Intitolazione via Bianca Ceva

Cronaca

Tra le vie Calchi Taeggi e Bisceglie, verrà intitolata via Bianca Ceva, docente e partigiana durante la Guerra di Liberazione dal nazifascismo, nata a Pavia nel 1897 e morta a Carate Brianza nel 1982. Laureata in Lettere all’Università degli Studi di Pavia e in seguito anche in Filosofia, frequentò intellettuali antifascisti come Benedetto Croce, Tommaso Gallarati Scotti, Francesco Flora e Umberto Zanotti Bianco. Si dedicò all’insegnamento al Liceo Beccaria di Milano sino al 1931 quando venne espulsa dalla docenza perché antifascista aderente al movimento politico Giustizia e Libertà di cui il fratello Umberto, suicidatosi in carcere nel 1930, era stato fondatore e militante con Ferruccio Parri, Riccardo Bauer ed Ernesto Rossi. Continuò a lavorare alla Pinacoteca di Brera e a opporsi al regime fascista iscrivendosi al Partito d’Azione.

Dopo la caduta di Mussolini riprese nell’agosto del 1943 a insegnare al Liceo Beccaria, che lasciò per entrare attivamente nella Resistenza. Nel dicembre 1943 Bianca Ceva fu arrestata e nell’agosto del 1944 sottoposta a giudizio e condannata presso il Tribunale militare di Milano che la rinviò per una nuova condanna al Tribunale Speciale. Nell’ottobre dello stesso anno Bianca Ceva riuscì a evadere dal carcere dove si trovava in attesa di giudizio e a raggiungere i partigiani dell’Oltrepò Pavese. Dopo la Liberazione nel 1945 tornò ad insegnare e divenne preside del Liceo Beccaria. Contribuì alla fondazione dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI) di cui fu segretaria generale dal 1955 al 1972. Bianca Ceva ha anche fatto parte, negli stessi anni, del comitato direttivo della rassegna “Il Movimento di liberazione in Italia”.

Traduttrice di Tacito e studiosa di problemi storici, filosofici e letterari, traduce giovanissima dall’inglese di opere di Bertrand Russell (I problemi della filosofia, Milano, Sonzogno, 1922) e John Stuart Mill (Autobiografia: pagine scelte, Milano, Società Editrice Unitas, 1927), il filosofo che già nel 1869 aveva scritto con la filosofa Harriet Taylor il testo On the Subjection of Women, testo cruciale a sostegno dell’emancipazione femminile. Fra i suoi numerosi scritti, oltre agli amati studi classici, si ricordano: Storia di una passione: 1919 – 1943 (Milano, Garzanti, 1948); Tempo dei vivi 1943 – 45 (Milano, Ceschina, 1954); 1930: retroscena di un dramma (Milano, Ceschina, stampa 1955; sulla vicenda del fratello Umberto); Cinque anni di storia italiana, 1940 – 1945: da lettere e diari di caduti (Milano, Edizioni di Comunità, 1964); La storia che ritorna: la terza deca di Tito Livio e l’ultimo conflitto mondiale (Milano, Unione Femminile Nazionale, 1979).

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