C’è un “legame indissolubile” tra salari e produttività. La Costituzione “ci obbliga a riconoscere al lavoratore un salario giusto”, ma “questa funzione è affidata, per quanto concerne il lavoro subordinato, alla contrattazione collettiva”. Lo ha affermato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, all’assemblea annuale dell’associazione.“La mera introduzione di un salario minimo legale, non accompagnata da un insieme di misure volte a valorizzare la rappresentanza, non risolverebbe né la grande questione del lavoro povero né la piaga del dumping contrattuale – ha sottolineato – né darebbe maggior forza alla contrattazione collettiva. Il settore industriale negli ultimi vent’anni ha avuto dinamiche retributive di gran lunga superiori a quelle registrate dal resto della nostra economia”. In una fase di grandi trasformazioni sociali ed economiche “di fronte a una preoccupante prospettiva di inverno demografico è necessario affrontare la questione del welfare state e, in particolare, della sua sostenibilità”. Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, all’assemblea annuale dell’associazione. “La sostenibilità delle misure pubbliche destinate all’assistenza, alla sanità e alla previdenza è argomento che impone una riflessione a tutto tondo – ha detto – poiché il nostro sistema democratico trova nel welfare state un suo elemento identitario, il tema della sua sostenibilità deve diventare un assillo per tutti. Tutto ciò chiede misura, equilibrio ed equità”. Secondo Bonomi “si tratta di affrontare con serietà e determinazione il tema della diseguaglianza nelle sue quattro più evidenti declinazioni: tra generazioni, generi, territori e competenze. Questo significa affermare con maggiore determinazione il più ampio concetto di democrazia economica, che costituisca il presupposto per una crescita equilibrata e duratura, che non lasci indietro nessuno”.
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