Ieri alcuni genitori hanno manifestato e distribuito volantini contro la Carriera Alias agli studenti davanti all’ingresso del liceo Bottoni di Milano. Chiediamo il significato delle iniziativa ad uno degli organizzatori, il sig. Clemente
Sig. Clemente, cosa vi ha spinti a fare questa manifestazione?
“Ci ha spinti il fatto che abbiamo saputo che la direzione didattica di questa scuola ha adottato la cosiddetta Carriera Alias per il prossimo anno scolastico 2023-2024.
Che significa?
“Significa che un ragazzo che si chiama Mario in base a questo regolamento potrà farsi chiamare Maria. E cambiare pure il sesso. Una vera follìa e una cosa illegale.
Perché illegale?
“Perché i dati anagrafici della persona non si possono alterare. Nemmeno a livello di una singola scuola. E’ un falso in atti pubblici. Come se un ragazzo venisse registrato come l’ “uomo ragno” o “la regina di inghilterra”, solo perché lui si crede tale.
Perché certe scuole adottano questa assurdità?
“Per motivi esclusivamente ideologici. La Carriera Alias è un modo per aderire (e obbligare tutti ad aderire) alla ideologia “gender”. Cioè l’ideologia per cui il sesso uno se lo sceglie nella testa e non è un dato oggettivo.
Ma questo concetto non era stato bocciato col DDL ZAN?
“Precisamente! Loro cercano di far passare per la finestra, ciò che non è passato dalla porta”
Chi sostiene questi regolamenti si appella però alla “autonomia scolastica”.
“L’autonomia scolastica non c’entra nulla. Autonomia non vuol dire anarchia. Le scuole non possono imporre tutto quello che gli passa per la testa. Visto che siamo in uno Stato di diritto e non su Marte. Se una scuola stabilisse che gli alunni possono entrare in classe solo con i capelli colorato di verde, non credo ci si possa appellare all’autonomia scolastica per giustificare ciò.
“Però anche in base alla legge italiana uno può cambiare sesso”.
Certo, c’è una legge che lo consente. Una legge sbagliata, a mio parere, perché i cromosomi nessuno li può cambiare. Però almeno la legge attuale prevede che il cambiamento avvenga su sentenza dei tribunale e dietro una precisa diagnosi di disforia di genere. Qui invece un ragazzo può cambiare nome e sesso autonomamente, solo in base ad una sua percezione.
Diranno che questo serve per il “benessere soggettivo” e come forma di “rispetto” per le persone LGBT.
“Altra cosa falsa. Mantenere la propria identità non vuol dire mancare di rispetto ad alcuno, ma solo riconoscere la verità. Il rispetto dalla verità è alla base di qualsiasi altra forma di rispetto”.
Nelle scuole dove è stato varata la “Carriera Alias”, che ne sarà di diritti dei docenti e dell’ altro personale scolastico?
“Anche questi diritti verranno calpestati alla grande. E pure la libertà di insegnamento. Ogni professore sarà obbligato a dichiarare il falso. A chiamare Maria un maschio di nome Mario, e viceversa. Ciò è contro la deontologia professionale specie del personale docente, obbligato a rispettare la verità, e non l’ideologia politicamente corretta.
Perché proprio il Bottoni?
Purtroppo questo liceo da anni è in balìa di una dirigenza scolastica particolarmente politicizzata e ideologizzata. Ricordiamo che nel 2018 sono riusciti a far entrare nel liceo perfino un centro sociale abusivo, il Lambretta. E hanno fatto entrare pure Cappato a tenere lezioni sul “fine vita”. Lavaggio del cervello a senso unico. E’ questa la “democrazia” che ci propinano certe scuole? Bell’insegnamento per i ragazzi che saranno il futuro della nostra classe dirigente!
Angelo Mandelli
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