Tutta la vicenda parte da un uomo: Michael Bloomberg *(ex sindaco di New York) che possiede l’85% della multinazionale Bloomberg LP che porta il suo nome. Una azienda che ha un fatturato di 7,6 miliardi di dollari, attiva soprattutto nell’analisi di dati finanziari e con interessi attraverso partecipate praticamente in tutto il mondo. Sua è la Blumberg Philantropies che fa investimenti in 700 città di 150 Paesi.
La carriera politica di Bloomberg è difficile da capire, con il suo passare dalle schiere dei Repubblicani a quella dei Democratici in occasione della campagna per la carica di sindaco di New York che nel 2008 vinse.
Dunque è difficile capire quale sia la sua politica personale, quale sia il suo animus ma quello che è certo che i suoi orientamenti politici rispondevano alla sua logica di diventare, attraverso le sue attività, ad essere persona politicamente influente in molte città e in molti Paesi.
Quando parliamo di “poteri forti”, lui è uno di quelli.
Tra le altre attività Michael Bloomberg è stato promotore e finanziatore di C40, una rete di sindaci delle principali città unite nell’azione di affrontare la crisi climatica e in Italia le città che fanno parte del C40 sono Milano, Bologna, Roma e Firenze.
Il progetto C40 ha tra i suoi obbiettivi principali la riduzione delle emissioni di CO2 ed è finanziato da molte fondazioni e industrie, tra le quali però anche alcune di quelle che sono corresponsabili della emissione di CO2, forse solo ricche oltre che di denaro anche di buone intenzioni.
Per capire meglio è utile dare un’occhiata all’elenco dei fondatori e partners di C40 (c40.org/funders-partners/): sono 50 che già la dice lunga ma la lettura è da non perdere anche per capire quanti interessi siano in gioco, chi sono le marionette e chi i burattinai. Bloomberg è certo il più grande burattinaio.
A Milano il rappresentante Bloomberg Philantropies è Alan Freed che è il consulente delle iniziative sul clima e la sostenibilità di Milano e lo fa in collaborazione con AMAT (Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio) del Comune di MILANO.
Alan Freed rappresenta la filosofia americana sul futuro delle città sia del modello democratico che di quello repubblicano entrambe basate essenzialmente sullo sviluppo urbano indirizzato alla crescita edilizia.
Entrambe queste politiche hanno in realtà scarso interesse alle politiche di crescita sociale e per questo sono criticate da molti studiosi americani più attenti alla crescita sociale nel senso di elevazione delle fasce deboli della popolazione e lottano contro la gentrification.
Reinventing Cities e l’operazione Piazzale Loreto.
Reinventing Cities è una competizione globale promossa da C40 Cities Climate Leadership Group con il supporto di Climate KIC.
C40 è network di circa 100 città influenti a livello globale impegnate a combattere il cambiamento climatico. C40 supporta le città anche con finanziamenti nel collaborare tra loro e nel condividere conoscenze al fine di raggiungere un futuro inclusivo, prospero e sostenibile.
Il programma internazionale Reinventing Cities, strutturato in due fasi (FASE I “Manifestazione di interesse” e FASE II “Proposte finali”) vede il coinvolgimento delle città nell’individuare siti di proprietà pubblica abbandonati o sottoutilizzati, pronti per essere valorizzati e di soggetti privati, organizzati in Team multidisciplinari, nel presentare proposte per la riqualificazione dei siti, trovando soluzioni alle seguenti 10 sfide per il clima:
- Efficienza energetica ed energia a basse emissioni
- Valutazione del ciclo di vita e gestione sostenibile dei materiali da costruzione
- Mobilità a bassa emissione
- Resilienza e adattamento climatico
- Servizi ecologici per il territorio e lavori green
- Gestione sostenibile delle risorse idriche
- Gestione sostenibile dei rifiuti
- Biodiversità, riforestazione urbana e agricoltura
- Azioni inclusive, benefici sociali e impegno della comunità
- Architettura e design urbano innovativo
Reinventing Cities ha l’obiettivo di realizzare i progetti mediante il trasferimento di un diritto reale (proprietà pubbliche e private) per consentire ai vincitori di bandi di implementare il loro progetto. Le migliori soluzioni emergenti dalla competizione per trasformare i siti a bando in esempi di sostenibilità e resilienza vogliono essere una vetrina per futuri sviluppi urbani a zero emissioni di carbonio.
La Città di Milano ha aderito all’iniziativa per due successive edizioni mettendo a bando cinque siti nella prima edizione (4 di sua proprietà e uno di proprietà di Ferrovie dello Stato Italiane SpA – FS – e FS Sistemi Urbani SRL – FSSU); sette siti nella seconda edizione (5 di sua proprietà, uno di proprietà del Comune di Milano in partnership con Ferrovie Nord Spa e uno di proprietà di FS e FSSU); sei siti nella terza edizione (4 di sua proprietà, uno grazie alla partnership con MM Spa che ha messo a disposizione un’area in comproprietà con il Comune di Milano, uno in partnership con Aler Milano che ha fornito un’area su cui esercita un diritto di superficie).
