I RACCONTI DI CAPITAN U 1947: Siamo al delirio … profanato il ricordo di Toto Cutugno

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E sì, è proprio un delirio: una parte d’Italia politicizzata, fortunatamente decisamente minoritaria come numero pensante ma che si reputa maggioritaria per i media schierati che la sostengono, si è arrogata il diritto di bacchettare chi vuole, ed ergersi a unico “verbo” enunciabile per decidere per “tutti” ciò che è bene fare, dire o pensare e ciò che, invece, “non si deve e non si può fare”. Chi osa eccepire, anche portando argomentazioni avvalorate da fatti concreti e facilmente verificabili, se sbaglia a esporre il suo pensiero dimenticando anche una sola virgola, viene subito attaccato, messo alla gogna, tacciato di ignoranza, demenza, nonché, appellato con l’ormai abusato e molesto termine, fascista! Fatti deliranti tali se ne verificano quotidianamente e la massa subente, per lo più, ha deciso di farseli scivolare addosso considerandoli “il lament di un’ungia incarnida” come disen a Milan.

Fulvio Abbate

Ma un fatto non ho potuto farmelo scivolare addosso, quando ho letto l’articolo di Fulvio Abbate dal titolo “Toto Cutugno e quella oscena autoradio nella mano destra dell’”italiano vero”. Per cui oggi intendo tornarci sopra e analizzarlo, affinché troppe inesattezze e gratuite cattiverie rivolte ad uno che ormai non può più controbattere, scivolino troppo presto e facilmente nel dimenticatoio comune. Estrarrò da quell’articolo una frase in particolare, “completa nella trascrizione dall’originale”, che mi ha particolarmente colpito … Toto Cutugno apparteneva unicamente a se stesso, al suo gusto, alla sua indole, alle sue intemperanze, al malumore, per nulla celato, di aver calcato il Teatro Ariston di Sanremo uscendone “sempre” accompagnato dal numero due” … a parte la serie di giudizi personali, secondo me un po’ “cattivelli”, pomposamente enunciati, vi è anche un errore che evidenzia una certa ignoranza (nel senso di ignorare) su un tema, non abbastanza approfondito, prima di dedicare il suo articolo su una testata importante ad un personaggio noto e di “caratura internazionale”, per cui lo istruisco ricordandogli che: Toto Cutugno ha vinto l’edizione del Festival di Sanremo 1980 con la canzone “Solo Noi” nonché, nel 1990, l’Eurofestival con “Insieme”, dedicata alla unità europea.

Nel suo articolo Fulvio Abbate prosegue attaccando senza sosta e tirando in ballo anche Cristiano Minellono, per gli amici Popi (andate a cercare sul web la sua storia e vi renderete conto di chi egli sia, cosa ha fatto e cosa rappresenti nel mondo della musica e della televisione) il quale, essendo ancora in vita, non ha incassato e taciuto sottomettendosi al “verbo”, ma ha risposto per le rime non mandandogliele a dire. Con il suo consenso riporto quanto ha scritto sul suo profilo Facebook … “Fulvio Abbate sull’Unità ha scritto su Toto Cutugno l’articolo più stupido che io abbia mai letto in vita mia … tirando in ballo la mafia, il Kalashnikov, l’autoradio Voxson, la politica, con la quale Toto ed io non abbiamo mai avuto a che fare … e via così … dimostrando che la razza dei giornalisti (non si offendano quelli veri) radical chic, asserviti a un’ideologia, ignoranti, purtroppo non si è estinta. Toto era un grande artista, sei tu che sei … (soprassiedo), aggiungendo riguardo all’articolo in oggetto … se siete forti di stomaco leggetelo …  e concludendo in un post successivo … IL SIGNOR (si fa per dire) FULVIO ABBATE HA BLOCCATO POST E COMMENTI SUL SUO PROFILO FACEBOOK … LO AVEVO DETTO CHE ERA UN … (soprassiedo nuovamente ma sul profilo di Popi troverete tutto).

