Fare crescere l’erba è un danno per l’ambiente e le persone. Solo chi ha l’appalto del verde trae vantaggio

Milano

Il buon senso della madre di famiglia, dov’è finito?

Pochi giorni fa l’assessora al Verde del Comune di Milano, Elena Grandi, ha annunciato che è sua intenzione seguire il presunto “modello Francoforte” dove “in molti parchi e giardini e aiuole della città l’erba è lasciata alta… Stiamo provando a fare lo stesso a Milano, riducendo la frequenza degli sfalci…”

A prescindere dal fatto che ci sta già riuscendo benissimo con i pericolosissimi forasacchi che arrivano alle ginocchia un po’ ovunque, mi domando se questa non sia una decisone ad hoc per favorire qualcuno a scapito di altri. Mi spiego meglio, se io stabilisco un importo annuo, tra l’altro elevatissimo, per effettuare il lavoro di taglio e cura dei prati e improvvisamente ordino di non tagliare più, non è che fornisco su un piatto d’argento un profitto, diciamo inatteso, a chi deve fare il lavoro? Se fosse il caso del giardiniere di casa Grandi, lei continuerebbe a pagarlo per non lavorare? E a proposito delle allergie e dei danni che queste erbe provocano a persone e animali, se il suo cane si riempisse di forasacchi e i suoi cari soffrissero poi di allergie e di asma da ambrosia, sarebbe contenta?

Ancora, che fine faranno tutte le contestazioni degli scrupolosi ispettori comunali che segnalano puntualmente quando l’erba supera il limite definito in appalto (10 cm per i parchi storici e 20 negli altri casi)? Contestazioni che verranno buttate alle ortiche, è proprio il caso di dirlo, e che daranno ulteriore vantaggio economico a chi ha vinto l’appalto del verde, oramai nel lontano 2017, e che è in regime “irregolare” di prorogazio da tre anni senza gara?

Non c’è alcun fondamento scientifico nel sostenere che l’erba non tagliata in primavera porti vantaggi al verde stesso. L’erba alta toglie nutrimento ad  alberi e colture, e questo lo sanno bene i contadini. Non solo, l’erba alta, una volta tagliata e lasciata a terra, come puntualmente avviene a Milano, forma uno strato di feltro che ne impedisce la ricrescita, esattamente l’opposto del cosiddetto mulching che invece prevede che l’erba venga tagliata e sminuzzata di frequente in modo da produrre un concime e una risemina naturale.

In conclusione dov’è finito il buon senso del padre, pardon, della madre di famiglia? Non è modificando al rialzo i limiti dell’altezza massima dell’erba che si garantirà il bene di parchi, giardini, alberi, bimbi, cani e cittadini tutti, ma sarà solo un grande favore economico a chi farà ancora meno il lavoro per cui è pagato profumatamente.

Ah dimenticavo, e la spazzatura che si ficcherà sempre più copiosa in fondo alle erbacce, aumentando così il livello di degrado della nostra città e complicando all’infinito il lavoro di AMSA, sarà davvero un grande vantaggio per la biodiversità? Assessora, invece di favorire il degrado e il non lavoro del verde, si ricordi piuttosto di far togliere i numerosissimi alberi morti un po’ dovunque che sono davvero una spada di Damocle sulla incolumità dei suoi datori di lavoro.

Enrico Pluda

1 thought on “Fare crescere l’erba è un danno per l’ambiente e le persone. Solo chi ha l’appalto del verde trae vantaggio

  1. Da decine di anni l’erba dei parchi cittadini e dei condominii privati viene regolarmente tagliata. Ci sarà un motivo o sono tutti dei cretini? Se è ritenuto utile si mantenga la ”’biodiversità”’ in alcune oasi ”selvagge” ben delimitate, ma deve essere un’eccezione.

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