“Diabolik chi sei?”, presentato in anteprima alla 18esima Festa del Cinema di Roma lo scorso Ottobre, costituisce il terzo ed ultimo capitolo della trilogia iniziata con “Diabolik”, nel 2021, e proseguita con “Diabolik – Ginko all’attacco!”, nel 2022.
Diabolik, interpretato da Giacomo Gianniotti, e la sua complice e amante Eva Kant (Miriam Leone) sono pronti a realizzare un piano ingegnoso, mentre l’ispettore Ginko (Valerio Mastrandrea), cercherà ancora una volta di impedire alla coppia di portare avanti la loro missione, e riuscire finalmente ad arrestarli.
Una delle particolarità di questo film è che questa volta il ladro e l’ispettore verranno entrambi catturati da una banda di criminali, e si ritroveranno faccia a faccia rinchiusi nella stessa cella; sicuri di non avere più scampo, e di andare incontro ad una morte inevitabile, i due uomini avranno un confronto, durante il quale il famoso ladro deciderà di dare finalmente una risposta alla domanda postagli da Ginko, e cioè “Diabolik chi sei?”, svelandogli così gli eventi del suo passato oscuro, che l’hanno portato a diventare una “leggenda”.
Nel frattempo, sia Eva Kant che Altea, interpretata da Monica Bellucci, vedova del duca di Vallenberg e compagna dell’ispettore Ginko, sono alla disperata ricerca dei loro uomini: riusciranno ad unire strategicamente le loro forze per salvarli? …
Che la trama di questo nuovo capitolo sia totalmente differente da quella dei due film precedenti lo si intuisce chiaramente già dal primo quarto d’ora; per la prima volta, infatti, il ladro mascherato non è la principale minaccia che deve affrontare Ginko: il più grave pericolo per l’ordine pubblico è piuttosto una banda di criminali che ha già messo a segno numerose rapine, e provocato la morte di molte persone in tutta Clerville, (lo Stato fittizio in cui Diabolik ed Eva Kant risiedono, e compiono le loro attività criminali).
Lo spettatore che pensi quindi di assistere ad un ennesimo episodio dell’infinita caccia del gatto col topo tra Ginko e Diabolik, sarà inevitabilmente deluso; viene quindi decisamente abbandonata la “prevedibilità”, che aveva un po’ penalizzato soprattutto il secondo capitolo della saga, e i registi Manetti Bros. si avventurano in un territorio inesplorato, quello della prevalenza dei dialoghi sull’azione: i precedenti film, caratterizzati più che altro da inseguimenti, e scene di violenza, lasciano il posto ad una pellicola più riflessiva, e basata sulle relazioni tra i vari personaggi.
L’impronta del film, che sicuramente dividerà il parere del pubblico, non è soltanto quella di non mostrarci più un Ginko così tanto ossessionato da Diabolik, ma quella di presentarci un racconto più incentrato sui personaggi e sui loro dialoghi; ne consegue un ritmo decisamente più lento, che va a discapito della dinamicità dei capitoli precedenti.
Meno azione e più dialogo, e qualcuno storcerà un po’ il naso, una scelta coraggiosa dei registi sicuramente apprezzabile, e che cerca quindi di dare maggior spessore ai personaggi, rendendoli più umani e complessi; Diabolik, grazie alla rievocazione del suo passato, dovrebbe quindi smettere di essere solo un uomo privo di emozioni e perfettamente programmato per il furto: nel film scopriamo infatti come sia stato negativamente influenzato dall’ambiente in cui è cresciuto.
Perché Diabolik ruba? Saranno riusciti i due registi nell’intento di presentarci un personaggio più solo e vulnerabile, allo scopo di farci comprendere meglio le sue azioni, fino a quasi “empatizzare” maggiormente con lui?
Il terzo capitolo della saga ha un’altra particolarità: è anche un film molto “femminile”, dove Eva e Altea, mettono – a tratti – un po’ in ombra Diabolik e Ginko; hanno entrambe un carattere molto forte, e pongono l’intelligenza e la forza al servizio del sentimento, là dove invece i loro uomini falliscono, e appaiono entrambi emotivamente meno coinvolti.
Eva e Altea sono due donne che si uniscono superando le rivalità, e amano i loro uomini al di fuori del matrimonio, cosa che all’epoca era inconcepibile: due donne che rappresentano lati opposti, ma sempre molto femminili, in un mondo dominato dagli uomini.
Miriam Leone, e Monica Bellucci, a cui “perdoniamo” quell’accento un po’ esotico e da “femme fatale”, che stona con l’atmosfera noir della pellicola, sono quindi sicuramente perfette per i ruoli che interpretano.
Decisamente azzeccate le diverse sequenze girate interamente in bianco e nero, per differenziarsi dal resto della storia ambientata nel presente, con l’eccezione del sangue, che ci appare a colori.
E adesso il trailer:
https://youtu.be/1Zgi7XYQDWw?si=fsKJVuMzrAiYV5_7