Ho voluto terminare questo mio racconto con un omaggio al grande amico e collega Toto Cutugno, il quale, come nessuno, in modo semplice e comprensibile è riuscito a disegnare, grazie alla sua interpretazione e al testo scritto da Cristiano Minellono, lo spaccato di un popolo, il nostro, il pensiero semplice e genuino di un Italiano vero, quello di allora, al di sopra di qualsiasi stereotipo preconfezionato, un italiano che amava il proprio Presidente, in gioventù partigiano, capace nel tempo di spogliarsi del passato e di ogni divisione ideologica voltando definitivamente pagina,  e, come un buon padre condividere, con “L‘Italiano” che Egli allora rappresentava, gioie e speranze, esultando o soffrendo con lui ed accettando benevolmente anche che egli, “L’Italiano”, girasse con l’autoradio nella mano destra, non per fare un piacere alla Voxson,  ma semplicemente per evitare che gliela fregassero rompendo il finestrino dell’auto, come poteva capitare allora.

Mai come in questo racconto Capitan U 1947 e Umberto Napolitano si ricordano di essere uno e non due, insomma …

Un Italiano Vero!

16 thoughts on “I RACCONTI DI CAPITAN U 1947: Siamo al delirio … profanato il ricordo di Toto Cutugno

  1. Una canzone come dici, semplice e genuina he ha fatto cantare tt dichiarando una fierezza che nn ci appartiene più 😏

  2. Caro Umbi
    Non farti venire il sangue alla testa
    Questi radical chic dei ne coj…. vivono con l’invidia e la frustrazione di non essere….
    Sono penosi e ridicoli…..
    La miglior risposta è…l’indifferenza
    Un abbraccio
    Marco

  3. Allora….Sostengo e ne sono certo che di
    ITALIANI VERI e NON PSEUDOSWISSMADE NON NE MANCANO, e non ho piu’ la VOXON IN MANO destra PERCHE’ ….me l’ hanno ciullata.
    E in ITALIA CONOSCO e
    Ammiro un solo TULLIO
    🎼🎼🎼🎼
    de PISCOPO.

  4. Abbate evidentemente ha vissuto sempre sulla Luna. Per questo spara c…ate galattiche, dimostrando scarsa educazione, nessun rispetto e zero cultura musicale. Così è ridotto il giornalismo in questo Paese! Lasciamoci scivolare le farneticazioni di un signore che verrà presto dimenticato. Le canzoni di Toto resteranno nella memoria collettiva. L’oscurità dell’oblio invece coprirà le pessime pagine di uno scrivano mediocre.

  5. Abbate non mi è mai piaciuto per le “sue uscite”.
    Pensare queste cose su Toto è una cosa di una gravità immensa da essere veramente messo alla gogna come si deve.
    Sono pienamente d’accordo con te e con Cristiano. Ho letto ciò che ha scritto in Facebook e ha tutto il mio ok.
    Parlare male di una persona, specie dopo che è morta, è una cosa molto grave dato che purtroppo, la persona interessata non può replicare.
    Per fortuna Cristiano si è fatto sentire e, come scritto sopra, ha fatto benissimo.
    Grazie Umberto come sempre per arrivare a noi per scambiare i nostri giudizi e opinioni.

  6. Scusate, ma uno non può esprimere il proprio parere su chi vuole? Basta farlo con rispetto, professionalità e nei termini di legge.
    Per quanto mi riguarda a me Toto Cutugno mi è compleatmente indifferente e mi è anche un poco simpatico.
    Concludo, facendo una riflessione parallela a questo dibattito, e senza fare nomi sennò si finisce a litigare, che quello che facciamo durante la vita terrena, nel bene o nel male, non viene azzerato dopo morto.
    Ciao Umbè sei sempre un grande e ti aspetto il 14 ottobre nel mio teatro

  7. Gentile Capitan U,

    Comprendo appieno le sue preoccupazioni riguardo all’articolo di Fulvio Abbate e la necessità di difendere la memoria di Toto Cutugno. È evidente che lei tenga molto al ricordo di questo artista di caratura internazionale e alle correzioni che ha apportato all’articolo di Abbate sono legittime.

    È innegabile che il giornalismo debba essere basato su fatti accurati e informazioni ben documentate. Pertanto, le sue osservazioni sulle inesattezze relative alla carriera di Toto Cutugno sono importanti per garantire che la narrazione sia completa e corretta.

