Buona domenica ai lettori, riprende la corsa della serie A con una serie di anticipi del sabato, tutti molto interessanti con protagoniste le prime della classifica.
Si inizia alle 15, come da tempo non accadeva, e subito scendono in campo Juventus e Lazio per un duello che vede entrambe alla ricerca di punti, per non perdere ulteriore terreno nei confronti della coppia di testa tutta milanese, Inter e Milan impegnate a loro volta nel primo derby di stagione.
Juventus che parte rabbiosamente, e raggiunge il vantaggio già dopo 10′ con un gran gol di Vlahovic, destro al volo su assist di Locatelli. Lazio poco presente, cerca timide reazioni con Kamada e Romagnoli ma Szczesny neutralizza senza troppe difficoltà. Ma proprio quando la Lazio sembrava aver superato, almeno parzialmente, lo smarrimento dopo il primo gol, subisce il raddoppio ad opera di Chiesa che emula il compagno serbo con una stoccata di esterno, su invito di Rabiot, e fa secco nuovamente Provedel. Ripresa che inizia con altri rischi per la Lazio, già sotto di 2 gol, ma che non demorde e dopo un paio di tentativi falliti di poco con Kamada, riesce ad accorciare le distanze al 64′ con Luis Alberto. Lo spagnolo sfrutta un clamoroso svarione in disimpegno di Bremer, raccoglie palla sulla trequarti e di piatto fulmina Szczesny. Esulta Sarri ma dura lo spazio di 3 minuti appena, perché Vlahovic controlla perfettamente un pallone in area, e di collo pieno scarica una bordata imprendibile per Provedel, 3-1 e partita virtualmente chiusa. Sostituzioni da una parte e dall’altra nei minuti successivi, fuori Immobile, Anderson e Kamada per la Lazio, dentro Castellanos, Pedro e Guendouzi. Per la Juve, fuori McKennie e dentro Weah, poi Chiesa e Vlahovic lasciano spazio a Milik e Kean. Nei minuti di recupero, chance per Weah che però alza troppo il tocco perfetto di Milik e il pallone finisce oltre la traversa.
Punti in cascina per Allegri, una buona Juventus, e una Lazio invece che incappa nella delusione dopo la clamorosa vittoria di Napoli.
Alle 18, scatta a S.Siro il primo super derby della Madonnina. E finisce sotto un diluvio, ma non è l’acqua che preoccupa Pioli e il pubblico milanista. Il diluvio infatti si verifica anche in campo, e i rossoneri annaspano sotto una pioggia di gol nerazzurri: 5-1 è il clamoroso finale, che annichilisce ancora una volta (la quinta consecutiva) i rossoneri, scesi in campo con le migliori intenzioni ma, come Pioli stesso dichiarava dopo la debacle, capaci di tener palla per i primi 4 minuti. Poi, alla prima folata offensiva dell’Inter, vanno sotto con un gol di precisione e tempismo di Mhkitaryan su un diagonale di Dimarco. E’ soltanto il 5′ di gioco, il Milan accusa il colpo anche se protesta per un intervento ritenuto irregolare di Thuram su Thiaw, ma l’arbitro lascia correre e convalida. E l’Inter controlla, senza affanno e con decisa personalità, creando costantemente affanno invece tra le maglie difensive del Milan, che rischia di subire il raddoppio in un paio di occasioni prima di incassarlo realmente sul finire del primo tempo, con un’azione spettacolare in ripartenza, dopo una conclusione respinta di Calabria. Dumfries lancia nello spazio Lautaro che, a sua volta, serve splendidamente Thuram: dopo un controllo molto difficile, l’attaccante dell’Inter fredda Thiaw e buca Maignan con un diagonale straordinario dalla sinistra.
Chiude meritatamente il primo tempo in doppio vantaggio l’Inter, che in avvio di ripresa (57′) concede al Milan l’illusione e la speranza di una rimonta grazie ad un bel gol, alla sua maniera, di Leao, che supera in velocità Darmian e batte con il diagonale Sommer anticipando anche l’intervento disperato in scivolata di Bastoni. Primo gol subito dai nerazzurri in stagione, che risulterà magra consolazione per il Milan nel finale perché una decina di minuti più tardi l’Inter ristabilisce le distanze : Calhanoglu recupera palla a centrocampo, cambia gioco splendidamente per Lautaro. L’argentino impegna la difesa rossonera sulla sinistra e tocca per il rimorchio centrale dell’armeno, glaciale nel mettere il pallone alle spalle di Maignan. Sul 3-1 la partita prende una piega inequivocabile, il Milan sembra non crederci più e l’Inter infierisce. Passano meno di 10 minuti, contrasto in area tra Theo Hernandez e Lautaro. L’esterno rossonero interviene in ritardo, quando il Toro aveva già deviato il pallone, l’arbitro assegna il rigore all’Inter, e Calhanoglu sigla il 4-1 spiazzando nettamente Maignan. La ciliegina sulla torta la mette alla fine, guarda un po’, uno che stava in panchina pochi minuti prima, sull’onda di una recente doppietta in nazionale: si chiama Frattesi, che si fionda su un appoggio perfetto di Mhkitaryan e firma la “manita” nerazzurra. Una nuova, ancor più pesante sconfitta da mettere in archivio per Pioli, che rimugina amaro sulle sue stesse parole prima della gara: non conta il passato, conta quello che faremo stasera. E con quello che ha fatto stasera, la frittata è completa, 5 derby 5 sconfitte, 12 gol incassati, uno segnato. Troppo poco per poter dire di aver recuperato il gap…
Conclude la serata di anticipi il Napoli che, a Genova contro la neopromossa ligure, per poco non ci lascia le penne per la seconda volta di fila dopo la sconfitta casalinga con la Lazio. Finisce 2-2 con rimonta nel finale, con cuore, fiatone e bravura.
Un Genoa quadrato e aggressivo, passa sul doppio vantaggio con Bani e Retegui, senza mai correre rischi. Poi, però, all’improvviso, dalla panchina, Raspadori apre la crepa al 76′. All’84’, quindi, la spettacolare volée di un altro subentrato come Politano. A Marassi , quindi, duello in parità tra Alberto Gilardino e Rudi Garcia.
E’ tutto per gli anticipi, a domani per i commenti sulle 5 partite in calendario.