L’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici tradizionalmente si dedica alla propaganda russa, indicativamente definita dezinformacija, erede dell’agitprop – agitácija i propaganda- comunista del periodo sovietico. Il suo nuovo paper 2° Rapporto Analitico. Dezinformacija e misure attive: le narrazioni strategiche filo-Cremlino in Italia sulla Nato, le politiche estere e di sicurezza dell’Occidente, e i rischi di guerra nucleare di Germani, Ramunno, Crippa e Filisto interpreta la diffusione nell’ultimo decennio delle narrazioni strategiche filorusse. Il saggio segue il libro Dezinformacija e misure attive edito nel primo anniversario dell’aggressione russa all’Ucraina ed il report L’influenza russa sulla cultura, sul mondo accademico e sui think tank italiani entrambi di Di Pasquale e Germani.
Questo secondo rapporto si incentra sull’accusa di fake news per tutte le affermazioni del fronte filorusso, nato come noto schema dei democratici Usa per sconfessare le posizioni conservatrici dei repubblicani. Paradossalmente lo studio accurato antirusso era nato nel mitico centro americano Dallin che nel secondo dopoguerra martellava sulla romantica ammirazione dei roosveltiani per la combattività russa e per il progressismo all’epoca intravisto con occhiali appannati nello stalinismo. Oggi invece i punti di vista si sono ribaltati. Il nuovo revanscismo nazionalista russo, anche prima del conflitto in essere, è stato misurato con il righello della lezione antimperialista, democraticista, antireazionaria e dei diritti umani, senza neanche pesare i vantaggi della realpolitik di Mosca nell’abbandono della precedente aggressione anticapitalista antioccidentale sui temi sociali. L’Unione Sovietica era impero del male e lo resta anche la Russia, anche oggi che è solo media potenza nella ressa multipolare.
Il rapporto elenca i risultati della propaganda russa negli enunciati citati di intellettuali, opinionisti ed influencer, come per esempio Cardini che ha definito l’attuale conflitto russoucraino come guerra scatenata dalla Nato direttamente contro la Russia con l’intento, secondo lo storico, di distogliere l’opinione pubblica statunitense e mondiale dalla rovina del governo Biden e indirettamente contro l’Europa asservita alla Nato, colpita di riflesso da sanzioni demenziali e a rischio di trovarsi in prima linea. Oppure di Orsini secondo il quale la politica americana intende dissanguare pacificamente la Russia, obbligandola a spendere una quantità smisurata di risorse per difendersi dagli attacchi americani. Ed anche Travaglio: le guerre per procura sono particolarmente vili e ignobili, perché i morti ce li mettono gli ucraini, e se ci fosse una guerra civile i morti ce li mette tutta l’Europa continentale, e quegli altri con i loro droni dal Nevada pilotano le cose. Infine Fusaro, il nemico sono gli Usa, non la Russia.L’Italia dovrebbe uscire il prima possibile dalla Nato. ..l’Ucraina è solo una pedina mossa già da Washington in vista della destabilizzazione della Russia, uno degli ultimi baluardi, con la Cina, di resistenza al nuovo ordine mondiale. Non state vedendo la guerra, ma quello che vi fanno vedere della guerra.
Cardini è un anziano intellettuale di una destra forse demodé, che non ama l’est e neanche l’ovest. Orsini è un sociologo che si è concentrato sul terrorismo islamico nella cui matrice religiosa ha fatto anche ricadere, con grandi critiche, il terrorismo comunista. Travaglio è un estremista liberale che si è immolato alla fustigazione dei costumi e delle corruzioni soprattutto del capitalismo familiare e del moderatismo politico italiani. Fusaro, allievo di Preve, marxista evolutosi in comunitarista, è un sovranista proveniente da sinistra. Tranne l’ultimo, a modo loro sono tutti di destra, con i secondi due intellettualmente estranei ai conflitti interni degli anni della guerra fredda; tutti e quattro nemici del realismo politico che costituisce perenne bussola per il conservatore. L’antiamericanismo ostentato da tutti e quattro oggi è il concentrato delle posizioni che nel secolo scorso furono bagaglio del partito comunista e della sinistra, la cui propaganda nessuno allora si azzardava a definire notizia bugiarda.
Il report precisa come la propaganda russa mescolava fino al 2012 la partecipava di una larga censura di molte élite politiche nei confronti dell’aggressività Usa fra 2003 dell’Iraq, 2011 di Siria e Libia oltre al logorio delle relazioni con l’Iran, con la propria recriminazione per l’evoluzione dell’Europa orientale. Dal 2013 il Cremlino trova, oltre i residuali Casapound e Forza Nuova, voci condivise nella Lega e nei 5 stelle. La prima sostiene nel 2014 che l’Occidente ha provocato il conflitto russo-ucraino, nel 2016 e nel 2017 lancia campagne contro le sanzioni e per la Crimea russa con la Regione Veneto e contro la partecipazione dell’Italia al gruppo Nato in Lettonia (definita dai 5 aggressiva e provocatoria). Nell’occasione Salvini si spinse a censurare la presenza dell’Italia nella Nato. In ambito Lega venne costituito il gruppo parlamentare Amici di Putin. Nel2015 Grillo attacca le sanzioni antirusse e la Nato rea del colpo di Stato in Ucraina, nel 2016Di Battista chiede la collaborazione con i servizi russidopo l’attacco terroristico di Nizza mentre il Movimento propone di sottomettere la presenza italiana nella Nato ad un un’approvazione parlamentare biennale. Nel 2017 il programma, poi censurato, di politica estera dei 5 stelle definiva la Russia Paese amico. Sputnik Italiae Geopolitika.ru sulle tematiche di immigrazione e jihad, divengono fonti stabili dei siti 5 stelle fino alla conquista del potere del 2019.
