L’Old Fashion chiude i battenti mercoledì 31 gennaio 202 e dal giorno dopo dovrà liberare i locali del Palazzo dell’Arte in Triennale che la ospitano. La grande festa d’addio della storica discoteca, protagonista per tanti anni delle notti milanesi, sarà mercoledì 20 gennaio.

“Ma finisce solo la storia dell’Old Fashion dentro la Triennale – dice Roberto Cominardi, che dal 1992 ha gestito il locale insieme al fratello – La discoteca non morirà, riaprirà in un’altra sede, che stiamo già valutando”.
Aperto nel 1932 con il nome Trianon, l’Old Fashion è uno degli ultimi locali notturni storici di Milano rimasti nella loro sede originaria. La grande sala e il suo giardino affacciato sul Parco Sempione hanno ospitato praticamente tutti i grandi protagonisti della musica, dello spettacolo e dello sport come il grande Jimi Hendrix, Leonard Di Caprio, Ronaldo o George Clooney.
Spiega Cominardi “Il contratto d’affitto era scaduto e Triennale ha deciso di non rinnovarlo perché per quegli spazi ha altri progetti.” e aggiunge “Per noi si apre solo una nuova fase, che speriamo sia ancora di successo, com’è stata quella di questi anni. Personalmente posso dire che c’è un po’ di tristezza, avendo speso in questo locale trent’anni della mia vita.”
Ma il Presidente di Triennale, il Professore e archistar Stefano Boeri, aveva deciso di lasciare un segno architettonico della sua gestione e quindi a nulla è valsa la storia dell’Old Fashion, la sua qualifica di Locale storico. Per realizzare questo ambizioso obiettivo occorre trasformare i locali della storica discoteca in un ristorante di lusso o in un club esclusivo di amici della Triennale.
Di fronte a questa gloriosa prospettiva la Fondazione Triennale ha ritenuto di fare a meno delle cospicue entrate dell’affitto dell’Old Fashion e di sviluppare progetti molto fumosi dal punto di vista del ritorno economico/gestionale.
D’altronde la Fondazione Triennale negli ultimi anni ha perso la capacità di autofinanziarsi tramite mostre e servizi al pubblico. E mantiene i propri bilanci in pareggio solo con i trasferimenti del Ministero della Cultura e l’accordo con la Fondazione Cartier.
Duomino
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