La discussione tra i ministri durante il Consiglio Affari esteri dell’Ue, in corso a Bruxelles, ha registrato stamattina un “unanime consenso sulla posizione che abbiamo espresso ieri sera”, un dichiarazione congiunta dei Ventisette in cui “chiediamo la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas senza contropartite, chiediamo pause umanitarie urgenti per permettere alla popolazione civile palestinese di allontanarsi dai luoghi di combattimento e permettere altresì l’ingresso di beni per la popolazione, anche mediante l’aumento dei Tir che entrano attraverso la porta di Rafah”. Lo ha riferito oggi a Bruxelles il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando alla stampa a margine del Consiglio Ue. Il ministro ha anche sottolineato che Gaza dovrà far parte di un futuro Stato palestinese, affidato all’Autorità nazionale palestinese, per il quale sarà probabilmente necessaria una fase di transizione, con la presenza di un contingente delle Nazioni Unite, a cui potrebbe partecipare anche l’Italia, se le sarà richiesto.
“L’Italia – ha detto Tajani – continua a essere in prima fila per la popolazione civile, è partita la nave ospedale Vulcano, e siamo pronti a inviare un ospedale da campo e anche a curare in Italia i bambini feriti palestinesi”. “Al centro del dibattito di oggi – ha continuato – c’è stato anche il documento italo-franco-tedesco che ha come obiettivo quello di isolare Hamas, impedirgli di nuocere, ridurgli i finanziamenti e impedire che ci sia una impennata di antisemitismo in Italia e in Europa”. A una domanda sul poco ascolto che le richieste dell’Ue sembrano avere da parte di Israele, il ministro ha risposto: “Noi riteniamo che già ci sia stato qualche risultato grazie alle nostre pressioni, perché nelle ultime ore, negli ultimi giorni ci sono state più pause di quante ve ne fossero in passato: quindi già questo è un fatto positivo, e sono pauese anche più lungo di quelle che c’erano in passato”.
“Noi – ha sottolineato Tajani – vogliamo salvare vite umane, vogliamo aiutare la popolazione palestinese a vivere in sicurezza. E’ chiaro che c’è una situazione di guerra: Hamas ha la responsabilità di aver scatenato di nuovo l’Inferno in Medio Oriente. Ora bisogna lavorare affinché il conflitto non si allarghi. Ecco perché invitiamo anche l’Iran a non solo a non accentuare i toni, ma anche a non sostenere iniziative aggressive di Hezbollah nei confronti di Israele. Se vogliamo lavorare per la pace, se vogliamo lavorare per le pause umanitarie, bisogna che alle pausa umanitarie partecipi certamente Israele, ma che vi partecipino anche Hamas e gli Hezbollah”. Inoltre, anche “il rilascio degli ostaggi può contribuire, se risolto in maniera positiva, una ‘de-escalation’ nel Medio Oriente”.
“Credo che tutti noi – ha aggiunto il ministro – abbiamo dato messaggi molto chiari e Israele, quindi non ritengo che Israele debba sentirsi non sostenuto nel suo diritto ad autodifendersi; e anche il documento informale punta a tagliare l’erba sotto i piedi ad Hamas, punta a contrastare l’antisemitismo in Europa: è un documento italo-franco-tedesco che va certamente nella direzione di rassicurare anche Israele e combattere il terrorismo”. A una domanda sul futuro, sulle soluzioni dopo la fine della guerra, un altro punto in agenda della riunione di oggi, Tajani ha replicato: “Gaza deve essere parte di un futuro Stato palestinese. E noi riteniamo che l’unica organizzazione legittimata a governare lo Stato palestinese sia la Autorità nazionale palestinese, che deve naturalmente modificarsi e modernizzarsi”. Tuttavia, “in una fase di transizione potrebbe esserci una presenza delle Nazioni Unite, anche per evitare un ritorno di fiamma, una presenza tipo Unifil (la missione di pace Onu in Libano, a cui partecipa l’Italia, ndr) al confine tra Israele e Hezbollah”.
“Noi – ha assicurato il ministro – siamo pronti a fare la nostra parte, qualora dovesse essere richiesto. Lo ha detto anche il ministro Crosetto, stiamo per inviare i Carabinieri per poter svolgere un ruolo di ponte tra le polizie palestinesi e la polizia israeliana. Quindi l’Italia, che ha una grande credibilità nell’area medio orientale, può svolgere un ruolo importante anche per il futuro di una realtà che deve avere come obiettivo finale la creazione di due Stati: Israele, che nessuno può pensare di cancellare dalla carta geografica, e uno Stato palestinese che dia una prospettiva ai palestinesi, perché è giusto che ci sia fine alle sofferenze di questa gente che nulla a che vedere con i criminali di Hamas”. Tajani, infine, ha riferito che al Consiglio Ue “non si è parlato di sanzioni all’Iran adesso. Io credo comunque – ha precisato – che l’Iran debba innanzitutto abbassare i toni: non è questo il momento di gettare benzina sul fuoco nell’area medio orientale; quindi la prima cosa che è importante l’Iran comprenda è che Hezbollah non può continuare a lanciare missili su Israele; e che non si può più dire – ha concluso – che lo Stato di Israele debba essere cancellato dalla carta geografica, come è stato detto anche alle Nazioni unite”.
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