La metamorfosi dell’uovo gonfio

Cultura e spettacolo

C’era una volta un uovo tanto gonfio che pareva dovesse esplodere da un momento all’altro. La vita pulsava in lui ed era ormai quasi pronto per prendere un’altra forma. Prima però era necessario che fosse benedetto. Per questa ragione trovò il suo ambiente in una cappella consacrata, pendente dal soffitto nel centro esatto della cappella stessa, come simbolo di perfezione e fecondità. Un giorno accadde una disgrazia: l’anello del suo sostegno alla volta della cappella si spezzò e l’uovo cadde in un profondo buco nero, un tunnel buio e scuro che sembrava non avere fine. Durante la sua caduta libera nell’oscurità, l’uovo urlava terrorizzato e invocava aiuto ma nessuno poteva udirlo. Il tunnel si faceva sempre più stretto e l’uovo, sopraffatto dall’angoscia, si sentiva ormai definitivamente perduto. A un tratto, in lontananza, l’uovo scorse un barlume di azzurro. La sua irrefrenabile caduta nel vuoto lo portò sempre più vicino a quel chiarore, che si faceva sempre più intenso e ampio. L’uovo, tuttavia, era inconsolabile nel suo estremo affanno perché era sicuro che il suo vertiginoso precipitare si sarebbe concluso in uno schianto mortale. Invece, con sua grande sorpresa, si trovò a fare un tuffo in un mare blu, profondo e accogliente, dal quale riemerse integro senza sforzo, galleggiando felice sulle sue placide onde. I raggi puri del sole caldo lo coccolavano attraverso l’aria fina… ecco, finalmente era pronto per schiudersi.

Caterina Majocchi

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