Nella città più imbrattata d’Europa il Comune cancella il murale per Silvio

Fabrizio c'è Milano

Per ripulire dal vandalismo green il monumento di Piazza Duomo ci son voluti 3 mesi e mezzo. Per cancellare il mini murales dedicato a Berlusconi un giorno. In una città oramai devastata e assuefatta a graffiti e scritte di ogni genere.

È vero il murales realizzato da AlecXandro Palombo è stato oggetto di scritte offensive, peraltro poi cancellate dai residenti.   Numerosi però sono i murales di carattere politico che il Comune ha preteso di tutelare come fossero dei veri e propri beni artistici. Per tutti ricordiamo la striscia arcobaleno della stazione di Porta Venezia, il murales di Dax in Darsena o quelli in Largo Murani  e in via Bembo, dove il Sindaco ha addirittura intimato alle proprietà degli immobili di mantenerli.

Ergo, in una città dove il 99% delle tags e dei murales non viene né sanzionato né ripulito, se vi fosse stata la volontà politica, si poteva trovare il modo di tutelare e proteggere il murale che ricordava Silvio Berlusconi. Un murale che ricordava in maniera semplice ma artisticamente moderna, dove è nato e dove è partita la sua incredibile ascesa: un normale appartamento in Via Volturno. E che sarebbe divenuto ben presto meta turistica e immagine cult per selfie!

Ma se uno il coraggio e la statura morale dell’uomo delle istituzioni non ce l’ha, come il Sindaco Beppe Sala, è normale che si mandino gli operai a ripulire e a darla vinta ai vandali e ai prevaricatori.

D’altronde è lo stesso Sindaco che, per dire no alla intitolazione di una strada o un aeroporto a Berlusconi, si è nascosto dietro commi e decreti, perché, come un moderno Don Abbondio, ha paura di inimicarsi la parte, minoritaria, più settaria e giustizialista dei suoi sostenitori. E parliamo di una amministrazione che ha dedicato strade e ponti a personaggi divisivi politicamente e magari non milanesi, come Franca Rame e gli ambientalisti Laura Conti e Alexander Langer.

Speriamo dunque che Palombo ci riprovi e che qualcuno trovi il modo per proteggere l’opera. Un tributo meritato e non impossibile per il milanese che è stato più a lungo Presidente del Consiglio e che qui ha creato lavoro più di ogni altro.

5 thoughts on “Nella città più imbrattata d’Europa il Comune cancella il murale per Silvio

  1. Caro Fabrizio, che dire…
    qui viviamo alla mercé di un sinistro sodalizio che ha trasformato palazzo Marino in un feudo, dove la solerzia e lo zelo compaiono a senso unico. Nel caso, interpretando come imbrattamento un murale che non insultava nessuno ma che, fatalmente, ha ricevuto a sua volta l’insulto alla memoria di un uomo di recente scomparso. Personaggio di caratura internazionale che, il n ogni caso, resterà nella storia d’Italia come pochi altri. Purtroppo la benda sugli occhi della giunta cade magicamente solo davanti ad arte ideologicamente sgradita, mentre impazza in città dal centro alle estreme periferie ogni tipo di messaggio, tra cui il 50% incomprensibile per la gente comune, e l’altra metà oscenamente palese nella sua prepotente e cafona arroganza “antisistema” contro istituzioni locali e centrali, contro chi le rappresenta e contro chi le condivide. Basta percorrere via Padova (e cito una delle vergogne) per riempirsi occhi e mente non di chi è defunto dopo aver scritto 30 anni di imprenditoria, politica e sport, ma di chi lo è per via di eventi molto meno nobili: durante una delle ultime manifestazioni della sinistra milanese, è stato saturato ogni spazio sui muri da un solo nome, o meglio pseudonimo. DAX VIVE-DAX ODIA- DAX RESISTE-DAX NON PERDONA- DAX NON DIMENTICA e via delirando, il tutto accompagnato dal solito becero contorno contro Polizia, prigioni, appelli pro Cospito ed altri emeriti terroristi.
    Tu sai a che gruppo appartenevo attivamente io (ora soltanto idealmente per ragioni di età e salute), e quali sono le attività a difesa del decoro che diffondeva RetakeMilano, ora WAU MILANO. Ebbene, a me sembra che ad opporsi al decoro e fiancheggiare certi vandalismi si sia da tempo aggiunto qualcuno che dovrebbe contrastarli. Dici che alludo? Dai, non c’è n’è bisogno…
    Un cordiale saluto!

  2. Non si può che condividere e sottoscrivere questo manifesto alla pochezza di chi, a prescindere dal colore politico del partito di appartenenza, dovrebbe essere amministratore di una città che è patrimonio di tutti e non soltanto di quelli che la pensano come lui.
    Lo sfregio di cui il bravissimo Fabrizio parla, non riguarda soltanto il murales dedicato a chi grande è stato in vita e ancora più grande sarà d’ora in poi per i posteri, ma tutta la comunità milanese, che è stata privata (scappata) di una testimonianza artistica di un suo illustre e indimenticabile personaggio, che tanto ha fatto per l’Italia e per la sua natia Milano.

  3. Mi spiace non poter commentare, non riuscirei ad avere la stessa pacatezza di Fabrizio, e vi rovinerei il tono della pagina. Io abito di fronte ai muri comunali del Trotter, che sono una fiera indegna di sconcezze, soprattutto dopo che la signora Rozza ha attivato i muri di writeraggio della vicina via Pontano, richiamando in zona la peggior feccia (ahi ahi vedo che travalico, vedete). Devo smettere.

    1. Salve, Giovanni, anch’io abito poco distante dal trotter. La via Pontano la percorro quasi quotidianamente, e pur apprezzando a tratti una parte delle opere di street art presenti, per la effettiva maestria di chi le realizza, rimango sconcertato dall’estensione delle superfici ricoperte senza soluzione di continuità da personaggi quasi assatanati nella loro maniacale perseveranza, quasi convinti di rappresentare una dinastia di novelli Van Gogh. Ho sempre pensato che non sia il modo corretto, quello che adottano, per catturare i consensi unanimi di chiunque, ignari del fatto che la loro passione non viene esposta, ma imposta senza alcuna possibilità di evitarla. Sembra però che tale dettaglio non scalfisca nemmeno lontanamente le loro autocelebrazioni che, ripeto, a volte risultano anche gradevoli all’occhio, ma alla lunga risultano parecchio invasive in quanto si servono di decine di migliaia di metri quadri di superfici pubbliche, benchè autorizzate come in via Pontano, per esprimere delle doti che in passato hanno reso celebri ben altri personaggi, non saturando i muri delle città ma esponendo le opere su tela in gallerie d’arte. E ultimamente ho notato che addirittura hanno chiuso un sottopasso ferroviario, in prossimità dello sbocco in viale Monza, montando impalcature e ponteggi per poter decorare anche la volta. Mi sono chiesto se anche questo sia stato un atto autorizzato, o se invece nella loro tipica anarchia hanno agito a prescindere da ogni legge o decreto riguardo occupazione di suolo pubblico e interdizione al transito veicolare. Concludo con un’ultima considerazione: dopo almeno un decennio di continui graffiti, quanti quintali di vernice e quanti di gas propellenti avranno disperso nell’aria con le loro bombolette? Non sia mai che poi si dichiarino anche ambientalisti, sostenitori della transizione “green” …

  4. Accostare figure di profondità etica e intellettuale, come Alex Langer o Franca Rame, a Berlusconi, tornato alla ribalta della cronaca per la recente morte, è davvero discutibile, iniquo, squallido. Va bene la pietas per i defunti, è cosa esecrabile il maramaldeggiare, va bene, ma limitiamoci a ciò. Non facciamo di paglia e grano un unico covone. O anche nutella e altra più immonda sostanza, simile solo d’aspetto…

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