Domenica anche a Milano iniziativa per ricordare vittime strada

Milano

 Domenica 19 novembre in 8 città italiane si svolgeranno manifestazioni per celebrare il World Remembrance Day for Road Traffic Victims, la giornata mondiale in memoria delle vittime della violenza stradale, istituita dalle Nazioni Unite nel 1993. A Roma, Milano, Napoli, Trento, Cagliari, Lecce, Modena, Alessandria centinaia di attivisti e associazioni si mobilitano in contemporanea per chiedere strade più sicure per le persone. A Milano la manifestazione si tiene alle ore 15 presso il Giardino Aristide Calderini, via Sant’Agnese. Accanto alla scultura di Arnaldo Pomodoro dedicata alle vittime della violenza stradale si terrà un momento performativo per commemorare tutte le vittime degli ultimi anni. L’appuntamento sarà. Lì, avverrà una performance artistica a cavallo tra le discipline musicali e pittoriche, per ricordare tutte/i insieme tragici accadimenti e impegnarci affinché non accadano più. La manifestazione è promossa da persone e organizzazioni che si riconoscono nelle richieste di “Città delle persone”. In Italia – sostengono i promotori – c’è un grande problema di sicurezza stradale: ogni giorno 9 persone vengono uccise dalla violenza stradale. Nel 2022 si sono verificati 165.889 scontri stradali (454 al giorno) che hanno comportato 223.475 feriti (612 al giorno) e 3.159 vittime (9 al giorno). Le principali cause di scontro stradale sono la distrazione (15%), il mancato rispetto della precedenza (13,7%) e l’eccesso di velocità (9,3%). Circa il 73% degli scontri stradali avviene su strade urbane dove vi è la presenza di diversi utenti della strada. Risulta, dunque, evidente – sottolineano ancora i promotori – la necessità di attuare delle misure efficaci per garantire la compresenza pacifica dei vari utenti, con particolare attenzione di quelli più vulnerabili. L’Unione Europea si è posta l’obiettivo di dimezzare le vittime e i feriti gravi entro il 2030 e di azzerarli entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo ci sono metodi e strategie che sono già stati applicati con successo da altri Paesi: 
– la “Vision Zero”, sperimentata per la prima volta dalla Svezia a partire dal 1997, prevede una migliore progettazione di strade, incroci, attraversamenti, in modo tale da diminuire la percentuale di incidenti dovuti all’errore umano e limitare i danni a persone o oggetti in caso di scontro; la “Città 30”, già applicata in molte città europee, che sta portando a una riduzione importante del numero di scontri e conseguentemente feriti e vittime. La “Città 30” è un provvedimento efficace perché agisce sul fattore che rappresenta la prima causa di morte in caso di scontro stradale: la velocità. Le richieste degli attivisti e delle attiviste e delle associazioni che promuovono la manifestazione “Viva la strada”: Sul nuovo Codice della Strada in discussione chiedono di stralciare le norme che limitano lo spazio per la mobilità attiva e riducono l’autonomia dei Comuni nella determinazione delle politiche di mobilità urbana; consentire e incentivare l’installazione di autovelox in ambito urbano per il controllo dei limiti di velocità; Promuovere la legge nazionale per l’istituzione della Città 30 in tutte le città italiane, come è stato fatto dalla Spagna nel 2021; Prevedere strade scolastiche pedonali davanti ad ogni scuola italiana; Ripristinare le risorse economiche per progettazione di infrastrutture ciclabili urbane, tagliate mesi fa dal Governo Meloni, per rendere tutte le strade sicure per gli utenti in bicicletta. Introdurre l’obbligo di installazione del dispositivo ISA (intelligent speed assistance), che limita la velocità dell’automobile per tutti i veicoli dal 7 luglio 2024, estendendone l’installazione su tutti i veicoli circolanti, non solo sulle nuove immatricolazioni, e vietando la possibilità di disattivare l’ISA da parte del guidatore.

 

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