Paola Nordera. Mente libera oltre la realtà

Cultura e spettacolo
Ballo notturno

La macchina fotografica non è solo un mero strumento ma un’estensione dei nostri occhi e in quanto tale è soggetta all’influenza del nostro pensiero.

Paola Nordera ha scelto la fotografia come mezzo per indagare la realtà e ciò che la circonda. I colori diventano un’importante forma espressiva attraverso la quale esprimere sentimenti e ricreare atmosfere molto marcate, sature di emotività.

D. Nelle opere presentate a MIA – Monza International Art, si percepisce chiara la tua ricerca di astrazione per presentare immagini che vanno oltre la realtà. Come sono nati questi lavori?

R. Le opere appartengono alla serie “FRAGMENTS” che nasce nel 2021 ed è tuttora in evoluzione. In questo progetto ho scelto di utilizzare toni e forme particolarmente decisi per cercare di raggiungere emozionalmente l’osservatore con il quale condividere le sensazioni che io stessa provo nel momento della realizzazione. Come è mia abitudine affermare, la realtà non è sempre come appare ma come la nostra mente libera la interpreta e la deforma. Per alcune delle mie opere recenti ho scelto di utilizzare il linguaggio degli Indiani Lakota che, per tradizione, sono particolarmente sensibili alla spiritualità presente in ogni forma vivente o inanimata.

D. Negli ultimi anni hai lavorato anche a una serie dove l’acqua è protagonista. Attraverso le sue increspature e i suoi riflessi si percepisce ancora una volta il desiderio di far fluire i tuoi pensieri e le tue emozioni. Ce ne vuoi parlare?

R. È esattamente così, nella serie WALL OF ILLUSION l’acqua diventa lo specchio della mia anima e dello spirito dei luoghi che riflette. Gli scatti sono stati realizzati a Venezia, città magica e ricca di sogni, racconti e storia che possono portare a visioni o allucinazioni, giochi della mente che cerco di approfondire astraendo il più possibile le forme, avvicinando la mia fotografia anche alla pittura impressionista: ciò che conta maggiormente è l’impressione immediata trasmessa dalla luce e dai colori.

D. In questa mostra oltre alle tue opere sono presenti quelle di tuo marito. Come si condivide questa arte rimanendo fedeli alla propria personale visione ed interpretazione del mondo?

R. È indispensabile, oltre al rispetto reciproco, il confronto e la condivisione delle diverse idee, pur avendo percorsi ed esperienze artistiche differenti. Il che non significa essere sempre d’accordo ma anche accettare critiche, purché costruttive. Spesso siamo proprio noi i critici più severi l’uno dell’altro. Questo non vale solo nella fotografia, ma anche nella vita di tutti i giorni.

Dott. Francesca Provetti – Direttrice Monza International Art

 

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