Piantedosi “Sono qui per un segnale di responsabilità”: 430 agenti, ampliare Cpr, non basta l’accoglienza

Milano

“Ho inteso dare un segnale di presenza qui a Milano per l’importanza dei temi della sicurezza nell’area metropolitana e più dello specifico temi accaduti nell’area della stazione Centrale di Milano” Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al termine del Comitato per l’ordine e la sicurezza in Prefettura. “Ho voluto dare un segno tangibile della responsabilità che mi compete”, ha aggiunto “in un momento acuto di attenzione per dare anche giusta lettura dei fenomeni”.
“In merito al numero di Forze dell’ordine in arrivo a Milano il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al termine del comitato per l’ordine e la sicurezza in Prefettura ha spiegato che si tratta di “430 nuove immissioni” che vanno a compensare anche le uscite. “Sono oltre 250 quelli che sono in più, complessivamente – ha detto- e quando parliamo di 430 nuove immissioni parliamo di persone che hanno caratteristiche di grado e di età e operatività per i quali è ragionevole che li troveremo negli scenari operativi, riducono il differenziale di 150-160 che vanno via e che come requisiti per età e ruoli erano meno votati all’operatività”. “Si tratta di un dato relativo a quest’anno ma proseguiremo negli anni prossimi per un incremento complessivo di circa 6 mila unità come organico nazionale”, ha poi concluso.

– Al tavolo per il Comitato per l’ordine e la sicurezza in Prefettura si è fatta anche “una riflessione su altri sistemi di assicurazione alla giustizia di persone che commettono reati meno gravi. Si è parlato ad esempio del trattenimento di stranieri nei Cpr che non è vero che sono luoghi dove vengono ristrette persone che non hanno commesso nulla – ha premesso – perché è vero che alla base c’è una questione di carattere amministrativo della posizione del permesso di soggiorno ma lì vengono ristrette anche persone sulle quali i questori – anche sul rapporto che hanno con l’autorità giudiziaria – fanno valutazioni di pericolosità sui soggetti”. Su questo “c’è una condivisione anche qui a Milano”, ovvero sull’ “estendere le potenzialità dei Cpr per il trattenimento degli stranieri che può essere elemento accessorio e complementare a quest’esigenza di assoggettare a conseguenze di legge chi si rende partecipe di certi episodi”.

 “Credo che vada sfatato il discorso che basta dare accoglienza per prevenire dei reati. Il tema è molto complesso, sicuramente ci sono le condizioni di marginalità sociale che alimentano il circuito dell’insicurezza sia per quanto riguarda le commissione di reati sia per quanto riguarda la sensazione che i cittadini hanno”, ha aggiunto e “le soluzioni non sono univoche ma certamente essere tentati di dire ‘ti do un permesso di soggiorno, prevedo soluzioni di accoglienza e ho risolto il problema’, in realtà non è così”. Sempre in merito all’immigrazione, il ministro ha anche spiegato: “Il dato statistico sembrerebbe dare l’indicazione che l’immigrazione, controllata ed incontrollata, alimenti un po’ di più” i reati” . “L’immigrazione – ha osservato – tende ad essere fattore di alimentazione delle sacche di emarginazione”, inoltre “è soprattutto composta di fasce di età giovanili che statisticamente, da sempre a prescindere dall’immigrazione, concorrono alla commissione di reati” quindi “sicuramente l’immigrazione incide in maniera importante ma senza che questo sia letto come uno stigma sull’immigrato in quanto tale, a una sua naturale propensione al reato che noi italiani non abbiamo”. In questo senso “potrei citare dei casi anche qui a Milano”.

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