Alda Merini, la poetessa milanese degli ultimi

Cultura e spettacolo

Lavandaie

Lavandaie avvizzite
sul corpo del Naviglio
con un cilicio stretto
stretto intorno alla vita,
lavandaie violente
come le vostre carni,
donne di grande fede
sopravvissute al lutto
della bomba di Hiroshima…
Lavandaie corrotte
dall’odore del vino,
ossequiose e prudenti
fortissime nell’amore
che sbattete indumenti
come sbattete il cuore.

(da “La Terra Santa e altre poesie”)

Il grembiule 

Mia madre invece aveva un vecchio grembiule
per la festa e il lavoro,
a lui si consolava vivendo.
In quel grembiule noi trovammo ristoro
fu dato agli straccivendoli
dopo la morte, ma un barbone
riconoscendone la maternità
ne fece un molle cuscino
per le sue esequie vive.

(da “La gazza ladra”)

Io ero un uccello

Io ero un uccello
dal bianco ventre gentile,

qualcuno mi ha tagliato la gola
per riderci sopra,

non so.

Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.

Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per te

le mie canzoni d’amore.

 

(da “La Terra Santa” 1984)

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