Già due mesi fa avevo scritto un mio articolato commento in merito alle diversificate tematiche connesse al triste fatto del sempre più rilevante numero dei morti in mare fra i migranti illegali, argomento che tornava alla primaria attenzione della pubblica opinione in occasione del tragico naufragio avvenuto sulle coste calabresi di Cutro.
A distanza di due mesi, densi di specifici interventi relativi al “problema dei migranti”, messi in essere da parte del presente Governo italiano, che ha contestualmente portato la problematica sul tavolo del Consiglio dell’UE e, così pure, di una parimenti intensa campagna, ad essi avversa, condotta dall’opposizione parlamentare al Governo, non solo gli sbarchi quotidiani in Italia di migranti illegali sono in costante aumento, ma persino una malsana situazione d’attrito a livello internazionale tra l’Italia e la Francia si è andata acuendo a fasi alterne.
E’ pertanto a tutti palese che il “problema” qui in oggetto è ancora ben lungi dall’esser avviato, concretamente, ad una soluzione efficace, se pur di lungo periodo, che per certo dovrà definitivamente uscire dalla logica, meramente emergenziale, con cui tale “problema” è stato finora affrontato dai vari governi si sono succeduti in Italia nel corso degli ultimi decenni sino ad oggi, una logica purtroppo per lo più connotata da presupposti solo di tipo ideologico-partitico e di certo non genuinamente orientata al futuro bene comune di tutti i cittadini italiani.
Un siffatto cambio di logica operativa in merito al “problema dei migranti”, in Italia, imporrebbe che il Parlamento, nella sua totalità, riconosciuta la qualità dell’Italia odierna quale oggettivamente “paese di immigrazione” iniziasse al più presto a legiferare ex-novo in materia, abrogando tutto il groviglio di norme attualmente in vigore, che sono prevalentemente informate al concetto di “regolarizzare periodicamente migranti sbarcati in Italia in assenza di un debito, preventivo controllo legale”, dando contestualmente corso ad una legge organica sull’immigrazione legale, prevista e strutturata secondo gli interessi dell’Italia, così come in essere in tutti i “paesi di immigrazione”.
Se, al di là della sostanziale impostazione di propaganda-convenienza dei partiti politici italiani, con piena onestà intellettuale, la classe politica italiana si chiedesse -in primis- ma perché mai, fra tutti i numerosi paesi costieri che si affacciano sul Mar Mediterraneo, il complesso internazionale del crimine organizzato (certo non sprovveduto e di cui gli “scafisti” son solo l’ultima ruota del carro) cerca di convogliare in ogni modo il maggior numero di lucrosi migranti clandestini proprio verso le coste italiane?
Ebbene un motivo originario molto preciso sicuramente c’è ed è semplicemente costituito in primis dall’assenza in Italia di un preventivo e definito assetto normativo di lungo periodo dell’immigrazione legale nel Paese. Tale realtà, sommata alla unicità italiana di un assai esteso sviluppo costiero nel Mediterraneo ed al fatto dell’appartenenza di tali coste italiane alla cosiddetta “area Shengen” di libera circolazione nell’UE, nel permanere e nell’aumento delle situazioni di crisi economica e conflitto armato nei paesi di imbarco dei migranti diretti in Italia, ha via via condotto all’attuale, drammatica deflagrazione dimensionale del fenomeno degli sbarchi nel ns. Paese.
Purtroppo, al di là della buona volontà e degli intenti di lungo periodo di un’intera legislatura che l’attuale Governo italiano si prefigge, lo stato oggettivo di disfunzionalità operativa, in cui si trova a versare da tempo l‘intero sistema istituzionale della Repubblica Italiana rende nei fatti materiali quasi impossibile che il Parlamento legiferi nel mero interesse dei cittadini. Attualmente infatti i membri del Parlamento italiano rappresentano soltanto in via del tutto marginale i cittadini-elettori, ma precipuamente in via diretta solo la dirigenza dei partiti politici che li nominano.
Questo problema, tutto italiano, rende ahimè ancora più complicato e difficile avviare a debita soluzione in Italia le tematiche connesse all’immigrazione, che intrinsecamente si basano soltanto sugli interessi futuri della nazione nel suo articolato complesso e non dei vari partiti politici oggi presenti nel Parlamento. Lo scrivente ha, recentemente, pubblicato un pamphlet sulla situazione politica italiana all’indomani delle ultime elezioni dello scorso anno, in cui cerca di iniziare a spiegare le specifiche “attuali difficoltà” che l’Italia ha di fronte.
Antonio Belloni
(autore di : “Che Estate! E mo, che facciamo?” https://youtu.be/AWDqW8X4Nh4)
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