“Purtroppo siamo stati tragici profeti in patria: la peste suina africana è arrivata in alcuni allevamenti.
L’inerzia della politica, la follia animalista e l’onnipresente burocrazia faranno migliaia di vittime: suini, imprese e si teme l’intero export.
Potevamo salvarci con interventi tempestivi, ma abbiamo preferito ascoltare chi sta con i cinghiali. Questa è l’ultima chiamata. Possiamo salvare la filiera con alcuni interventi:
Monitoraggio dei casi di mortalità sospetta entro 50 km dal primo caso. Non possiamo farci cogliere alla sprovvista dall’allargamento.
Finanziamenti minimo all’80% a fondo perduto, iva inclusa, per la costruzione di recinzioni attorno agli allevamenti.
Coordinamento dell’esercito per i cacciatori: l’obiettivo è il dimezzamento della popolazione dei cinghiali.
Chiediamo con forza tutti i colleghi allevatori di essere in prima linea per combattere l’emergenza: non è tempo per pigrizia e furbizia. Il futuro del nostro settore dipende da noi. Anche perché, con estrema amarezza, dobbiamo prendere atto di essere stati, finora, lasciati soli”
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