Quanto a Piazzale Loreto, il progetto lanciato dal Comune di Milano vincitore del bando internazionale Reinventing Cities che ha per motto LOC – Loreto Open Community, Carlo Masseroli, responsabile del progetto, Development&Strategy Director di Nhood, società internazionale di soluzioni immobiliari specializzata nel commercial real estate e nella rigenerazione urbana così lo descrive: All’uscita della fermata della metropolitana Loreto un uomo viene quasi preso in consegna della piazza che – scavata e fattasi ipogeo, in pietra naturale – scende al livello del mezzanino per portarlo su, a cielo aperto, dove alzando lo sguardo scopre anche il verde delle terrazze in cima a tre edifici, geometrie prismatiche dotate di pannelli solari e al cui interno si celano negozi mentre all’esterno si muove un reticolo di pedoni e ciclisti, fra trecento alberi, luoghi di passaggio e di ritrovo. Una rigenerazione urbana che si estende su oltre novemila metri quadrati, di cui quasi quattromila di verde pubblico e più di un chilometro di piste ciclabili nell’intero progetto.
Tutto bene apparentemente, siamo nel solco del greenwashing, la tecnica di marketing che a parole e con i rendering dovrebbero far digerire ai cittadini quelle operazioni che non sono altro che speculazioni immobiliari. Ci siamo abituati.
Bisogna a questo punto farsi una seria di domande: quanto valevano per il Comune i diritti edificatori potenziali del sedime di Piazzale Loreto? E di conseguenza quanto valeva il reale contributo del Comune a questa iniziativa?
Quanto il progetto vincitore era aderente ai alle dieci sfide per il clima che abbiamo citato più sopra?
Perché l’assessore Maran ci ha raccontato che l’operazione era a costo zero per il Comune?
Quando il Comune ha deciso l’adesione all’operazione Reinventing Cities ha chiarito ai consiglieri comunali che comunque andassero le cose in ogni operazione era prevista l’alienazione a titolo gratuito di un bene pubblico?
Qualcuno ha illustrato ai Consiglieri comunali il programma o si è limitato a farlo approvare solo alla Giunta con questa delibera: Con deliberazione n. 2141 del 3.12.2019 la Giunta Comunale ha approvato la partecipazione del Comune di Milano alla nuova edizione del programma internazionale “Reinventing Cities” indetto da “C40 – Cities Climate Leadership Group”, mettendo a bando per la vendita e per il diritto di superficie i siti di Nodo d’Interscambio Bovisa (“Nodo Bovisa” – di concerto con Ferrovie nord in quanto il programma coinvolge aree di proprietà di Ferrovie nord in corrispondenza della stazione Bovisa FNM), Piazzale Loreto (“Loreto”), PA3 viale Molise ex-Macello (“Ex-Macello”), Palazzine Liberty, Area ERS Crescenzago (“Crescenzago”), Comparto A del PII Monti Sabini (“Monti Sabini”), ex-Scalo ferroviario Lambrate (“Lambrate”), di proprietà di Ferrovie dello Stato Italiane SpA (FS) e FS Sistemi Urbani SRL (FSSU), sito individuato nell’ambito del più ampio accordo di programma relativo alla riqualificazione degli Scali ferroviari della città di Milano, sottoscritto in data 23.06.2017. La procedura si è conclusa con l’aggiudicazione dei siti di Loreto, Bovisa, Crescenzago, ex Macello e Lambrate; il sito Monti Sabini non ha avuto proposte selezionate per la seconda fase e per il sito di Palazzine in seconda fase non sono pervenute proposte.
Non c’è alcun obbligo a fare questo passaggio in Consiglio, così il destino urbanistico di Milano si fa con delibere di Giunta e con determine dirigenziali: secondo me si potrebbe trattare di abuso di potere o forse di falso ideologico e per chiarezza politica il regolamento del Comune di Milano andrebbe cambiato in modo che siano ampliati i suoi poteri in materia urbanistica.
Per finire rimane un ultima questione fondamentale: questi beni che verranno alienati potevano avere un’altra destinazione senza impoverire il patrimonio del Comune di Milano?
Perché parlare di Bloomberg a proposito di Piazzale Loreto? Perché tutto parte da lui, dalle sue attività e dalle occasioni da lui generosamente offerte a chi considera normale appropriarsi dei beni pubblici.
Dove si è rintanata la politica?
Luca Beltrami Gadola (Arcipelago Milano)
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