    È un atto lodevole il suo impegno nel difendere la memoria di Toto Cutugno e nel sottolineare il ruolo cruciale che artisti come lui hanno avuto nella nostra identità nazionale. La cultura e l’arte svolgono un ruolo significativo nel plasmare la nostra comprensione del passato e del presente.

    In sintesi, condivido la sua preoccupazione per il modo in cui sono state presentate alcune informazioni nell’articolo di Abbate e la sua dedizione a preservare il ricordo di Toto Cutugno è un gesto importante per mantenere viva l’eredità di questo grande artista.
    Cordiali saluti,
    Vocal Fusion

  8. Toto ….Un Italiano Vero.. con la canzone L’italiano racconta una storia dove moltissimi si riconoscono … è stato un grande Artista le sue canzoni lo rendono eterno… Chi lo critica è un vigliacco che ha solo bisogno di visibilità e che presto sarà dimenticato ciao Umbi w la musica e …L’italiano vero

  9. fulvio abbate (minuscolo voluto)ha screditato Toto Cutugno e denigrato l’italiano cosi sminuendo anche il paroliere Cristiano Minellono senza che ne conoscesse la grandezza degli autori e i loro successi , perché solo uno scribacchino da 2 soldi può paragonare “L’italiano” a pizza mandolini e mafia perché questo è il paragone senza conoscerne il successo mondiale , ha colto la sua occasione(sbagliata)per cavalcare l’onda ma ci si è affogato da solo lo dimostra il fatto che abbia bloccato i commenti sulla pagina

  10. Toto oltre a essere un amico era una persona stupenda… e un grande autore… c’era gente dovrebbe lavarsi la bocca col sapone prima di parlare… gente ignobile

  11. Ciao Umberto, come di consueto ti leggo volentieri. L’elemento di cui tu parli per quanto mi riguarda è un frustrato ignorante!!Toto Cutugno è stato un grande artista per quanto lui voglia screditarlo non vi riuscirà,invece lui povero invidioso vive della sua meschinità!! Un abbraccio

  12. Caro Umberto, questo tizio (non mi permetto di chiamarlo giornalista) innanzitutto avra` un cuore amaro, perche’ non riesco a capire questa sua IGNORANZA nei confronti di un artista che ha portato la VERA musica Italiana nel mondo. Uno dei maggiori esponenti, con milioni e milioni di fans, non puo` essere trattato cosi` da un insignificante giornalaio. Perche’ questo individuo non ha scritto questo quando Toto era ancora in vita? Sa benissimo che Toto lo avrebbe annullato…
    Un saluto dagli USA.

  13. Ciao Capitan U, oggi mi sono ripromesso di essere breve, anche se innanzi a tutta questa saccenza, presunzione e totale ignoranza è difficile tacere. Il personaggio in questione fa parte ormai di un momento storico del nostro Paese dove, secondo la sx, qualsiasi cosa venga detta da chi la pensa in modo diverso dal loro, anche se giusta e condivisibile, o manifesta atteggiamenti diversi da quelli riconosciuti da loro è immediatamente da mettere alla gogna e tacciare come FASSISTA… purtroppo noi che non abbiamo delle menti eccelse come le loro e non siamo stati eletti a giudicatori supremi del nostro, presente e futuro, bene, ci possiamo solo dedicare a raccontare le cose per quello che sono e non per quello che vorremmo che fossero… probabilmente, augurandosi di non trovare un contraddittorio alle loro nefandezze, se la prendono con chi non c’è più infangandone l’immagine… cari rappresentanti e seguaci di una sx che non rappresenta la maggioranza del popolo italiano dedicatevi con più attenzione ai vostri passati errori e alle irreparabili scelte che hanno portato alla rovina questo Paese, piuttosto che infangare chi ha, sempre e onorevolmente, rappresentato il nostro Paese all’estero

  14. Come al solito : in Italia nessuno è profeta in patria.Quindi anche Toto Cotugno non poteva essere esonerato da questa “prassi”

  15. Purtroppo la cattiveria umana non ha limiti, e’ triste sentire che neanche le malattie riescono a placare certi sentimenti malefici.Inveire gli altri quando non possono difendersi è facile..mi dispiace per Toto Cutugno..un grande artista!

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