A Zaki non pare vero di essere diventato la nuova icona della sinistra che ha un fiuto infallibile per i mediocri che si sentono eroi, per i “protagonisti” che credono di vivere un momento d’oro, con gli osanna di chi non sa più dove rigirarsi per trovare un leader o un semileader con una popolarità attraente. Prima fu Fedez, la cui intelligenza e acume politico brillavano di scandali e di soldi e ora Zaki che può vantare un piagnisteo sofferente per la galera, che può essere simpaticamente ingrato, ma secondo lui estremamente coerente. Ha negato il volo di Stato, ha rifiutato di dare la mano alla Meloni dando però implicitamente uno schiaffo al popolo italiano che oggi la Meloni rappresenta. Si presume indottrinato bene dalla sinistra che ha già ventilato la possibilità di una sua carriera politica tra “compagni”. Non sia mai che una stretta di mano con il Premier e Tajani possa sporcare le sue mani, ferire il suo orgoglio. Un furbetto che ha già imparato ad essere politicamente corretto, un modus che esclude il riconoscimento dell’operato del nostro governo per la sua liberazione e, se permettete, la riconoscenza. L’eroe Zaki tornerà nella sua Bologna con il Rettore della sua Università di Bologna prontamente venuto alla Malpensa per riceverlo e poi accompagnarlo nella città desiderata. Forse dovrebbe ricordare anche di essere ospite di quell’Italia rappresentata da un governo che non è probabilmente quello sognato, ma che è legittimamente eletto.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano