“Testimone d’accusa” di Agatha Christie è tra i più interessanti drammi giudiziari perchè verte sulla perfezione del meccanismo, con un colpo di scena dietro l’altro, una battuta dopo l’altra. La costruzione “giudiziaria” è impressionante per precisione e verità, come se l’avesse scritta il più grande giudice inglese del secolo scorso. Lo spunto autobiografico parte dalla storia di una donna tradita dal marito più giovane. L’autrice fu tradita dal primo marito (di cui portò sempre il cognome) e sposò poi un uomo molto più giovane di lei. Il testo teatrale è asciutto, non concede tregua alla tensione, affonda come una lama di coltello affilatissima nella schiena di chi osserva. Considerare la “maestra del brivido” un’autrice di consumo è come valutare Hitchcock un cineasta di serie B. Più che in Trappola per topi o in Dieci piccoli indiani questo dramma luccica in tutto il suo splendore. Metterlo in scena richiede un cast di livello superiore e un realismo rigidissimi. E una dovizia di mezzi scenografici e recitativi. Due particolari dello spettacolo: in scena lo stenografo scriverà i verbali del processo su una macchina stenografica autentica del 1948 (la commedia è del ‘53), i sei giurati, scelti tra il pubblico ogni sera, saranno chiamati a giurare e ad emettere il verdetto.
Dal 17 al 29 ottobre
feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30
sabato 28 ottobre ore 15,30 e 20,45
VANESSA GRAVINA GIULIO CORSO
con la partecipazione di
PAOLO TRIESTINO
TESTIMONE D’ACCUSA
di Agatha Christie
traduzione Edoardo Erba
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.