“Un abbraccio collettivo” al glicine, ai tigli e all’area verde di Baiamonti. E’ l’iniziativa che è stata annunciata ieri per le ore 15 dal comitato Baiamonti Verde Comune con un presidio durato tutta la giornata, a partire dalle ore 11 e con un preannunciato picnic alle 13.
Il consigliere comunale dei Verdi, Carlo Monguzzi ha lanciato l’appello “Alle 15 a cantare Bella Ciao in piazza Baiamonti. Anche se il Comune ha rinviato (per la terza volta) la riconsegna dell’area a mercoledì 31. Ormai tutta la città, anche tutta Anpi , è dalla nostra parte. Abbiamo vinto perché abbiamo ragione, perché è una cosa di buon senso, perché basta una piccola modifica di progetto per risolvere il problema, per loro. Rimangono solo Sindaco e giunta abbarbicati nella loro torre di cemento”.
Un centinaio di persone si è radunato così in via Montello, zona Baiamonti, per protestare contro la rimozione del glicine per favorire la costruzione del museo della Resistenza, prendendo parte alla catena umana organizzata dal comitato Baiamonti Verde Comune. Presente, oltre al consigliere comunale dei Verdi Carlo Monguzzi, anche l’attore Giovanni Storti, del trio Aldo Giovanni e Giacomo. Canzoni popolari, balli e cori hanno accompagnato il pomeriggio che doveva essere, secondo quanto si era appreso nei giorni scorsi, quello della presa formale di possesso dei terreni e della consegna al Ministero della cultura. Dal Comune, però, hanno riferito gli organizzatori del presidio, nessun segnale: tutto rimandato a mercoledì 31 maggio, quando il comitato tornerà a protestare, assicurano i manifestanti presenti.
In piazza Baiamonti in occasione della catena umana le parole del consigliere Monguzzi: “Tutto il consiglio comunale chiede la coesistenza del glicine con il museo della resistenza. L’Anpi si è schierata totalmente a favore di questa cosa. Basta una piccola modifica di progetto, si può fare tutto. Purtroppo, incomprensibilmente sindaco e giunta continuano a tenere una posizione che non solo io ma nessuno capisce” ha concluso il consigliere dei Verdi.
“Oggi è il giorno in cui ritorna al Comune quello che è lo spazio gestito per anni da combattenti e reduci, ed è l’inizio del cantiere che costruirà un edificio che forse porterà all’abbattimento di un glicine ottuagenario. Questi tigli non sono solo piacevoli, non cambiano solo un po’ l’umidità e l’ossigeno, ma cambiano tutta la morfologia del territorio. Io penso che in partenza bisognerebbe prima valutare l’impatto sul territorio e poi pensare a costruire. Una progettazione senza verifica dei cambiamenti sul territorio è per me un abuso”, ha detto l’attore Giovanni Storti, da tempo impegnato in battaglie ambientaliste.
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A Milano hanno edificato e cementificato a manetta per anni e questi verdastri da strapazzo si svegliano solo adesso? E Salah magnianimo concede la modifichina. Ma che bella favola.