Quando gli studenti di sinistra protestano contro qualcosa, di norma, ci si possono aspettare tre cose: ideologia, fraintendimenti e abissi di ignoranza economica. Sta succedendo puntualmente con gli affitti. Guardate, la cosa purtroppo, nei mari di complessità in cui amiamo tuffarci, spicca come un’isola di semplicità.
Siccome qualcuno si è convinto che stessimo consumando troppo suolo, ha anche deciso che costruire a Milano, Roma e Firenze fosse sbagliato. Questo ha strozzato l’offerta e frustrato chi doveva vivere in affitto. Non dimentichiamo, peraltro, che chi può compra e che non tutte le zone vanno bene per gli studenti. La somma di questi fattori ha reso delle zone letteralmente d’oro (si veda Città Studi) e ha fatto schizzare i prezzi.
Gli studenti vogliono studentati pubblici. Non realizzando che gli unici posti dove questi si possano costruire sono i paesi di provincia da cui vogliono scappare. Chiedono soldi per gli affitti. Non realizzando che questo farebbe aumentare ancora di più i prezzi. Chiedono di avere alloggi vicino alle università. Non realizzando che (almeno quelle di Milano) sono tutte in zone dove lo sviluppo urbanistico può avvenire solo in verticale. E la sinistra odia la verticalità e la rigenerazione urbana, come dimostra la strenua lotta contro la legge che Gabriele Barucco ha fatto approvare nella scorsa legislatura regionale.
Quindi? Quindi Milano, almeno, ma credo anche Firenze, sta rischiando di fare la fine di Venezia. Faranno il deserto e lo chiameranno “Turismo, il nostro petrolio”. L’unica speranza è che si torni a costruire dove la gente intende vivere. Ah, per la cronaca, tra una tenda e una trasmissione tv nessuno ha osato ricordare che a Milano la sinistra sta aumentando i costi di trasporto da 15 anni, rendendo il vivere lontano dalle Università sempre più costoso.
Insomma, il problema c’è, le soluzioni la sinistra le ha, ma, come sempre accade, sono sbagliate.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
Questo articolo è da premio Pulitzer. Luca Rampazzo sei il mio nuovo idolo
Gli iscritti alle università statali milanesi sono:
_ Polimi: 48 mila.
_ Unimi: 61 mila.
_ Bicocca: 34 mila.
Totale: 143 mila. Ipotizzando che l’85% degli studenti sia concentrato nelle sedi milanesi, otteniamo un valore di 122 mila. Non è materialmente possibile collocare un numero così elevato di studenti a pochissima distanza dalle sedi universitarie milanesi. Se non ci sono appartamenti liberi nei pressi dell’università, è possibile alloggiare in periferia o nei centri abitati dell’hinterland, come proposto da Carlo Lottieri:
https://www.nicolaporro.it/le-tende-della-schlein-e-le-universita-private/
Per il resto, concordo con Luca Rampazzo.