Per far fronte alla carenza di infermieri e altre professioni sanitarie la Regione intende avviare collaborazioni con altri Paesi, attraverso accordi internazionali che prevedano la formazione tecnica e anche l’insegnamento della lingua italiana e poi il trasferimento e l’assunzione in Lombardia. Lo ha anticipato l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso rispondendo a un’interrogazione di Azione-Italia Viva in Consiglio regionale. “Sarà scritto e chiarito dal piano sociosanitario che presenteremo tra pochi giorni – ha confermato anche a margine dei lavori- ed è un’iniziativa che nasce dalla constatazione che purtroppo ancor più di quello che riguarda la categoria dei medici, le professioni sanitarie, soprattutto quella degli infermieri sono attività che non sono più suggestive come poteva essere un tempo, e le ragioni sono tante, non solo quelle economiche. Per questo, dobbiamo per forza guardare anche fuori dai nostri confini ed è abbastanza logico andare a vedere prima nell’area mediterranea e poi in quei Paesi dove sappiamo che c’è molta manodopera potenziale e dove la lingua può anche essere un problema superabile. E’ evidente che formare un infermiere cinese e poi insegnargli l’italiano è un po’ più difficile che formare un infermiere in Argentina e insegnargli l’italiano”.
Quindi, ha spiegato ancora l’assessore, la proposta è di “fare degli accordi internazionali tramite la nostra rappresentanza per formare infermieri e altre professioni sanitarie in Paesi che andremo a individuare e che stiamo contattando anche attraverso nostri docenti, insegnargli la lingua, e poi farli venire qui in Italia per svolgere la propria professione nell’ambito delle nostre strutture. Inizialmente saranno soprattutto pubbliche e poi se ci sarà spazio anche in strutture private. Stando ai numeri sulla carenza di personale nelle strutture lombarde, l’iniziativa potrebbe riguardare quindi “qualche migliaio di persone” ma “bisogna vedere quella che sarà la risposta – ha detto ancora Bertolaso -. Se continuiamo ad avere concorsi che vanno deserti bisogna trovare una soluzione, che non è solo quella di aumentare lo stipendio, cosa che stiamo facendo, ma è anche quella di andare in giro per il mondo a trovare persone qualificate che vogliono fare questo lavoro”. Quanto ai motivi per i quali c’è sempre più carenza di infermieri tra il personale italiano, l’assessore ha commentato: “E’ un lavoro estremamente impegnativo e difficile e al livello di costi e benefici è una mansione molto più complicata rispetto a quelle che sono le moderne professioni, dove basta stare a casa davanti a un computer per guadagnare un sacco di soldi”.
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