Nicola Forcignanò, già grande giornalista del Corriere e Vicedirettore del Giornale, oggi in pensione, ha scritto un mirabile commento su Facebook sulla incoronazione di Re Carlo.
Oggi ho cercato invano un lavoro stradale per passare il tempo a osservare degli operai che si davano da fare (per quanto possano darsi da fare i tailandesi…) e magari trovare qualche altro pensionato con il quale scambiare qualche battuta. Niente da fare. E faceva pure tanto caldo. Sono tornato a casa, aria condizionata e televisione.
Mi sono incantato davanti alle immagini dell’incoronazione di Carlo III. Che, confesso, mi è sempre stato simpatico, per la sua eleganza, quell’aria un po’ snob (se nasci principe ereditario e nella vita fai solo quello, diventa naturale), quel naso triste come una salita (direbbe l’avvocato di Asti), quelle sue battutine surreali e quella malinconia che gli ha sempre fatto da sfondo. Ha tre anni più di me, abbiamo attraversato insieme due secoli. Ma io viaggiavo in terza classe.
Una vita, la sua, decisa dalla famiglia, che – per impegni reali, sia chiaro – l’ha abbastanza trascurato. Tutto è stato deciso per lui, perfino la moglie. Con il disastroso risultato di renderlo insicuro e obbligarlo a sposare una donna che non ha mai amato, nel tentativo di fargli dimenticare quella che invece è, fortunatamente per lui, ora regina al suo fianco.
So di non essere popolare quando dico che la “santificata” Diana era per me una ragazza sciagurata, affascinata dall’idea di diventare principessa ma che non ha saputo recitare il ruolo che si conviene alla moglie del futuro re d’Inghilterra. Una squilibrata diventata un mito da prima pagina della stampa scandalistica che ha fatto il suo lavoro sguazzando nei casini di questa improbabile coppia.
Che Carlo non abbia mai smesso di fare all’amore con Camilla, la sua unica donna, lo sapevo pure io che non ho mai frequentato Buckingham palace. Colpa della famiglia reale che forse l’ha illusa di poter gestire la cosa. Colpa di Carlo che, per motivi superiori alla sua volontà, non mandò allora a quel paese i suoi genitori e poi anche lei. Resta comunque il fatto che se da signorina Spencer diventi Sua Altezza devi capire che c’è un’etichetta da rispettare. Si può divorziare senza gettare merda nel ventilatore. Questione di classe. Lei non l’ha avuta. Per questo non mi è mai stata simpatica, tolto quella frazione di secondo in cui, poveretta, si schiantò contro un pilone.
È per questo che oggi ho sorriso quando gli hanno finalmente messo sulla testa questa corona che aspettava da anni. Come a teatro, quando si riapre il sipario e comincia un nuovo atto. Un nuovo Carlo, emozionantissimo, anche un po’ stressato dalla lunga cerimonia, ma felice. Finalmente, ora, nessuno potrà più dirgli quello che deve fare o dire. Perché ora lui è il Re.
Emozionante il momento in cui il figlio William s’è inginocchiato davanti a lui. Mentre l’altro, Harris, sciagurato e poco educato quanto la madre, è rimasto escluso dalla cerimonia. E sarà escluso pure dalla Storia. Sempre con questo vizio di buttare la merda nel ventilatore. Tutto come la mamma…
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