Nel trentesimo anniversario dall’avvio del primo Corso di Laurea in Disegno Industriale in Italia inaugurato a ottobre 1993, il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano – insieme alla Scuola e al Consorzio POLI.design – presenta il progetto Design Philology | 1963-2023, per celebrare l’evoluzione della cultura del progetto partendo dall’istituzione del primo insegnamento in Progettazione Artistica per l’Industria (1963). Nel corso degli anni, il Politecnico ha consolidato il suo impegno nel settore, fino ad essere riconosciuto oggi tra le prime dieci scuole di design a livello globale, secondo il QS Ranking by Subject. Per questo importante anniversario è stato avviato “Design Philology | 1963-2023”, dove 1963 riporta al primo corso di progettazione industriale un progetto innovativo che combina un archivio digitale, contenuti editoriali e una piattaforma espositiva. Il cuore di “Design Philology” è l’approccio “filologico” alla “storia politecnica del design”, organizzando e rendendo accessibile una vasta gamma di documenti, immagini e video. L’infrastruttura è progettata per essere aperta e dinamica, consentendo continue integrazioni e correzioni. L’accessibilità e l’interattività sono il fulcro del progetto e permettono alle nuove generazioni di ricercatori e designer di esplorare, imparare e trarre ispirazione dai grandi maestri e dalle esperienze passate. Come parte integrante del progetto Philology, il Politecnico di Milano ha aperto la mostra “Design Convivio”, curata da Giampiero Bosoni e Paola Bertola. L’esposizione, allestita nella Biblioteca Storica, mette in scena un dialogo immaginario tra alcune figure emblematiche nel campo del design: (in ordine cronologico) Gio Ponti, Franco Albini, Carlo De Carli, Marco Zanuso, Achille Castiglioni, Vittoriano Viganò, Alberto Rosselli e Raffaella Crespi. Tutti laureati e poi docenti del Politecnico, questi pionieri hanno contribuito in maniera fondamentale allo sviluppo del design e al suo affermarsi nell’Ateneo. L’allestimento, concepito da Ico Migliore, immagina un momento conviviale tra questi protagonisti della cultura del progetto, rappresentati attraverso illustrazioni dello stesso Migliore, e seduti intorno a una grande tavola metaforicamente imbandita di parole. I dialoghi, basati su citazioni originali, sono curati e interpretati da Gianni Biondillo e Paola Albini insieme ad alcuni attori professionisti. Parole luminose, sospese nella biblioteca, evidenziano l’importanza di questi Maestri nel dar forma non solo a oggetti iconici, ma anche al linguaggio stesso del design e ai suoi significati. “Trent’anni di studi, di ricerca, di innovazione fanno del design uno dei fiori all’occhiello del nostro ateneo nel mondo e uno dei punti di forza del nostro territorio. Un traguardo al quale abbiamo voluto dare il giusto tributo. – commenta Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano –Oggi il design è sempre di più centrale in contesti ad alta tecnologia, stimolando approcci ibridi, multidisciplinari e di contaminazione. Questo è lo spirito e il metodo che vogliamo coltivare e incentivare all’interno della nostra università, partendo da radici solide, come quelle messe in mostra dal progetto Philology, per anticipare nuove tendenze”. “La realizzazione del progetto Philology è frutto di un lavoro collettivo che ha coinvolto una larga parte dei docenti di design, ricercatori, dottorandi, assegnisti e personale tecnico amministrativo e vuole essere un racconto corale, aperto al contributo di tutti coloro che vorranno aggiungervi tracce, testimonianze e racconti- spiega Alessandro Deserti, Direttore del Dipartimento di Design – Un progetto in divenire, espressione di una visione plurale, capace di restituire la complessità e ricchezza della cultura del design”. “Philology è il risultato di un percorso di ricerca storica, svolto grazie anche al contributo degli Archivi Storici del Politecnico, di ricostruzione di relazioni, e di una attività di progettazione e sviluppo che ha integrato competenze di interaction design, data visualization, movie design ed exhibit design. – aggiunge Anna Meroni, Vicepreside della Scuola del Design – Crediamo che ben interpreti la vocazione multidisciplinare della cultura Politecnica del progetto e quell’ideale connessione tra passato e futuro che ha sempre saputo esprimere”.
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