Il femminismo ridicolo di casa nostra che non sa difendere i diritti dell’iraniana Narges Mohammadi, Nobel per la Pace

Attualità

Le urla, gli slogan, gli striscioni delle sedicenti femministe sono stati un gigantesco fumo unilaterale, quasi che nel mondo si dovessero ribadire solo concetti e diritti a loro cari, privilegiati, quasi che l’oscurantismo ignorante di certi governi non potesse essere ascritto a chi nega principi fondamentali quali la libertà e l’uguaglianza tra donna e uomo. Una misera visione parziale e con le loro grida meschine non possono nascondere un pensiero unico con grossi limiti.

Nessun corteo in difesa di quel fantasma che ad Oslo rimaneva tale, perché la vincitrice del Premio Nobel per la Pace, l’iraniana Narges Mohammadi non poteva essere presente perché in carcere. Nessuno ha gridato lo sdegno per i suoi diritti umani negati, nessun gesto di solidarietà e di condivisione con le sue battaglie e le sue lotte, a testa alta contro il regime iraniano.

“Narges Mohammadi non è stata rilasciata per venire a Oslo a ricevere il premio Nobel per la pace”, ha spiegato all’apertura della cerimonia il presidente del Comitato norvegese per il Nobel Berit Reiss-Andersen. La sua sedia è vuota.

Ai due figli gemelli vestiti di nero, esiliati dal 2015 in Francia, l’incarico di leggere in francese la lettera scritta dalla madre per la cerimonia: un’occasione, ancora una volta, per attaccare il governo iraniano per le sue posizioni.“Sono una donna del Medio Oriente, di una regione che, sebbene erede di una ricca civiltà, è attualmente incastrata nella trappola della guerra e preda delle fiamme del terrorismo e dell’estremismo. Sono una donna iraniana orgogliosa e onorata di contribuire a questa civiltà, che oggi è vittima dell’oppressione di un regime religioso tirannico e misogino”, prosegue la donna, che esorta la comunità internazionale a inasprire la lotta per i diritti umani.“L’hijab obbligatorio imposto dal governo non è né un obbligo religioso né un modello culturale, ma piuttosto un mezzo di controllo e sottomissione dell’intera società”, ribadisce ancora una volta Mohammadi, puntando il dito poi contro il governo di Teheran per la censura, la corruzione, la propaganda e la repressione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.