Ora tutti diranno la loro su vita e morte di Silvio Berlusconi. Io l’ho conosciuto bene, nel bene e nel male. Ho lavorato per lui per 15 anni, nella villa di Arcore. È una sensazione strana, personale, un’epoca che se ne va e insieme a essa una parte importante della vita. Una parte importante della mia vita. L’unico aneddoto che voglio raccontare è di quando, l’unica volta che osai fargli un complimento personale in tanti anni, mi fulminò con lo sguardo e mi disse: “da te non voglio questo”. Sapeva che non ero un “berlusconiano” e che la mia idea della vita era molto lontana dalla sua.
E anche se si circondava troppo spesso di persone che lo idolatravano e gli dicevano sempre di sì, perché gli piaceva tanto essere adulato, rispettava e sapeva apprezzare anche chi non era allineato. Ed era capace di gesti di affetto, e sono quei momenti privati che ora voglio ricordare. Il resto, finita l’era della cronaca, lo lasciamo ai tempi della storia.
C’è un solo momento che accomuna tutti gli uomini, e in quel momento non conta ciò che si è fatto nella vita pubblica, ma ciò che si è portato, alla fine, dentro di sé. Quanto si è stati capaci di amare. Questo è il giardino segreto di ogni essere umano, e merita sempre il massimo rispetto. Ciao Dottore, in bocca al lupo per l’ultimo viaggio.
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