I risultati elettorali promossero queste posizioni di leghisti e pentastellati, grazie ad un elettorato non riducibile ai due tipi di amici della Russia rossobruni, fasciocomunisti e più moderati russlandversteher, tendenti alla collaborazione con Mosca dall’interno dell’Alleanza Atlantica. Le categorie del gruppo Germani sembrano però non tenere conto dell’importanza del contrasto al politicamente corretto dei tradizionisti ostili all’eticità dei diritti umani, anche perché tra questi c’è metà della stessa America, che per le sue opinioni è stata censurata come filorussa. Scivolone d’interferenza del Cremlino fu invece la campagna dei media russi contro il referendum di Renzi del 2016 quando Grillo parlava di colpo di Stato.
Nel report vengono ricordate affermazioni come controproducente per l’Ue considerare la Russia come nemico e non come un alleato geopolitico; le sanzioni economiche alla Russia dopo la crisi Ucraina del 2014 hanno inflitto danni gravissimi all’economia italiana; le politiche espansioniste Usa rappresentano una minaccia alla pace; la Russia è una potenza responsabile che promuove sicurezza; è opportuno riabilitare la Russia come interlocutore strategico delle crisi regionali (Siria, Libia, Yemen).Affermazioni in cui mescolano verità e bugia. Nondimeno la considerazione che Euromaidan, ossia la rivoluzione dell’inverno 2013/14, fu un colpo di Stato sostenuto da Usa e dalla Nato venne a suo tempo suffragata nel 2017 dal documentario Ukraine on Fire di Stone, che soppresso su You Tube fu ripubblicato a furor di popolo (occidentale).
La maggioranza silenziosa non concorda con i toni dei 5 stelle che descrivevano nel 2015 l’Ue come sottomessa agli Usa. D’altronde non ama neanche la politica inquisitoria delle sanzioni e non trova bugiarda l’idea che l’esportazione della democrazia generi destabilizzazione, caos, guerre civili, terrorismo e flussi migratori fuori controllo. Lega e Fratelli d’Italia non credono che l’immigrazione di massa sia organizzata da Ue ed Usa, ma sono convinti che queste potenze la tollerino. La maggioranza silenziosa sul tema vorrebbe gli stessi comportamenti adottati dagli Usa con i messicani al confine. Ugualmente non è credibile che jihad, Isis e Al-Qaeda siano finanziate dagli americani ma è attestato che la politica estera Usa spesso li abbia fatti sviluppare. Non si può accusare la Chiesa di rossobrunismo perché ha condiviso l’efficacia della Russia in Siria anche a vantaggio dei cristiani.
In realtà, definire l’egemonia Usa in Occidente repressione è in effetti una bugia. Si ricorda sempre poco o si dà per scontato che il mondo non occidentale fluttua tra dittatura e demotura. Tutti capiscono che nella globalizzazione aumentano i vincoli ma non credono che la sovranità italiana sia stata usurpata dalla Ue, dalla Nato, dagli Usa. Pur nell’imperialismo e nel bellicismo, dopo la sconfitta europea, gli americani hanno saputo far condividere lo sviluppo economico con la condivisione dello sviluppo democratico. L’Europa che inizialmente si teneva stretta alla Nato nel timore dell’invasione comunista, negli ultimi decenni ha però manifestato una volontà neutralista che non le fa condividere l’espansionismo americano. A costo di apparire eretici, appare legittima l’aspirazione europea a rendersi soggetto indipendente dagli Usa. Il peso economico e la centralità geostrategica indicano al Vecchio continente un desiderio di autonomia sottolineata dal diverso sentire rispetto agli americani. All’Europa non interessa l’esportazione della democrazia e l’espansione militare senza limiti; interessa molto l’Africa che invece non ha gioco nei piani americani. Non si tratta di disinformazione russa ma di evoluzione dell’opinione pubblica italiana ed europea, che desidera la fine della guerra russoucraina a qualunque costo. Opinione che si muove nella tendenza neutralista merkeliana, incurante degli aspetti etici, verso la convivenza economica con Usa, Russia e Cina.
L’aggressione della Russia del 2022 ha giocoforza allontanato tutti dalle sue giustificazione; ed ha dato agli Usa l’occasione di chiudere la scorciatoia europea simbolicamente sbarrata con il sabotaggio militare del Nord Stream, sorta di Rapallo dei giorni nostri. Ora non conta più che si dica che l’Occidente (abbia) organizzato l’attacco finale alla Russia. Il clima che ha condotto all’attuale governo può anche sospettare che l’Ucraina abbia alimentato, enfatizzato e sfruttato la minaccia russa per coinvolgere la Nato e gli Usa in una guerra per procura (anche se tale politica appare suicida), ma esclude che Nato ed Usa si facciano coinvolgere in prima persona da paesi baltici, Polonia ed altri dell’ex blocco orientale. La Russia ha torto, la guerra rimarrà limitata ai due soggetti slavi e l’antiamericanismo, di sinistra e di destra, a prescindere da quanto dicano i media russi, vivrà autonomo di vita propria.
Studi tra Bologna, Firenze e Mosca. Già attore negli ’80, giornalista dal 1990, blogger dal 2005. Consulente UE dal 1997. Sindacalista della comunicazione, già membro della commissione sociale Ces e del tavolo Cultura Digitale dell’Agid. Creatore della newsletter Contratt@innovazione dal 2010. Direttore di varie testate cartacee e on line politiche e sindacali. Ha scritto Former Russians (in russo), Letture Nansen di San Pietroburgo 2008, Dal telelavoro al Lavoro mobile, Uil 2011, Digital RenzAkt, Leolibri 2016, Renzaurazione 2018, Smartati, Goware 2020,Covid e angoscia, Solfanelli 2021.