Buona domenica ai lettori, 3 gli anticipi di ieri per la giornata n.13 della serie A, dopo la sofferta (e discussa) qualificazione degli azzurri agli Europei 2024.
Iniziano Salernitana e Lazio, con i campani che cercavano disperatamente la prima vittoria di questo campionato. E finalmente centrano l’agognato bersaglio, una “tredicesima” dal sapore natalizio che per Inzaghi è la fine di un incubo. Un solo punto in 3 partite, questo invece il magro bottino della Lazio di Sarri che cade anche all’Arechi contro una Salernitana che, al contrario, dopo 13 giornate si toglie finalmente la soddisfazione di vincere la sua prima partita in campionato. Il primo anticipo del sabato finisce 2-1 per i granata di Filippo Inzaghi che, dopo essere andati all’intervallo sotto di un gol (Immobile su rigore) ribaltano tutto grazie a un secondo tempo di assoluto livello per intensità e convinzione. Kastanos pareggia i conti al 55′ con una zampata sotto porta, poi ci pensa Candreva poco più tardi a mandare in estasi i tifosi della Salernitana con un gran destro da fuori che trova impreparato Provedel. Per la Lazio si tratta della sesta sconfitta stagionale in Serie A, mentre i tre punti consentono ai campani sì di respirare, ma non di lasciare l’ultimo posto in classifica.
Secondo anticipo, a Bergamo tra Atalanta e Napoli. Partita vibrante, dinamica e spesso frenetica delle due squadre, che si sono fronteggiate alternando reciprocamente periodi di predominio e altri di sofferenza. Il Napoli prova a mettersi alle spalle la crisi di gioco e di risultati e, anche complice dell’arrivo di Walter Mazzarri sulla panchina dei partenopei, arriva subito una vittoria importantissima in trasferta. Segna Kvaratskhelia l’1-0 iniziale, poi ci mette lo zampino anche Osimhen che confeziona l’assist per il nuovo vantaggio di Elmas, dopo il momentaneo pareggio di Loookman. Al fischio finale, 2-1 degli azzurri all’Atalanta, diretta concorrente per la corsa Champions. Positivo anche il rientro di Osimnhen, tanto mancato alla sua squadra, che non giocava da quel nefasto Napoli-Fiorentina dell’8 Ottobre. Gasperini è ovviamente deluso per la sconfitta interna, I bergamaschi erano stati bravi a rimetterla in piedi dopo un miglior primo tempo degli avversari campioni in carica. Poi l’errore di Carnesecchi e dell’intero reparto difensivo, e il Gasp si lamenta: l’Atalanta ha “fatto un bel regalo al Napoli”, e in effetti è stato determinante per il risultato, anche se i nerazzurri non avrebbero meritato di perdere. Non lasciare altri punti contro l’Atalanta era importantissimo per Mazzarri, per tenere i bergamaschi dietro nella corsa alla zona Europa. Dopo il big match Inter-Juventus di questa sera, si tireranno le somme per capire a cosa possano davvero ambire, comunque, queste due belle squadre, aldilà del risultato di ieri.
Ultimo degli anticipi un bel Milan-Fiorentina, altro incontro atteso da ambo le parti per mantenersi in corsa nella zona Champions. Al cardiopalmo, con il fiatone e batticuore, alla fine la spunta il Diavolo, ma quanta fatica e sofferenza fino alla fine, contro una Fiorentina che non voleva sapere di arrendersi alla sconfitta dopo aver incassato un calcio di rigore sul finire del primo tempo, e aver dominato sul campo per quasi tutta la ripresa mettendo in stato d’assedio la difesa rossonera. E soltanto un grande Maignan, alla fine, ha impedito alla viola di portare via da S.Siro un punto che sarebbe stato più che meritato.
Nella notte in cui manca lo squalificato Giroud, il Milan vince lo stesso, alla francese. Nel senso che sono due francesi i fautori principali del soffertissimo, ma preziosissimo, 1-0 finale: da una parte Theo Hernandez, dall’altra Maignan. Il gol decisivo è del terzino, che agli sgoccioli del primo tempo si guadagna e realizza freddamente un rigore (fallo di Parisi ai suoi danni).
Mentre la parata del match è del collega coi guanti, che però stavolta ci mette letteralmente la faccia, in pienissimo recupero, ricacciando di “corto muso” via dalla porta un guizzo da zero metri di Mandragora, ormai destinato in fondo al sacco. In mezzo il rabberciato Milan soffre, si tiene stretto il risultato di misura, chiama Terracciano a più di un intervento ma al contempo viene graziato da Beltran (orrendo controllo a tu per tu con Maignan) e da Nico Gonzalez (palo). Ma a San Siro è anche la notte di Francesco Camarda, il baby della A: in tutti i sensi, se è vero che da questa sera è lui, con i suoi 15 anni, 8 mesi e 15 giorni, l’esordiente più giovane del calcio italiano. Un debutto che arriva nella serata giusta, quella nella quale la squadra di Pioli torna a vincere in campionato dopo quattro partite. E, in barba all’emergenza offensiva, dà almeno per ora un calcio alla crisi.
Questo è quanto riguardo gli anticipi, mentre oggi sono in calendario 5 incontri tra cui ovviamente il più atteso e frizzante, il derby d’Italia tra Juventus e Inter, rispettivamente seconda e prima sul podio della classifica, in programma nella serata di gala allo stadio Allianz di Torino. Un match che inevitabilmente riporta alla luce le antiche e spesso aspre rivalità, condite quasi sempre da polemiche e veleni soprattutto tra le tifoserie. Per una volta, da sportivi, sarebbe lecito e onorevole attendersi una gara, a prescindere da qualsiasi risultato, priva di cattiverie e infortuni, fischi a sproposito dagli spalti (soprattutto a sfondo razzista), errori e sviste dei direttori di gara (inclusi gli addetti alla sala VAR) che possano apparire macroscopiche da un lato e irrilevanti dall’altra. Si chiede troppo? Visti i precedenti, temo di si…
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