 4 maggio ore 16 sit-in davanti al Comune
Davide Damiano, dopo aver dato conto di casi specifici, di bambini non ammessi al nido, ma soprattutto di esempi di quanto sia difficile sopravvivere in questa città, fa riflessioni e formula domande
“Mi chiedo: dove andrà a finire una città che non si preoccupa dei figli? Il sindaco cosa vuole fare di Milano? Trasformarla nella New York italiana? O ancora nella Londra italiana? Sì: l’esperimento è talmente scientifico da essere stato studiato nei particolari. Non è un caso se l’agenzia operativa dal 2020 per promuovere la città si chiama “Milano & Partners”, così come “London & Partners” è l’organizzazione di Londra attiva già dal 2011.
Un rapido esperimento per capire dove sta andando Milano è il seguente: prendere la bicicletta, partire da una zona periferica della città e raggiungere il Duomo. Sembra di attraversare 3 città diverse, 3 mondi diversi che poco hanno a che fare l’uno con l’altro.
Il problema è che i tessuti comunitari faticano, l’associazionismo rischia di essere un’isola e si sta avvicinando sempre di più una ghettizzazione del tessuto sociale, fenomeni accelerati dall’incapacità delle istituzioni di capire che non basta imporre ma occorre ascoltare e accompagnare. E questo a Milano non è chiaro da un po’.
La questione dei nidi è uno specchio. Come fa un nucleo famigliare a sostenere i costi esagerati che vivere qui comporta se neanche i servizi offerti sono sufficienti a coprire la domanda di assistenza necessaria? Come si fa a lasciare senza posto ai nidi migliaia di famiglie? Ricorreranno alle baby sitter, oppure un membro della famiglia lascerà il lavoro, portando inevitabilmente a un incremento della povertà.
Questa istanza ha finalmente trovato ascolto: con Noi Moderati (Maurizio Lupi) abbiamo organizzato un sit-in davanti a Palazzo Marino per giovedì 4 maggio alle 16.00 a cui invitiamo cittadini, movimenti del privato sociale e associazioni, per far capire alla giunta comunale che ci aspettiamo una risposta nel merito della questione. E che non si può aspettare un altro anno. Non possiamo permetterci che le tante Laure di Milano siano abbandonate dalle istituzioni, come se i figli fossero per l’amministrazione un incidente di percorso verso il successo individuale.
Le persone che incontro ogni giorno insieme a colleghi e amici chiedono di essere aiutate e di mettersi insieme per promuovere un cambiamento. In loro vediamo crescere la sfiducia e questo ci preoccupa. L’iniziativa davanti a Palazzo Marino sarà solo un altro passo di una strada che vogliamo condividere con chi abita nella nostra città, indipendentemente dal credo politico. Non esistono motivazioni economiche di fronte alla difesa del diritto dei bambini di crescere insieme ai coetanei, in una città che espelle le famiglie come ospiti non graditi, mentre chi la guida fa di tutto per girarsi dall’altra parte.
Invito il sindaco Beppe Sala e la giunta comunale a fare l’esperimento della bicicletta e gli ricordo che Milano non è Londra, non è Parigi e nemmeno New York. Milano ha un suo tessuto sociale e una storia che devono essere rispettate, senza avere il complesso di inferiorità rispetto ad altre città ma trovando il coraggio di innovare ed entrare nel futuro. Il progresso non è solo costruire grattacieli, ma anche uscire al parco con mio figlio e non avere il timore di farlo giocare nell’erba, o l’opportunità che la figlia di Laura possa trovare un asilo nido e iniziare un percorso educativo degno di questo nome.”
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