Cancellare il murale dedicato a Berlusconi, che vuol dire? Distruggere la genialità, l’operatività, la tenacia di un grande uomo?
E allora si cancelli Milano2, Mediaset, Mondadori, Forza Italia. Siano fatte macerie, per non ricordare e dover celebrare. Curioso che Sala liquidi la possibilità di una intestazione di strada, di piazza, di parco aggrappandosi alla regola che devono passare 10 anni, far passare l’emotività, ripensare con calma, che tradotto dal politicamente corretto significa, dimenticare.
Alexsandro Palombo voleva lasciare il suo segno nell’Isola, il quartiere che ha visto nascere e crescere il giovane Silvio Berlusconi, un tempo luogo operaio e cuore del partito Comunista milanese, ma ora quartiere alla moda, simbolo del capitalismo finanziario della nuova avveniristica Milano. Il murale con il ritratto di Berlusconi confliggeva con il lusso circostante voluto da Sala o semplicemente è un personaggio da nascondere?
L’avversione di Sala è evidente. Osserva l’ex sindaco Albertini “Il mio successore ha detto una stupidaggine o meglio ha detto una parziale stupidaggine – spiega -. E’ vero che c’e’ la regola scritta del regolamento che prima di dedicare bisogna consolidare la reputazione e la fama e quindi il tempo che decorre dalla morte alla dedicazione è contato e credo che sia proprio dieci anni. Però le deroghe sono state fatte anche dall’attuale sindaco e quindi non è assolutamente una norma inderogabile ed è una condizione che può essere tranquillamente superata quando lo si voglia fare. Che poi, essendo l’attuale sindaco di un’altra parte politica e non volendo scontentare la dimensione di consenso che lo sostiene, capisco che in questo caso voglia applicare la norma invece che interpretarla. Non mi dica però che non si può fare! E’ una cosa sconcertante”.
Qualcuno dica a Sala che riconoscere non è un peccato, che un murale ha la dignità di un “grazie”.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano