Cosa si intende con il termine “Transmanierismo”?
Il Transmanierismo nasce con la Biennale di Venezia nell’86 con Giorgio Celli, la presenza di altri esponenti di spicco: Adriano Venturelli, Luciano Ricchi ed il critico storico Gian Ruggero Manzoni.
Circa due mesi fa mi chiesero di entrare a far parte del gruppo come fotografo, in cui sono presenti due pittori e due sculturi. Ognuno di noi, all’interno dell’opera La Genetica della non violenza affronta una tematica.
Ad esempio Venturelli porta i Nobel per la pace, patrocinati dall’associazione Gorbaciov di Piacenza che dà i Nobel, da altri sponsor importanti che hanno partecipato economicamente e dal comune di Piacenza.
Curatore organizzativo della mostra La genetica della non violenza è Stefano Danieli.
Cosa emerge dalla tue fotografia?
Con la mia fotografia, riporto in modo allargato la violenza nel domestico, tra le mura familiari, di convivenza.
La notizia della donna uccisa ha suscitato molto dispiacere in ognuno di noi. Gli omicidi, le uccisioni nascono da un rapporto mancante in famiglia o da un atteggiamento sbagliato verso i propri figli da parte dei genitori. Importante è la figura della mamma, che nei primi anni di vita, può fare del proprio figlio un santo oppure un delinquente, perchè un figlio concepito dalla mamma, vissuto nel ventre della propria mamma, allattato dalla mamma rimane legato alla mamma, poi nell’età dello sviluppo le cose cambiano. Un bambino o bambina quando il papà è sul divano e la mamma si trucca, stira o si sta facendo la doccia, cerca la propria mamma e si rivolge a lei per qualsiasi bisogno. La mamma ha un ruolo fondamentale .
La donna ha il dono del futuro del mondo. La donna ha il seme, ha la maternità. L’uomo non può partorire, partecipa in famiglia attivamente, in diversi modi nella crescita dei propri figli . Non dimentichiamo che, in genere il bambino maschio non rompe mai il legame materno, neanche da adulto. La propria donna rappresenta la propria mamma, sempre presente anche inconsciamente . Ho incontrato persone che odiano la propria mamma e mi sono chiesto…Perchè? Cosa è successo? Il maschio si sviluppa fino a 18 anni, la donna dopo lo sviluppo è quasi un’antagonista della mamma, non è più un rapporto madre figlia sereno, mentre il figlio rimane sempre legato.
Spesso anche le suoceri intervengono a favore del proprio figlio, esordendo : “Non sarai mai come me!”; oppure spesso gareggiando, competendo con la compagna del proprio figlio dicendo : “ Tu sei capace a preparare questo piatto come me a mio figlio ?”
Anche la mamma si ritiene insostituibile nei confronti del proprio figlio maschio.
Ad esempio, una volta , mi è capitato di parlare con una mamma che diceva di non poter lavorare perchè aveva il bambino di 8 anni. Affermazione sbagliata! Il bambino si sentiva già in colpa, già violentato psicologicamente. E’ giusto che ne parli con amici e parenti, ma non dire un’affermazione del genere davanti al proprio/a figlio/a.
Queste piccole cose sono determinanti.
Che messaggio ti senti di lanciare ai giovani?
Il rispetto alla base di tutto. La ragazza non è un oggetto ma è una persona verso la quale si prova più affetto rispetto agli altri. Bisogna assumere sempre un comportamento rispettoso nonostante ci si lasci, ci si divida. Mai andare all’ultimo incontro, all’ultimo appuntamento. E’ capitato di una ragazza che si è presentata all’ultimo incontro, il ragazzo con il tubo di scarico, ha ucciso lei e si è suicidato lui.
L’amicizia è differente dall’amore. Bisogna saper costruire il rapporto sui valori, sui sentimenti, sui doni e sulla quotidianità e successivamente sull’atto erotico. Bisogna costruire rapporti più profondi. Con i valori, i sentimenti ed i doni si crea qualcosa di più forte, un legame indistruttibile.
Spesso ci sono casi in cui una donna si innamora di un altro uomo, non è capace di lasciare il proprio compagno proponendo di vivere con entrambi. E’ un caso di violenza psicologia assurdo.
Cosa fare per evitare violenza?
La violenza si evita avendo un rapporto sincero, trasparente e leale. Ci sono uomini e donne molto possessivi e gelosi. Si può dare adito alla gelosia ma anche non dare adito. La gelosia ci sta. Io sono gelosissimo, guai se mi toccano la mia donna, come anche è gelosa lei.
L’essere umano è di per sé geloso ma se fomentiamo questo sentimento, si può distruggere il legame.
In una discussione se non ci sono i valori della carità, della comprensione e dell’equilibrio, l’uomo è sempre perdente dal punto di vista psicologico. L’uomo fisicamente è più forte della donna ma a livello mentale è più fragile, perchè dentro di sé inconsciamente è sempre legato alla mamma. Quando c’è una discussione forte all’interno di una famiglia, il marito o compagno, meglio che vada a farsi un giro fino a che non si calmino le acque, prima che la situazione degeneri.
Differenza tra gelosia e possessività?
Zero. E’ come dire questa donna è mia, ma dico questa donna è mia in un contesto in cui mi è stata data la possibilità di essere geloso e possessivo. Sta a chi è al proprio fianco stimolare questo sentimento che non è sempre positivo. Fa piacere avere una persona gelosa vicino,vuol dire che ti vuole bene e ti ama, però se si esagera qualcuno può perdere la testa e diventare violento.
Si parla di violenza fisica e violenza psicologica. Entrambe gravissime ma quali delle due più distruttive?
Secondo me più distruttiva la violenza psicologica. Se tu, a tuo figlio gli dici sempre che non sa fare niente, è incapace, non è bravo, è uno stupido…alla fine lui ci crede, non ha stima di sé e diventa una persona che non si stacca più, è dominata da questo atteggiamento negativo. Questo succede anche nel rapporto di coppia, ci sono uomini che trattano male le proprie donne perchè sono fragili, diventano delle schiavette e si demoralizzano. Ciò può causare un rapporto malato, ma diventa più malata la persona che subisce. O si ha la forza ed il coraggio di andare via, oppure si diventa succube del carnefice.
Anche tra mamma e figlio ci può essere un rapporto malato. Ad esempio i bambini che non possono giocare, altrimenti creano disordine in casa. Per il bambino non esiste il disordine ma esiste il gioco, il divertimento. Il genitore sistema la stanza e poi gli insegnerà che si può fare disordine, ma si deve riorganizzare lo spazio riordinando. Negando il divertimento è come se mettessi in un box, quella che sarà una persona e poi rimarrà sempre nella scatola.
Descriviamo le tue opere?
Le mie opere sono fatte con persone che conosco e si sono lasciate fotografare nell’ambito della propria abitazione. Creo delle situazioni come se fossero dei set nell’ ambiente domestico (cucina, salotto, soggiorno, camera da letto). Vittima è spesso la donna che indossa indumenti del proprio compagno, che l’ha tradita o maltrattata.
Un’altra fotografia rappresenta, un uomo ed una donna uniti e legati da una placenta che continua ad esistere. E’ simboleggiato un legame eterno ed infinito in cerca di protezione. L’ uomo verso la donna cerca sempre protezione , se si ha un legame sano. L’uomo quando ha una delusione va da sua moglie, come quando andava dalla mamma.
Importante è la fotografia che rappresenta una ragazza con occhi e bavaglio sul retro e viso fronte muro… simboleggia un dispiacere. Violenza che spesso si fa verso i figli i quali a volte, non sono liberi di effettuare delle scelte.
Mi è capitato di vedere una ragazza che si stava cambiando per strada. Uscita con i pantaloni lunghi della tuta, li toglie e sotto indossava pantaloncini cortissimi. Si è cambiata per non farsi vedere dai genitori che usciva in quelle condizioni. Cosa vuol dire? Vuol dire che non c’è educazione. I troppi si non educano.
Un’altra foto simboleggia una litigata in ambito domestico, emerge una scritta CLOSED che indica il fatto che lei abbia chiuso.
La foto con il clochard. Perchè il clochard? Il clochard qualcuno lo fa per scelta, invece molti altri hanno subito violenza perchè avranno sbagliato, non sono stati perdonati e si trovano senza niente a vivere in mezzo alla strada, a vivere fuori sia in estate che in inverno ed a chiedere l’elemosina.
Un tema affrontato, rimarcato e concordante con la violenza è quello della fuga. Si evince in una fotografia in cui protagonista è una ragazza, che lancia le scarpe e va via perchè non vive bene in quella situazione, in quell’ambiente; altra fotografia rappresenta un’ombra di una donna che fugge.
Altra situazione è la fuga di una popolazione dal proprio paese, dalla propria terra che ha abbandonano perchè vive male nel paese d’origine, si trova in condizioni estreme, disagiate e per vivere bene, non gli resta altro che scappare con la speranza di trovare qualcosa di meglio.
Prossimi appuntamenti?
Il prossimo ottobre ci sarà una mia esposizione sulla violenza domestica, in occasione del Photofestival Milano dal titolo “25/11 You make feel like?!”
Grazie Maurizio Gabbana.
Linda Tarantino
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