I RACCONTI di CAPITAN U 1947: “Signor Sindaco di Milano, perché ha negato i wc ai senza tetto ma ha donato le panchine azzurre ai migranti?”

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I RACCONTI DI CAPITAN U 1947

(alias Umberto Napolitano)

Come il presidente dell’Emilia e Romagna anche il Sindaco Sala ha molte idee stravaganti come ad esempio la bella rete di piste ciclabili voluta da entrambi ma con risultati non eclatanti ottenuti: mentre quella di Bonaccini è durata poco venendo spazzata via dalla piena facilitata a quanto dicono dal disboscamento selvaggio effettuato per crearla a discapito delle esigenze del territorio, quella di Milano invece ha creato seri disagi ai cittadini per il traffico a rilento e relativo eccesso di emissione di gas di scarico, continui incidenti con bicilette e monopattini asfaltati, commercianti imbufaliti perché eliminando tutti i posteggi il loro fatturato è vorticosamente crollato, e, tutto ciò con quale risultato? Nullo, se in una recente notizia è stato affermato che Milano è la terza città più inquinata del mondo… incredibile, mi manca l’aria solo a raccontarlo! Certo il Sindaco di una città così grande come Milano ha una scrivania colma di problematiche tipo il far west intorno alla Stazione Centrale tra stupri, borseggi e spaccio di droga nell’indifferenza totale, le case popolari occupate in gran parte dai clandestini, e, per non farsi mancare nulla, un’ultima grana fresca fresca: un trans con problemi psichici che tampina dei bambini fuori dalla scuola, intervengono i Vigili e il trans li scazzotta, quelli lo fermano in modo poco amichevole e il sindaco che fa?… Ordina un’inchiesta sui vigili troppo rudi. Insomma, rispetto per tutti tranne che per i cittadini costretti a subire senza che nessuno li difenda. Ma lei per chi tifa, per chi delinque o chi subisce?

Per togliere ogni dubbio il signor Sindaco di Milano inaugura panchine azzurre, un dono ai migranti invitandoli a venire in Italia perché è un loro diritto, nobile iniziativa ideologica ma che nella realtà lascia tutti insoddisfatti: i migranti, abbandonati a sé stessi in mezzo ad una strada a delinquere per sopravvivere ed i cittadini, costretti a subire per pagare la loro sopravvivenza… “cosa da mangiarsi le…” lasciamo perdere!

E così, girando in bici fino alla Stazione Centrale, stanco, accaldato, per tanto smog e acetilene ingoiati, rimpiangendo la mia Liguria che avevo momentaneamente abbandonato, ho visto una bella panchina azzurra libera e lì mi sono seduto per cercare ristoro e riposare le membra. Ma era una panchina speciale con una bella targa in vista che avvertiva che detta panchina era  dedicata ai migranti, come sui tram i posti a sedere per i disabili. Magari poco prima era servita a qualche malintenzionato per riposarsi dopo aver menato un poveretto che si rifiutava di dargli il suo cellulare, ma ero troppo stanco per farmi troppe menate e, rischiando magari una multa, guardandomi intorno ho tirato fuori il “mio” cellulare e ho dato un occhiata ad un giornale on line, soffermandomi su un’immagine che attirando la mia attenzione mi aveva rilassato scaturendo un tenue sorriso sotto i miei baffoni da Capitano incallito ma dal cuore tenerone: “L’associazione Pro Tetto stava accompagnando alcuni suoi assistiti in udienza da Papa Francesco”

Ed ho pensato in quel momento alle disuguaglianze in una Metropoli come Milano fra cittadini di serie A e cittadini di serie B. Poi ci sono i cittadini di serie C, quelli che spesso solo con la loro presenza creano imbarazzo, e, mi spiace dirlo, perfino fastidio: se fossero invisibili sarebbe il massimo, ma ci sono e sono i più colpiti nei momenti di emergenza. Basta tornare indietro, ai tempi del covid, per rammentarvi che in quel periodo stavamo tutti barricati nelle nostre case, ma non proprio tutti: i senza tetto non avevano casa e dormivano nei loro giacigli all’aperto, con i bar tutti chiusi, nessun bagno chimico messo a loro disposizione e costretti ai bisogni naturali in condizioni animalesche, non degne di una grande città e di una società evoluta. Fernando Barone, presidente della Pro Tetto, associazione che da anni si occupa della loro assistenza, ha provato con tutte le sue forze a elemosinare a Sala almeno un cesso chimico da mettere a disposizione nella zona San Babila … tutto inutile, finché si è incazzato e ha dato via ad una protesta silenziosa ed eclatante, un water mobile con lui seduto sopra e spostato nei vari punti nevralgici della città, perfino davanti a Palazzo Marino.

