Le favole sono belle. Fole, ma belle. La fiera di + libri, + liberi 2023 ne è intrisa con Cerutti ne L’assassinio del presidente nella stampa italiana per Interlinea dove ripercorre come le migliori firme italiane, Biagi, Salvatorelli, Colombo, Ronchey, Monelli e Scalfari, Calamandrei, De Benedetti, Garosci, La Valle, Lazzati, Ottone, Pietra, Russo, Stille, Valli, tratteggiarono questo moderno stupor mundi. Ne esce, in particolare davanti alla catastrofe divina della Dallas ’63, un inginocchiatoio intellettuale davanti al giovane dio ed alla sua poiesis, cui si riconoscono atti e poteri inverificabili sostenuti solo da una fede laica e pagana. Il Kennedy della rimozione delle disuguaglianze rispetto a razza, povertà e capacità, ce pure lasciò identica se non ispessita. Il Kennedy difensore del mondo della libertà, realmente sostenitore di dittature come già il padre. Il Kennedy della famiglia razzista irlandese impegnato ad espellere in massa i mafiosi della Mano Nera e di Cosa nostra, ce celebra gli italo-americani nello sviluppo Usa. Il Kennedy del leadership e learning per l’apprendimento, la cultura, le grandi università, è un qualunquista di altissimo bordo impegnato quotidianamente nei dolori scheletro somatici e nelle esigenze sessuomani e ninfomani; troppo giovane, troppo bello, troppo ricco, troppo distratto, troppo innamorato di sé per poter mescolarsi con il popolo minuto su cui scarica, dispettoso, incommensurabili e impossibili compiti (cosa potete fare per il vostro paese). Eppure, il volo in Europa del biondo presidente dell’estate del ’63 è un trionfo di retorica ed oratoria magnifica, tra l’Ich bin einberliner di Berlino, che peraltro asfalta il promesso appeasement e la Nuova Frontiera, vero tradimento per i governi del vecchio continente.
In Italia poi la divinizzazione raggiunse vette apicali tutt’oggi ricordate come puro mito progressista stupidotto veltroniano. Il cattivo Andreotti, in cerca del mefistofelico sostegno del Movimento sociale italiano, (non fu il Giulio a fare il governo dell’astensione comunista?), preoccupato e irritato dal dio d’oltreoceano, pure cattolico. Kennedy, lasciato solo il presidente Segni, scatenato a braccetto con, l’ancora Premio Stalin, Nenni a complottare per varare insieme il primo centro-sinistra; Kennedy innamorato del suo quasi predecessore Moro; e Lombardi e Nenni forse ad interrogarsi del possibile tesseramento del capo dell’amministrazione Usa? Si dissolse il veto di Washington a socialisti o comunisti e Cerutti coglie l’opposizione di John Fitzgerald al Piano Solo. Viene da pensare, non è che forse a Dallas quel novembre non ci sia stato un attentato di matrice fascista? Messa così l’attualità di John F. è ovviamente eterna, assieme all’altro santo Moro. Non carezzava le guance dei bimbi anche GingizKan ? La favola bella, piangenti le delegazioni Dc e Psi, finisce il 23 novembre, il dio buono è stato ucciso. Probabilmente per impedire al presidente che sfiorò una sciocchezza come la terza guerra mondiale, di inventare il centrosinistra italiano. Bellissimo rileggere i giornalisti nostrani, in perfetto allineamento con tanti nostrani odierni. Tutti nemici del principio di realtà.
Un brutto risveglio lo garantisce Verdegiglio autore dell’introvabile e carissimo, Ecco chi ha ucciso John Kennedy. Adolescente, vidi Kennedy il due luglio ‘63 a Napoli, la sua morte violenta fu uno choc adolescenziale. Per oltre 25 anni ho creduto a tutti i complotti possibili e immaginabili. Riguardando attentamente la documentazione ho capito che si tratta di un evento casuale. Non c’era un complotto per uccidere Kennedy. Oswald era una mente disturbata, voleva diventare un eroe a Cuba, ma aveva un addestramento militare da marine tiratore scelto su bersaglio fisso e mobile, di secondo su tre livelli. Quando ha visto il film di Stone, ci siamo incontrati due volte, mi sono messo un po’ a ridere poi mi sono anche arrabbiato e gliel’ ho detto. Lui si è arrabbiato con me a sua volta. Ho incontrato Kostne, diciamo che se avesse fatto un film sulla Commissione Warren non l’avrebbe visto nessuno. La gente vuole il mistero e la favola, non balistica o il medico legale. Kennedy al cinema non viene bene. I film su Nixon hanno avuto maggiore successo. Un uomo ricco, bello potente come Kennedy è lontano da noi. Nixon è un personaggio drammatico i cui fallimenti ci somigliano di più. Kennedy è arrivato quasi per per fortuna alla Casa Bianca. gira la favola pop veltroniana su Kennedy messo in mezzo sul Vietnam. Tre settimane prima mentre giocava con il figlio alla Casa Bianca per Halloween aveva ammazzato il dittatore sudvietnamita Diem. Non era un santo.
Studi tra Bologna, Firenze e Mosca. Già attore negli ’80, giornalista dal 1990, blogger dal 2005. Consulente UE dal 1997. Sindacalista della comunicazione, già membro della commissione sociale Ces e del tavolo Cultura Digitale dell’Agid. Creatore della newsletter Contratt@innovazione dal 2010. Direttore di varie testate cartacee e on line politiche e sindacali. Ha scritto Former Russians (in russo), Letture Nansen di San Pietroburgo 2008, Dal telelavoro al Lavoro mobile, Uil 2011, Digital RenzAkt, Leolibri 2016, Renzaurazione 2018, Smartati, Goware 2020,Covid e angoscia, Solfanelli 2021.