Ormai quasi otto anni dopo, era il 2016, il cantiere per la metro M4, la linea Blu, ha tolto definitivamente le tende e ha restituito una bella fetta di città alla cittadinanza. Così, anche Piazza San Babila è tornata completamente fruibile.
Ne avevamo già parlato, ma attendavamo il completamento prima di esprimere qualche nostra considerazione.
Anzitutto, molto meglio ora che prima, come al solito, anche se non è mai una consolazione. Come avevamo specificato nell’articolo a riguardo della sistemazione di Largo Toscanini, sistemato anch’esso assieme a piazza San Babila, largo diventato molto più bello e sistemato con particolare attenzione e un certo gusto di arredo urbano, al contrario, piazza San Babila ci è parsa raffazzonata, realizzata in fretta e furia, senza il minimo disegno e progetto, senza considerare il pre-esistente.
Insomma, ora l’insieme ci pare più una scarpa e una ciabatta.
Anzitutto la cosa peggiore: perché le uscite doppie dove si vede quella di design, inaugurata il 1º novembre 1964, realizzata su progetto dell’architetto italiano Franco Albini (che ancora oggi identifica le stazioni M1 e M2), con la parte grafica realizzata da Bob Noorda, un’opera famosa a livello internazionale, affiancata da un “catafalco” degno di un’uscita di emergenza per un supermercato.
Insomma, dov’è finito il guizzo di design milanese e italiano?
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Maledetti stronzi. Invece di un boschetto verde ancora cemento e cemento.