L’uso milanese delle piste ciclabili Le nuove corsie preferenziali per le macchine. Milano, zona Corso Buenos Aires.

Milano

Ci chiediamo se sia distrazione o maleducazione. In entrambi i casi, la sicurezza dei ciclisti è messa a rischio, mentre il Codice della Strada viene completamente infranto. Siamo alla fine di Corso Buenos Aires a Milano, all’incrocio che incontra piazza Guglielmo Oberdan. La segnaletica parla chiaro: le automobili devono procedere alla sinistra dello spartitraffico, mentre le bici possono proseguire alla sua destra. Invece, come dimostrano una serie di filmati ripresi nel corso di tutta la giornata, anche di sera, gli automobilisti decidono spesso di “saltare la fila al semaforo”, occupando la pista ciclabile alla destra dello spartitraffico, spesso a grandi velocità per “riuscire a prendere” il verde. 

Le piste ciclabili crescono ma non la consapevolezza degli utenti

Dopo lo scoppio della pandemia, in Italia è cresciuta la consapevolezza del bisogno di una mobilità più green. Dopo un incremento delle vendite di biciclette del 52% tra il 2019 e il 2020, la crescita si è arrestata, ma ancora oggi è in positivo (+14% nel 2023). L’arresto è dovuto al boom precedente, ma anche all’uso sempre più diffuso dei monopattini elettrici, anche in forma di sharing.E’ stato così necessario ripensare la mobilità milanese. Ad oggi, nel capoluogo lombardo, si contano ben 175 piste ciclabili all’interno dei confini comunali e circa 200 nel suo hinterland. La maggioranza di queste è in asfalto, con ben 150 tracciati completamente pavimentati, mentre 40 combinano tratti in pietra e asfalto, e solo una decina si snodano su terreni non asfaltati.

Milano è amica delle bici?

Nonostante il numero di piste ciclabili sia aumentato, Milano resta molto indietro sul tema della mobilità sostenibile in confronto ad altre città europee. Una recente analisi ha posto Milano al 25º posto su 36 città europee, con soli 2,1 chilometri di piste ciclabili ogni 10.000 abitanti75 percorsi di quei 375 che abbiamo citato poco fa misurano appena un chilometro, mentre circa 45 si estendono per due chilometri. Perciò, solo una su quattro delle piste ciclabili presenti nella città raggiunge o supera i due chilometri di lunghezza. Tra le ciclabili completamente interne al Comune di Milano, due tracciati, da Piazzale Maciachini al quartiere Comasina e dalla Biblioteca Sormani a Piazzale Cadorna lungo la Circonvallazione Interna, si distinguono con una lunghezza di 5 km ciascuna.

Una progettazione non sempre adeguata

Le piste ciclabili, progettate per promuovere una mobilità sostenibile e sicura, potrebbero rappresentare un ostacolo invece di una soluzione per i ciclisti milanesi. Questo è quanto emerge da una serie di segnalazioni e immagini documentate su siti web e social media, come quelle riportate in questo articolo.Le critiche riguardano piste ciclabili mal concepite, bizzarre, talvolta persino pericolose. Marciapiedi già stretti con l’aggiunta di pali della luce nel mezzo, tracciati colorati a metà di vernice rossa che occupano appena lo spazio di una manciata di centimetri, e piste ciclabili che intersecano frequentemente passaggi carrai, con pali e segnaletica che sembrano non finire mai.Un altro problema è rappresentato dalla condivisione delle piste ciclabili con il traffico motorizzato, come nel caso di Corso Buenos Aires. La segnaletica è chiara, tuttavia, una persona che non conosce la città, potrebbe finire dalla parte sbagliata dello spartitraffico e occupare con il suo veicolo motorizzato la pista ciclabile. Il pericolo, comunque, non finisce qui. Un veicolo che occupa la parte adibita alle auto, nel caso dovesse svoltare a destra, potrebbe urtare i ciclisti che escono dalla ciclabile e proseguono dritti. Insomma, nonostante gli sforzi del Comune di creare piste ciclabili per rendere la mobilità più green, spesso questi percorsi si rivelano rischiosi per tutti gli utenti della strada. 

La maleducazione degli automobilisti

Se è vero che alcune piste ciclabili sono concepite in modo bizzarro, ci sono poi gli automobilisti furbetti. Le piste ciclabili diventano corsie preferenziali per saltare il traffico, oppure parcheggi quando i locali milanesi diventano più affollati e di macchine, in strada, ce ne sono parecchie.Le auto vi transitano all’interno senza controllare la presenza dei ciclisti o di chi utilizza il monopattino. Corso Buenos Aires si è rivelata la zona di Milano con il maggior numero di incidenti sulla pista ciclabile. La realizzazione del percorso per i ciclisti è stata a lungo nel mirino dei residenti e dei commercianti della via, che si dicevano preoccupati per le difficoltà nella costruzione dello stesso e per gli ingorghi che si potevano creare. Non avevano visto male. Solo in Corso Buenos Aires, negli ultimi sette anni, si sono verificati ben 135 incidenti che coinvolgono biciclette.  Milano affronta diverse sfide legate alle piste ciclabili, dalla progettazione alla sicurezza. Nonostante l’espansione della rete, la consapevolezza degli utenti e il rispetto delle norme rimangono problemi critici. Le piste ciclabili, invece di promuovere la mobilità sostenibile, a volte diventano pericolose a causa di problemi di progettazione, segnaletica confusa e condivisione con il traffico motorizzato.  Milano si classifica al 25º posto in Europa per chilometri di piste ciclabili per abitante, indicando la necessità di miglioramenti. Nonostante ciò, l’interesse per la mobilità sostenibile cresce, e il futuro richiede sforzi congiunti di progettazione, educazione e collaborazione tra automobilisti e ciclisti per rendere Milano una città più verde e sicura.

Nicholas Vaccaro 

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