Caro Sindaco di Milano, lei regala panchine ai migranti per ricordare i loro diritti a venire in Italia e si dimentica dei diritti di chi è già in Italia e forse sta peggio di loro, ma che non dà fastidio, se ne sta in un angolo, in un giaciglio di cartone, che non chiede nulla se non un semplice Wc chimico da usare quando i bar sono chiusi …  Lei non li ha voluti nemmeno incontrare una volta, mentre magari il Papa li ha abbracciati con amore come necessita ogni tanto chi è debole; basta un po’ di attenzione, un gesto, una parola di conforto per sentirsi meno soli. Nel mio piccolo cerco di essere un po’ più umano e quando passo da Milano faccio un salto in San Babila, in via San Pietro all’Orto e contribuisco a distribuire loro qualche pasto caldo e qualche abbraccio insieme a Fernando Barone e allo staff dell’associazione Pro Tetto. Ho dedicato una canzone a questi Angeli, “Gli Angeli di via San Pietro all’Orto” che signor Sindaco, se trovasse cinque minuti per ascoltarla e vederne le immagini, forse potrebbe rendersi conto che ci sono modi differenti per accogliere e sostenere anche chi migra in Italia in cerca di fortuna e che nell’attesa non delinque ma si affida alla generosità di chi lo possa considerare un individuo vivente e pensante e non un essere invisibile. Vedrà uomini che dopo essersi separati dalla moglie non sono stati tutelati ed hanno perso tutto, vedrà ragazze che hanno attraversato il mare ma non hanno trovato ciò che loro avevano promesso, ma sfruttamento con lavori faticosi e malpagati ma che finiti questi si sono rifiutate di prostituirsi e … tanto altro ancora.

Caro Sindaco, per non essere imparziale ho scritto anche una canzone a lei dedicata, “Signor Sindaco Di Milano”, che presto le presenterò offrendole dal più profondo del mio cuore solo qualche riflessione in più. E con questa promessa, e non minaccia, a chi mi segue do appuntamento al prossimo racconto di Capitan U 1947.

Umberto Napolitano

16 thoughts on “I RACCONTI di CAPITAN U 1947: “Signor Sindaco di Milano, perché ha negato i wc ai senza tetto ma ha donato le panchine azzurre ai migranti?”

  1. Ciao o mio CAPITANO.
    Sai come la penso su MILANO, la città che mi ha dato la nascita, la crescita, il benessere, ma anche l’impossibilità di vivere sano e tranquillo.
    Molti argomenti da te esposti, sono di pregio e li condivido, ma i problemi, a Milano come in tutta Italia, riguardano la cattiva gestione, anche se non sempre voluta dai primi amministratori. (spesso anche dalle opposizioni)
    Per dar seguito alla tua stimata voce in questi giorni di forte disagi, mi sono permesso di scrivere alla nostro Presidente del Consiglio…..

    Buonasera Presidente.

    Sa già che sono un vostro sostenitore, ma….

    Mi dispiace non concordare con le scelte fatte a favore dei territori colpiti dall’alluvione e sopratutto degli alluvionati.
    Ci rendiamo conto che la maggior parte di loro non ha acqua potabile ( però alcuni amministratori si permettono di consigliare di lavarsi e disinfettarsi, con cosa se hanno perso tutto e l’acqua potabile manca da 8 giorni ?).
    Però proprio in questi giorni si è esaurita la discussione sul ponte stretto di Messina, con l’emanazione di una legge e uno stanziamento di, iniziali, 15 miliardi di euro, provenienti si dal PNRR , ma che con qualche sforzo in più, avrebbero, almeno in parte potuto essere dirottati per l’aiuto alle popolazioni alluvionate.

    Mentre per l’intero territorio colpito da questa calamità naturale , preannunciata più volte e per la relativa popolazione, solo 2 miliardi.

    La vita non conta proprio nulla.

    E non veniteci a dire che il ponte porterà lavoro.
    Forse porterà ricchezza, ma non ai comuni cittadini, nemmeno a lungo termine.

    Ormai avete deciso di buttare altri miliardi.
    Non fossero bastati tutti quelli buttati dai governi precedenti.
    E non si può fare , niente altro che vergognarsi.

    Buon lavoro e buona fortuna……agli alluvionati.

    Cordialmente

    Dario Bellotti

    P.s.
    Sarebbe bello molti italiani prendessero il cuore e il coraggio tra le mani.

