Tutte le condizioni nelle quali il ritmo cardiaco, la sua regolarità e la sua frequenza, risulta alterato, si definisce aritmia. Quando si parla di Aritmie si sente spesso parlare di tachicardie e bradicardie. Le tachicardie sono aritmie nelle quali i battiti cardiaci risultano accelerati. Le bradicardie sono quelle aritmie nelle quali i battiti cardiaci sono rallentati. In entrambe queste situazioni il ritmo cardiaco, che sia esso accelerato o rallentato, è comunque regolare.
Diversi sono i casi di Tachiaritmia e la Bradiaritmia, dove all’accelerazione o al rallentamento del battito cardiaco, è associata anche una sua irregolarità. Nel sesso femminile l’aritmia maggiormente riscontrabile è la Tachicardia Reciprocante del Nodo Atrio Ventricolare (TRNAV), con una prevalenza femmina/maschio di 2:1. Il motivo principale nel quale si può ricercare tale differente prevalenza è l’effetto degli ormoni sessuali femminili sulla conduzione elettrica atrio ventricolare. Per questo motivo, al sospetto di un’aritmia, l’approccio clinico del medico dovrebbe comprendere, oltre ai necessari accertamenti cardiologici (visita cardiologica aritmologica con ECG associata in taluni casi a Monitoraggio Cardiaco delle 24h Holter) anche un approfondimento su eventuali disfunzioni tiroidee attraverso l’esecuzione di screening ematochimico specifico.
Intraprendere una terapia antiaritmica farmacologica in assenza di screening ormonale ematochimico, potrebbe essere addirittura controproducente, in quanto sono noti gli effetti tireotossici dell’amiodarone sulla tiroide (ipo e ipertiroidismo). Uno studio Americano pubblicato su Journal of AHA (American heart Association) conferma che dopo la menopausa, in una donna su quattro è riscontrabile la Fibrillazione Atriale: ancora più evidente è quindi il ruolo chiave della componente ormonale sul “sistema elettrico” del cuore. L’associazione tra squilibrio ormonale, eventi stressanti, insonnia, sono fattori che possono contribuire allo sviluppo della Fibrillazione Atriale. Per questo motivo gioca un ruolo fondamentale la prevenzione cardiologica aritmologica: intervenire sull’aritmia prima che la stessa diventi cronica è fondamentale per preservare la propria salute.
Prof.Antonio Sagone
Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università Statale degli Studi di Milano nel 1991, ha conseguito la specializzazione in Cardiologia sotto la guida del Professor Bartorelli alla scuola di Specialità dell’Università Statale degli Studi di Milano.
Ha iniziato la sua carriera come emodinamista all’Ospedale Sant’anna di Como, per poi abbracciare l’Elettrofisiologia prima all’Ospedale Luigi Sacco di Milano, dove ha ottenuto il riconoscimento dell’alta specializzazione in cardiologia interventistica, quindi presso l’IRCCS MultiMedica e nel 2020 ha inaugurato il Nuovo Laboratorio di Emodinamica dell’Ospedale Sacra Famiglia di Erba.
Si occupa della cura dei disturbi del ritmo cardiaco, in particolare la cura della Fibrillazione Atriale, attraverso l’ablazione percutanea transcatetere sia con metodica crio che con rf, utilizzando i più moderni sistemi di mappaggio.
Sono in grado di performare tutte le procedure percutanee di cardiologia interventistica di alta specialità: chisura dell’auricola sinistra, impianto di pace maker anche senza cateteri (leadless), impianti di defibrillatore (transvenoso e sottocutaneo) e chiusura del FOP (forame Ovale pervio).
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