Tedeschi, Svizzeri e ora gli Americani. Tra castelli, navi in città e crocifissi galleggianti è riuscito ad attirare l’attenzione degli stranieri più che dei milanesi
A Milano ci sono dei quartieri che purtroppo sono conosciuti da poche persone. Dico purtroppo perché non hanno nulla da invidiare a quartieri centrali più noti. La Cagnola è uno di questi. Se lo visitate vi saprà sorprendere.
La CAGNOLA: castelli, crocifissi magici e navi in città? Le sorprese del quartiere più ignorato di Milano
# Da comune rurale degli Asburgo all’arcivescovo di Milano
La Cagnola era una parte dei Corpi Santi di Milano. Per chi non lo sapesse Corpi Santi è la denominazione con cui si indicava, fino al 1800 circa, la fascia di territorio fuori delle mura spagnole. Comprendevano le cascine e i borghi che circondavano il comune di Milano. Nel 1755 gli Asburgo fecero una riforma che modificò tale nome in Comuni rurali.
Nel 1500 il quartiere, accostato ai comuni di Boldinasco e Villapizzone, era già di notevoli dimensioni, al punto da essere citato in un atto notarile firmato dall’arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo. Tale atto, datato 1570, riguardava l’erezione in parrocchia di Garegnano che avrebbe aggregato alcune aree limitrofe, tra cui la Cagnola. Sempre dell’epoca sono alcuni documenti che attestano la presenza di botteghe e di vari insediamenti.
# Le origini del nome
Il curioso nome ‘Cagnola’ quasi certamente deriva dal nome di un proprietario fondiario che risiedeva qui nell’antichità. Il borgo si sviluppava a ridosso della antica via Varesina che partiva da Porta Tenaglia e arrivava a Saronno o Varese. Comprendeva l’attuale piazzale Accursio, che un tempo si chiamava Piazza del Bersaglio, a causa della presenza del Tiro a segno nazionale, e si estendeva fino al cosiddetto Rondò della Cagnola, oggi Piazza Firenze. Nel 1923 il comune di Milano annesse Villapizzone, Musocco, Garegnano, Boldinasco e il quartiere Cagnola. La viabilità fu modificata e nacquero in quel periodo via Gassendi e via Pacinotti.
# Tre statue in marmo: dalla Cagnola al Castello Sforzesco
Il crescente numero di abitanti alla fine del 1500 fece nascere il desiderio di costruire una chiesetta e così nel 1644 gli abitanti della Cagnola decisero di far erigere un oratorio e posizionarlo al confine con i tre comuni in cui il borgo era suddiviso. L’oratorio fu dedicato a San Giovanni Battista. Di tale costruzione oggi non rimane più niente ad eccezione di tre statue in marmo bianco del 1400 che raffigurano tre santi nell’atto della preghiera. Essi probabilmente erano racchiusi in nicchie nella facciata della cappella, ora sono conservati al Castello Sforzesco.
# Il crocifisso magico. Galleggiava per davvero!
Questa storia mescola sacro e profano. Alla Cagnola vi era infatti un’antica osteria, chiamata dell’Ostone che era posizionata proprio in fronte all’oratorio di San Giovanni Battista. Ormai anch’essa è scomparsa. Di fronte all’osteria fu ritrovato sul fondo della roggia un crocifisso in rilievo su marmo. La leggenda vuole che il blocco di marmo scolpito galleggiasse sull’acqua. Esso fu raccolto e appeso nell’osteria. Tale bel pezzo di antiquariato è stato portato nella Galleria Civica di Campione d’Italia.
# Un assaggio di Svizzera a Milano
All’interno del quartiere, nelle adiacenze di viale Certosa, si trova un insieme di vie che celebrano lo stato confinante con la Lombardia: la Svizzera. Via Chiasso, Bellinzona, Locarno e Monte Generoso. La caratteristica di queste vie è la presenza di piccole ma molto eleganti villette liberty.
# Il Liberty District: Cinema Trieste e Tennis Club Bonacossa
Nella zona non sono segnalate abitazioni rilevanti dal punto di vista architettonico. Fanno eccezione alcuni edifici. In via Giovanni Antonio Plana, di fronte al civico 20 si trova un meraviglioso palazzo liberty. In via Pacinotti poi si trova un edificio del 1912 che era un cinema, il cinema Trieste. E’ uno degli edifici liberty più di pregio della zona. Nel tempo è diventato cinema Sempione e ha in seguito conosciuto momenti di abbandono e incuria. Fortunatamente oggi è stato restaurato e trasformato in uno spazio culturale. Anche in via Pietro da Cemmo è possibile notare rilievi smaltati con motivi floreali in stile liberty che sovrastano i portoni di ingresso delle abitazioni. Poco distante da via Plana si trova però la perla liberty per eccellenza: il Tennis club Bonacossa. Questo palazzo meraviglioso è nello stesso tempo un’istituzione dello sport cittadino e un bene culturale ed artistico di pregio. Fu progettato nel 1923 dall’architetto Muzio per il conte Bonacossa, a cui fu dedicato.
# Le case-castello
Girando per il quartiere ci si imbatte in case o villette alquanto particolari. In via Gassendi 3 e in via Bodoni, per esempio si possono trovare strani edifici multicolore che assomigliano a dei piccoli castelli. Sempre restando sul tema castelli è impossibile non citare le ‘case-castello’ presenti all’angolo tra via Bartolini e via Arimondi. Esse sono case merlate realizzate all’inizio del secolo scorso. Attualmente sono state acquistate dall’hotel Mercure.
# Arrivano gli americani: dal Pentagono al Poligono
In piazzale Accursio si trova il tiro a segno nazionale, un edificio realizzato nel 1906 con il nome di ‘Poligono della Cagnola’ che sorgeva nella ex piazza Bersaglio, oggi piazzale Accursio. I soci milanesi tiratori furono qui ospitati fino al 1972, anno in cui si trasferirono. Nel 1985 viene posta sotto tutela come bene monumentale perché rappresenta un esempio di architettura liberty e perché possiede al suo interno particolari di valore storico ed architettonico. L’intero edificio originariamente era di pregio, ora purtroppo è lasciato in uno stato di completo abbandono. E’ stato recentemente ceduto al consolato americano di Milano.
# Ma quella è una nave o un benzinaio?
In piazzale Accursio, oltre al Tiro a segno, c’è un altro particolare interessante. Percorrendo viale Certosa in direzione nord, laddove si forma una biforcazione con viale Espinasse, proprio in tale biforcazione si trova questa stazione di servizio della AGIP, costruita negli anni ’50 e rimasta in attività fino agli anni ’80. L’edificio è molto originale perché realizzato somigliante alla tolda di una nave. Le pensiline sembrano essere ali di un aviogetto. Negli anni 50, in pieno boom economico, l’architettura rispecchiava lo spirito di movimento, di fermento che permeava la società dell’epoca.
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Alla fine dell’artico, Giulia Piccinini si chiede: Vi è nata un po’ di curiosità di scoprire questo quartiere così sottovalutato? Risposta: no perchè ci sono cresciuto e di particolarmente bello vi assicuro che non c’è proprio un cazzo.