Come dividere l’eredità se non c’è testamento?

Attualità Società

La legge prevede un sistema di calcolo delle quote spettanti al coniuge, ai figli, ai genitori e ai fratelli del defunto, se questi non ha lasciato testamento.

Quando muore un genitore o un altro familiare stretto, se il defunto non aveva espresso le sue ultime volontà in un documento scritto, possono sorgere aspre liti tra i parenti per la spartizione dei beni. Come si divide l’eredità senza testamento?

Conoscere le regole può evitare di finire in tribunale ed affrontare cause lunghe e dispendiose. Il Codice civile contiene una disciplina specifica per stabilire a chi spetta l’eredità quando una persona muore senza avere redatto testamento. In tale ipotesi, si apre un particolare tipo di successione, denominata legittima, perché segue le regole di attribuzione predeterminate dalla legge in base al grado di parentela ed al numero e tipologia di familiari superstiti.

In particolare, la ripartizione delle quote tra i vari chiamati all’eredità si effettua secondo un preciso ordine gerarchico, che dipende dal grado di parentela degli stessi con il defunto. Alcuni soggetti vengono prima di altri, in considerazione della particolare valenza affettiva che si reputa di per sé connaturata al rapporto familiare: ad esempio, i figli prevalgono sui fratelli.

Queste regole sono inderogabili proprio nei casi in cui il testamento manca (o anche quando c’è, ma non dispone dell’intero patrimonio, oppure lede le quote riservate agli eredi legittimari): la legge prevede che nella successione legittima, l’eredità si devolve ai legittimari – cioè al coniuge, ai discendenti (figli) e agli ascendenti (genitori) – ed agli eredi legittimi – ovvero ai collaterali (fratelli, sorelle e cugini), agli altri parenti entro il sesto grado e, infine, allo Stato, che interviene nella successione in via residuale, solo in caso di mancanza assoluta dei legittimari e, ovviamente, del testamento, mediante il quale il de cuius avrebbe potuto attribuire i suoi beni a parenti lontani o anche ad estranei [1].

L’eredità spetta anche al coniuge separato, tranne il caso in cui a quest’ultimo sia stata addebitata la separazione nella relativa sentenza, mentre non spetta al coniuge divorziato. In caso di addebito, il coniuge separato ha diritto ad un assegno vitalizio solamente se al momento dell’apertura della successione, godeva degli alimenti. Per quanto attiene ai figli, la legge equipara quelli adottivi a quelli nati fuori dal matrimonio e a quelli naturali.

Quote dell’eredità nella successione legittima

Per comprendere la ripartizione delle quote ereditarie nella successione legittima esaminiamo le situazioni più comuni. Gli eredi legittimari sono il coniuge, i figli e, in assenza di questi, i genitori e gli altri ascendenti (come i nonni) o discendenti diretti (come i nipoti).

Coniuge superstite senza figli

In mancanza di figli, di ascendenti e di fratelli o sorelle, in assenza di testamento del defunto tutta l’eredità spetta al coniuge superstite, anche separato, purché senza addebito. Inoltre al coniuge superstite, anche se concorre con altri chiamati, sono riservati i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni.

La Legge Cirinnà del 2016 ha equiparato, anche a livello successorio la parte dell’unione civile al coniuge unito in matrimonio, attribuendole gli stessi diritti. Dalla previsione legislativa rimangono, però, escluse le coppie di conviventi di fatto eterosessuali.

Pertanto, chi convive e vuole tutelare, dopo la sua morte, il proprio compagno o la propria compagna deve fare testamento, avendo cura di lasciare intatte le quote del patrimonio riservate agli eredi legittimarise ve ne sono, altrimenti essi potrebbero reagire contro gli altri beneficiari, per reclamare quanto loro dovuto e ristabilire le corrette proporzioni. Esaminiamo le situazioni concrete.

Coniuge e figli

Se il defunto era sposato ed il coniuge è ancora in vita, possono verificarsi queste situazioni:

  • non ha lasciato figli, né ascendenti (genitori) e neanche collaterali (fratelli e sorelle), al coniuge superstite spetta tutta l’eredità [2];
  • ha un unico figlio, 1/2 dell’eredità spetta al coniuge superstite e 1/2 spetta al figlio, anche se vi sono gli ascendenti e i fratelli o le sorelle del defunto;
  • figli sono due o più di due, 1/3 dell’eredità spetta al coniuge e i residui 2/3 vanno divisi tra i figli in parti uguali, pur in presenza di ascendenti e di collaterali [3];
  • sono vivi gli ascendenti e non vi sono figli né fratelli o sorelle del defunto: 2/3 dell’eredità vanno al coniuge superstite mentre 1/3 va agli ascendenti in parti uguali;
  • ci sono uno o più fratelli/sorelle del defunto e non vi sono figli né ascendenti: 2/3 dell’eredità spetta al coniuge ancora in vita e il restante 1/3 di eredità va ai fratelli/sorelle in parti uguali;
  • gli eredi sono i genitori e i fratelli/sorelle del defunto e non vi sono figli: 2/3 dell’eredità vanno al coniuge superstite e 1/3 di eredità va suddivisa tra gli ascendenti e i collaterali.

Figli e altri parenti

Se, invece, il de cuius non era sposato, o aveva un coniuge che è morto prima di lui, o di lei, la successione legittima funziona così:

  • un unico figlio: eredita tutto il suo patrimonio;
  • due o più figli: gli stessi ereditano in parti uguali [4];
  • ci sono i genitori vivi e mancano figli, fratelli o sorelle o loro discendenti: il padre e la madre succedono in parti uguali [5];
  • se mancano anche i genitori, succedono per metà gli ascendenti della linea materna e per metà quelli della linea paterna [6]; se gli ascendenti sono di grado diverso (ad esempio un nonno e una bisnonna) eredita solo l’ascendente più prossimo (in questa ipotesi, il nonno) e l’altro di grado più lontano è escluso;
  • fratelli e le sorelle, se sono gli unici eredi, succedono in parti uguali. Quando ci sono dei fratelli e delle sorelle unilaterali, ovvero che hanno in comune uno solo dei due genitori (ad esempio, i figli di uno stesso padre ma di madri differenti, o della stessa madre ma di padri diversi), a costoro spetta solo la metà dell’eredità che spetta ai fratelli e alle sorelle germani o bilaterali (a quelli, cioè, che hanno in comune entrambi i genitori) [7];
  • genitori e i fratelli/sorelle, in mancanza dei figli del defunto, hanno diritto alla metà dell’asse ereditario mentre la restante metà si suddivide fra i fratelli/sorelle [8];
  • se i superstiti sono solo parenti dal terzo al sesto grado (diversi da quelli che abbiamo esaminato sopra), succedono quelli più prossimi – iniziando dagli zii, poi, i cugini, i prozii, ecc. – in parti uguali [9].

Cosa succede se non ci sono parenti?

Se non ci sono parenti, tutta l’eredità viene devoluta allo Stato senza necessità di accettazione e senza potervi rinunciare [10]. Lo Stato non è un comune erede, pertanto, non risponde dei debiti ereditari e del legati oltre il valore dei beni acquistati. Per maggiori dettagli, leggi quando l’eredità va allo Stato.

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