Dal 4 al 18 novembre 2023 è aperta presso la storica Galleria degli Artisti in via Nirone 1, nel centro storico di Milano, la prima mostra personale della ceramista Nadia Pelà, esponente dell’Associazione Artistica Culturale Gruppo Sirio – attiva fin dal 1969 sul territorio milanese per la promozione dell’arte e della cultura. Il titolo della mostra, “Le mani nella terra”, ci introduce alle opere di Nadia Pelà rendendo immediatamente l’idea del lavoro della ceramista, che forgia l’argilla con mirabile abilità “a mani nude”, senza strumenti a fungere da intermediari. In genere, quando si pensa alla terracotta, viene subito in mente la lavorazione al tornio. Ebbene, Nadia Pelà usa solo le sue mani, riscoprendo tecniche antiche, che risalgono alla Preistoria, in cui l’uomo del Neolitico non aveva altro mezzo che le proprie mani per modellare gli utensili della vita quotidiana. Ecco, quindi, forme realizzate con la “tecnica del pollice”, una lavorazione in cui il dito affonda all’interno di una palla di terra umida in modo lento, paziente, con movimenti controllati ad altissima precisione. Così nasce “Il bello è all’interno”, un uovo – classico simbolo della fertilità – protetto da una calda coperta, sempre in terracotta, da cui spuntano rami in fiore.
Un’altra tecnica, estremamente sofisticata, che l’artista impiega con grande disinvoltura è la “tecnica del colombino” che permette di forgiare forme sferiche perfette. Ne è un esempio la sfera bucherellata che nasconde all’interno un segreto, realizzata con la preziosa argilla di Castellamonte mescolata con la sabbia, ad esaltarne la naturale bellezza materica. Splendida per perfezione formale è “Ci sono i primi fiori”, un udu – antico strumento musicale a percussione – reinventato come vaso dai cui fori escono rami veri ornati da corolle di fiori in ceramica. Anch’esso è realizzato con la caratteristica argilla di Castellamonte.
Inoltre, la ceramista ama l’elegante moto ondulatorio che è possibile imprimere alla materia con la lavorazione a lastra. “Mi perdo in forme ondulate” sono sculture in movimento, che rompono la rigidità della materia dando l’impressione di aprirsi, chiudersi e piegarsi spinte dal vento . Non basta, perché le opere di Nadia Pelà, che si avvale delle tradizionali tecniche della ceramica per plasmare vere e proprie opere d’arte, costruiscono un mondo fatto di connessioni, degli esseri umani tra loro e con la natura. Ecco allora i caratteristici omini – a scuola si facevano in serie ritagliando la carta – che nelle opere dell’artista prendono vita, assumendo varie posizioni, ad esempio in “Gruppi favolosi”, dove sperimentano le sensazioni di un terreno irregolare, lasciandosi scivolare verso il basso o arrampicandosi verso l’alto. Qui si manifesta un’altra caratteristica della ceramista: la valorizzazione del colore naturale delle terre, in questo caso a contrasto tra la base bianca e il rosso vivace degli omini in movimento. In altre opere, gli omini si aggregano in cerchio guardandosi negli occhi o allungano le loro braccia su un tronco d’albero fondendosi con esso in un caldo abbraccio. Rappresentativa della poetica dell’artista, in cui ogni cosa è sempre in relazione con le altre in un perenne fluire, è “Tutto è connesso”, composta da numerosi pezzi di varie forme e dimensioni a contrasto coloristico, liberamente componibili, con fori che simboleggiano il passaggio di un filo invisibile che attraversa e collega il Tutto. Visita fino al 18 novembre, da lunedì a venerdì, h 10:00 – 12:30; 16:00 – 19:00.
Caterina Majocchi – Critico d’arte e Consulente artistico
Laureata in Filosofia
Counselor, Content Creator, Critico d’arte e Consulente artistico
Ha pubblicato su Domus – Editoriale Domus,
Architettura e Arte – Ed. Pontecorboli, Materiali di Estetica – Ed. CUEM
Ciao Nadia, bravissima mi dispiace di non poter visitare la tua esposizione spero di vederci prima o poi un abbraccio. Carla