Il ricatto di Sala a Milano

Milano

Ancora il dogmatismo, la negazione di un dialogo e dell’ipotesi di un accomodamento di Sala. Si parla del “glicine” che i milanesi vogliono salvare.

“Si sta vedendo come si può cercare di salvare il glicine ma il problema come sempre è di costi. Se si dovesse andare verso un costo eccessivo a quel punto vediamo cosa fare, non è un obbligo per Milano fare il Museo della Resistenza, per me però sarebbe un grandissimo peccato che si rinunci, ma se l’opinione pubblica e l’opinione che si sta muovendo attorno al glicine lo considera più importante del Museo, e se spostare il glicine è costosissimo, allora vorrà dire che rinunceremo al Museo della Resistenza”: così il sindaco Giuseppe Sala è tornato sulla questione del glicine del Circolo dei Combattenti e delle piante del Giardino comunitario Lea Garofalo di piazzale Baiamonti che dovrebbero essere rimosse per fare spazio al Museo della Resistenza. “È chiaro che però poi ognuno si prenderà le sue responsabilità”, ha aggiunto il sindaco.

Dalla sua stessa maggioranza la condanna a tanta supponenza.

“Che errore colossale fa il sindaco sul glicine. È un ricatto inaccettabile contrapporre l’esistenza del glicine e dei tigli al Museo della Resistenza. Abbiamo sempre e solo chiesto una piccola e possibilissima variante di progetto per fare coesistere Resistenza e alberi. Basta poco e lo ha chiesto il Consiglio comunale all’unanimità e una grossa parte dell’opinione pubblica. Perché non si può fare una variante? Non è un razzo che deve andare su Plutone a cui noi vogliamo togliere un motore. Risolviamo i problemi, e questo è semplice, i proclami lasciamoli ad altri”. Così Carlo Monguzzi, capogruppo dei Verdi in Consiglio comunale e presidente della commissione Ambiente, commenta le dichiarazioni fatte ieri dal sindaco Giuseppe Sala sulla vicenda del glicine di piazzale Baiamonti.

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