  2. Bravo Umberto sei sempre sul pezzo e pronto a sfoderare la spada quando serve… spero questo URLO possa essere ascoltato da questa persona che tanto vuol fare per chi ne ha bisogno…

  3. E’l’Italia di oggi. Un’amara triste realtà.. Un Italia svenduta. Ricompriamocela con tutti i suoi valori e principi

  4. Grande Umberto, condivido pienamente il tuo pensiero, forte e sincero come solo le belle persone come te sanno esprimere.

  5. Caro Umberto in questo tuo nuovo bellissimo articolo hai toccato diversi aspetti della vita quotidiana della metropoli milanese che si trova in compagnia purtroppo con la realtà di tante altre città italiane. I problemi delle persone non si risolvono di sicuro solo con le dichiarazioni di buone intenzioni dei nostri politici o con le panchine riservate dal nostro Sindaco ai soli migranti, è un vecchio problema che non riescono a sanare, arrivano nel nostro Paese persone che hanno perso tutto ma non siamo in grado di gestirle perché come sempre l’Europa ci lascia soli e l’immigrazione trova due sole strade , quella dell’accoglienza emergenziale da parte delle strutture umanitarie o di volontariato o quella dello sfruttamento da parte della malavita organizzata, droga, rapine, prostituzione ecc.
    Alla base c’è anche una progressiva mancanza di umanità delle nostre istituzioni, ne è lampante l’esempio che hai citato dei senza fissa dimora che non hanno un solo bagno chimico, gente invisibile ai nostri occhi ma soprattutto ai nostri cuori che incontriamo tutti i giorni nelle nostre città e ai quali non regaliamo spesso nemmeno un sorriso o un saluto preferendo accelerare il passo o voltando lo sguardo dall’altra parte. Non posso nemmeno non pensare al nostro Presidente della Repubblica, una intera Regione è stata devastata dall’alluvione e a distanza di tanti giorni non ha trovato il tempo di andare a visitare questi nostri fratelli e sorelle italiani, si è limitato ad un freddo messaggio di cordoglio e nulla più. E’triste dirlo ma abbiamo avuti Presidenti di ben altra umanità in passato, se non è capace di essere vicino come farebbe un padre con i suoi figli in circostanze dolorose come queste non lo considero di certo il mio Presidente.
    Per concludere o siamo in grado di riscoprire, rafforzare e praticare l’umanità che è in ciascuno di noi dalla nascita o il nostro individualismo ed egoismo avranno definitivamente il sopravvento condannandoci ad un futuro dove la stessa vita umana avrà più lo stesso valore

    1. Umberto Napolitano ho provato rabbia e tristezza a leggere questo tuo racconto sulla realtà assurda che stiamo vivendo. Non riesco a capire perché quello che noi vediamo e pensiamo, per loro va tutto tranquillo. Grazie per averci regalato i tuoi pensieri, e per quel video meraviglioso e commovente che rimane nel cuore. Continua ancora a scrivere. Siamo in tanti a pensare come te. Ti abbraccio forte forte come tu hai abbracciato quegli uomini per regalare loro un po’ di affetto.

  6. Concordo con te carissimo, aiutare é un gesto fondamentale ma…. Dare l’esempio soprattutto. Aiutare gli altri e non noi, non è un bell’esempio. Un abbraccio dalla tua Liguria

  7. Grande Capitanoo..!!! Sempre a toccare le corde giuste per faci comprendere che tutte le scelte che stanno prendendo (per conto nostro) sono sbagliate. Ipocrisia a livelli mai registrati e tanta ignoranza e non voglia di migliorare.
    Signor Sindaco di Milano, può diventare l’inno di questa bellissima città, ma che da troppo tempo trascurata e gestita peggio..!!!!
    Grande Capitano, continua a guidarci versa la retta via!!!!

  8. Carissimo Capitan U,
    le tue parole suonano sul tamburo della comunità però non passano oltre la sordità di chi non vuol sentire.
    Le ragioni della sordità? spesso dovute al continuo tintinnare di monete assordante e invasivo per chi ha fatto dell’ostentazione di potere la propria bandiera, la propria ragione di vita. Questo avviene nella comunità ad ogni livello, naturalmente il governo di una città di un paese o di una azienda passa da schemi culturali che sono esattamente lontani dalle tue giuste valutazioni, elaborate con lucida critica garbata anche se pungente.
    Alle tue parole desidero aggiungere solo una triste convinzione personale: la parola onestà è deceduta uccisa dalla cultura distorta e mistificata, un veleno mortale che altera le coscienze di molti.
    Alla nostra situazione paese dobbiamo aggiungere anche una eccessiva influenza europea altrettanto debilitante per la nostra economia sempre più leva di ricatto e demolizione della sovranità.
    Spero e prego per un coro di voci che insieme alla tua possa scuotere coscienze e persone per ritrovare forza e scelte capaci di trasferire una educazione sociale migliore.

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