Arte a Milano: CORPO A CORPO CON LA MATERIA

Cultura e spettacolo
L’artista a lato della sua scultura “Another desire…”

Nelle opere di Gianluca Pacchioni si mescolano la leggerezza del marmo con il volo dei metalli, la luce attraversa la materia e costruisce geometrie di ombre, i riflessi e gli specchi raddoppiano il mondo, o a volte lo nascondono. Nella sua officina tutto ci parla di Efesto: pinze, martelli, trapani, la morsa, le sfumature dei marmi, l’aspiratore agganciato al soffitto come fosse il braccio meccanico di un mostro creato dell’Intelligenza Artificiale per risucchiare nello spazio i frammenti che la Terra abbandona. E invece il giardino di bamboo e di banani e la grande sala che introduce nell’interno della casa – studio chiamano i visitatori a scoprire l’incanto di un viaggio nell’invenzione materica.

Il labirinto da percorrere si riempie di creature inaspettate, attraversate dal soffio della natura: nei paraventi affiorano foglie ed elementi vegetali, come se potessimo vedere alcuni fossili nascosti nella superficie luminosa; animali e frutti lucenti si appoggiano sui tavoli marmorei segnati da venature cupe e macchie sfolgoranti; una signora massiccia dalle striature verdi accoglie i visitatori mentre lancia orbite di rame verso il cielo

C’è la percezione della ricchezza del mondo riscoperta nel poièin dell’artista: i colori lussureggianti, le trasparenze, i riflessi accecanti, la compattezza massiccia della pigna allungata, il metallo che si sfrangia e poi si annoda. Forse un segno, più di altri, racchiude il senso del corpo a corpo primordiale con la materia che è il lavoro dell’artista: è il marmo grezzo e ruvido, come se fosse una pietra appena scoperta nelle profondità ctonie, che si nasconde sotto la superficie setosa dei tavolini. Un modo per lasciar parlare la potenza della natura al grado zero, per raccontare che nel dominio umano sul pianeta terra resta l’insopprimibile grandezza della vita minerale, vegetale e animale. Le mani dell’uomo incontrano quella vibrazione che è impossibile addomesticare e plasmare del tutto.

 

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Roberta Carpani

Professoressa Associata, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

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