SORRISO: LA CARTA SEGRETA

Scienza e Salute

Quando si è fatto tutto, ma proprio tutto per un sorriso ma permangono anomalie estetiche dovute alla forma dei denti, ecco venire in soccorso  una tecnica che ho messo a punto ormai più di 25 anni fa.

E’ una tecnica mininvasiva, veloce e decisamente economica rispetto all’alternativa di fare una protesi fissa con corone (capsule)  o con faccette in ceramica.

Io l’ho chiamata Coronoplastica.

E’ una tecnica utile anche nei casi in cui l’ortodonzia (la cosiddetta macchinetta) ha dei limiti o nulla può.

Ecco qualche esempio:

  • I falsi diastemi, cioè quando uno spazio, per esempio tra gli incisivi, legato al fatto che i denti sono microdontici (cioè più piccoli del normale); in questo caso i denti non vanno chiusi con l’apparecchio, ma al contrario ingranditi, di quello che serve, con la coronoplastica, che normalizzerà così il quadro estetico e clinico e  quindi il sorriso;
  • le anomalie di forma, più frequenti di quello che si immagini, una su tutte l’incisivo conoide; in questi casi la coronoplastica si associa all’ortodonzia;
  • la malattia parodontale avanzata è una controindicazione assoluta dell’ortodonzia; la coronoplastica dà una risposta veloce e soddisfacente, magari associata alla stabilizzazione definitiva con fibra di polietilene.

Queste sono alcune delle indicazioni, ma più in generale, interveniamo con la coronoplastica quando siamo di fronte a un problema di anomalia di forma dei denti e delle conseguenze estetiche funzionali.

La coronoplastica non utilizza la protesi ma restaura i denti con il composito (un materiale estetico costituito da una miscela di resina e cristalli di quarzo), pertanto è particolarmente conservativa, non invasiva, in molti casi reversibile e, infine, economica.

Certamente la Coronoplastica, cioè togliere e/o aggiungere qualcosa  al dente, è un’arte molto sottile, richiede una particolare sensibilità e una consolidata esperienza, unite a una capacità tecnica nel manipolare i compositi.

Dunque essa  è l’arte-scienza di riarmonizzare in termini clinici, funzionali ed estetici il sorriso.

Richiede nella sua esecuzione  in genere, due o tre ore di lavoro. Massimo una mattinata. Dunque, non mesi. Anche questo è un vantaggio non di poco.

E’ fondamentale una diagnosi differenziale accurata, in modo da selezionare i casi da risolvere ortodonticamente, rispetto a quelli da affrontare con la coronoplastica.

Spesso, come ho già accennato, anche i casi trattati con l’apparecchio ortodontico possono avere bisogno di un passaggio intermedio o finale di coronoplastica.

La gamma dei casi è abbastanza vasta: basti citare, per una comprensione esemplificativa, gli incisivi laterali superiori  da rimodulare nella loro dimensione e forma, oppure gli incisivi centrali <<triangolari>> che interferiscono con l’armonia estetica, laddove essi da soli valgono la metà sorriso.

Insomma la coronoplastica (plastica cioè modifica della corona dentale) è una chance estremamente interessante e risolutiva.

Pur utilizzandola ormai da più di 25 anni, essa ha le sue radici tecniche e cliniche nelle ricostruzione dei denti fratturati dei bambini.

Questa metodica la pratico addirittura da 35 anni con successo.

E’ singolare rivedere  bambini a cui ho ricostruito uno o due incisivi “rotti” intorno ai 10 anni e ritrovarli affermati professionisti quarantenni col “mio” dente ricostruito in materiale composito.

Ad alcuni ho dovuto fare un ritocco di colore nel tempo, ad altri assolutamente nulla.

Ovviamente la bontà del risultato è legata al rispetto tassativo di tutti i capitolati clinico-ricostruttivi-funzionali.

Regola che vale sia per il restauro del dente fratturato che per la Coronoplastica che ne è, dal punto di vista tecnico-procedurale, una derivazione estensiva.

BOX

L’ALTERNATIVA COSTOSA

Invece della Coronoplastica, cioè modifica dei denti con materiale  composito (miscela di resina e cristalli di quarzo), ripeto, metodica mininvasiva, reversibile, economica e di veloce esecuzione (richiede al massimo 3 ore !!!), si può ricorrere alla protesi o utilizzando le faccette in ceramica o le “capsule” (corone) in ceramica.

La soluzione estetico-funzionale sarà demandata al tecnico perché sarà lui a costruire “ i manufatti”  che verranno poi adattati e cementati nella bocca del paziente.

L’odontoiatria fa molto meno lavoro e,  di rimando, ha un utile molto più alto perché le “capsule” o le faccette costano molto di più della coronoplastica.

Ma attenzione!

Trattasi di una soluzione, quella protesica, molto più invasiva e distruttiva perché, nel caso delle faccette prevede di limare il dente nei suoi due terzi; nel caso delle “capsule” di limarlo completamente. Le faccette “no prep”, non prevedono la “limatura” del dente ma sono “piastrelle” monocromatiche incollate sul dente, con un debordamento sicuro che va a danneggiare la gengiva.

Dunque tecnica irreversibile, costosa, e innaturale, perché, per esempio,  in particolari condizioni di illuminazione, anche se ben eseguite, saranno sempre evidenti.

Inoltre possono spesso dare irritazioni a carico delle gengive.

Pertanto,  a mio parere, Coronoplastica si, faccette e “capsule” no.

 www.istitutoodontoiatricoitaliano.it     www.esteticadentale.it

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