“Riposa in pace Mr. Berlusconi. Per sempre grato per l’opportunità che mi hai dato di giocare per il tuo iconico club”. Così sui suoi profili social Ruud Gullit commenta la notizia della morte di Silvio Berlusconi all’età di 86 anni. L’ex calciatore olandese ha vestito la maglia del Milan dal 1987 al 1993 e poi ancora nel 1994. Con Marco Van Basten e Frank Rijkaard ha formato lo storico trio degli olandese del Milan di Arrigo Sacchi. Tanti i giocatori o i tecnici dei suoi Milan che gli hanno reso omaggio. Franco Baresi, uno degli uomini simbolo del Milan vincente targato Silvio Berlusconi, accoglie in lacrime la notizia: “Mi sento più solo. Per me era come un padre, un presidente unico e affettuoso per tutti. Ha realizzato i miei sogni”, spiega ancora Baresi, vicepresidente onorario del Milan. Filippo Galli propone di intitolargli lo stadio: “Se l’idea partisse da iniziativa popolare, sarebbe una soluzione da poter percorrere” dice. “Sono davvero rattristato, è volato via una persona speciale”. Così a Gianluigi Lentini. “Ha fatto la storia su ogni cosa che ha fatto – spiega l’ex giocatore, che passò dal Torino al Milan nel 1992 diventando uno degli acquisti più costosi dell’era Berlusconi – E’ stato indimenticabile per me e per tutti”. Via Instagram arriva la reazione di Vincenzo Montella, ultimo tecnico avuto dal Cavaliere al Milan che ha vinto nel 2016 la Supercoppa italiana ai rigori contro la Juventus: “Fiero di averti regalato l’ultimo trofeo da Presidente del tuo amato Milan. Riposa in pace”. Paolo Maldini su Instagram: “Ci lascia un genio, visionario e sognatore, ma soprattutto un amico che ha cambiato la storia della nostra Italia. Grazie di tutto Presidente, hai fatto vivere a tutti noi milanisti un sogno lungo più di 30 anni, nessuno sarà mai come te”. Fabio Capello ha parlato a Sky Sport: “Personaggio unico, con una forza e un carisma che ho visto in poche altre persone. Tanti hanno cercato di fare come lui senza riuscirci, aveva capacità manageriale e capacità di trovare uomini giusti per raggiungere gli obiettivi. Sapeva scegliere. Ha fatto cose incredibili. Ricordo la prima volta a Milanello che disse che voleva far diventare il Milan la squadra più forte del mondo, e ci riuscì. Ha creato televisioni, ha creato il Milan. Capiva subito chi era importante e chi aveva idee giuste, ma pure i momenti in cui intervenire. Di tutti gli acquisti che ha fatto, fra giocatori e allenatori, ne ha sbagliati pochi. Un ricordo? Nel 2007 allenavo il Real Madrid e mi chiese di Ronaldo, gli dissi che era il più forte che avessi mai allenato ma che oramai non aveva più voglia e che lo avevamo già venduto in Arabia Saudita. Il giorno dopo Ronaldo era un giocatore del Milan”.
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